Tank per Zion
Tutto è lecito in guerra, in amore e quando si tratta di tankare per Zion
Marzo è uno dei mesi più importanti per gli appassionati di basket. È infatti il momento in cui si compie quel raro allineamento astrale in base al quale in NCAA si entra nel vivo della March Madness e al contempo in NBA si fa ricorso al tanking più spregiudicato nella speranza di accaparrarsi uno di quei teenager talentuosi. Come menzionato in un recente articolo di C3S, il pezzo pregiato del draft 2019 è Zion Williamson. Mai come questa volta, è il caso di dire che chi arriva secondo alla lotteria non sarà altro che il primo dei perdenti. Nel suo primo e unico anno ai Duke Blue Devils, Zion ha vissuto una stagione da ricordare.
Dita negli occhi, sgambetti malandrini e persino l’esplosione delle sue Nike hanno tentato di rallentarne l’ascesa, ma non c’è stato verso di frenare questa forza della natura. Il prodotto di Spartanburg Day School è arrivato al gran ballo con medie di 22.1 punti e 8.9 rimbalzi a partita, con un irreale PER di 42. Insomma, se Duke è il seed #1 sia dell’East Region che dell’intero tabellone, Zion è certamente una delle ragioni principali. Così, mentre il freshman si prepara a dare la caccia al titolo, un gran numero di squadre NBA – pur formalmente impegnate a finire la stagione con dignità – sta tankando senza ritegno.
Quest’anno l’NBA introdurrà un nuovo sistema di lottery nel tentativo di disincentivare il tanking selvaggio. Le tre squadre col peggior record avranno ciascuna il 14% di possibilità di ricevere la prima scelta, mentre in passato la pecora nera della lega godeva del 25%. Tale modifica ha però avuto l’effetto collaterale di aver aperto il campo a un tanking su larga scala che coinvolge più squadre all’inseguimento di Zion. A capo di questa sorta di Hunger Games ci sono oggi i New York Knicks (14-57), proprietari del record peggiore della lega e ormai a pochi giorni dal completare la peggior stagione della propria storia. Parata in vista? Vincitori di 5 misere partite in tutto il 2019, quest’anno sono saliti alle cronache per un unico motivo, ovvero aver scambiato il loro miglior giocatore. Seguono a ruota i Phoenix Suns (17-55), peraltro già detentori della prima chiamata assoluta del 2018. La loro stagione è stata un concentrato di assurdità: dopo aver inanellato una striscia di 26 sconfitte in 29 partite, di recente hanno portato a casa gli scalpi eccellenti di Bucks e Warriors. Folli!
Ecco poi i Cleveland Cavaliers (18-53), prevedibili vittime di una serie di sfortunati eventi dall’addio di LeBron James. Solo nel primo mese di stagione Lue è stato licenziato, Love si è rotto e JR Smith è finito separato in casa. Occhio a questi Cavs, veri califfi del tanking. A seguire ecco i Chicago Bulls (20-52), a loro volta alle prese con una stagione da ricordare, ma per i motivi sbagliati. Licenziato coach Hoyberg dopo un inizio sciagurato, l’avvicendamento in panchina è stato vissuto a Chicago come una sorta di regime del Terrore giacobino. Il Robespierre della situazione è stato coach Boylen, i cui metodi di allenamento militareschi, uniti all’umiliazione del -56 subito per mano dei Celtics sul parquet di casa, stavano per provocare un golpe mai visto prima. Alle loro spalle, si sta sviluppando una situazione intrigante. Gli Atlanta Hawks (24-48) stanno ricevendo ottimi segnali da parte dei giovani Trae Young e John Collins, e il prossimo aprile potrebbero ritrovarsi addirittura con due scelte fra le prime sei.
Ma non se i Dallas Mavericks (28-42) riescono a tankare più forte. Dopo aver iniziato la stagione con un rispettabile quintetto con Smith jr-Matthews-Doncic-Barnes-Jordan, i Mavs hanno sezionato il roster col machete in una situazione win-win. In un solo colpo, hanno portato a casa Kristaps Porzingis e aumentato le chance di tenere la propria prima scelta, che finirà ad Atlanta solo se cadrà fuori dalla top 5. Ora manca solo di riempire i palloni di elio… Curiosissimo infine il caso dei Los Angeles Lakers (31-40) che, partiti con mille proclami, al momento hanno meno dello 0.1% di probabilità di playoff, ma il 3% di arrivare alla prima scelta. E i segnali da El Segundo inducono a pensare che pure i giallo-viola stiano ora strizzando un occhio al tanking. Del resto, come biasimarli? Perché alcuni anni con la prima scelta arriva Anthony Bennett, Andrew Wiggins o Kwame Brown, ma quest’anno una squadra fortunata potrà scegliere colui che pare destinato a diventare il giocatore-franchigia del futuro.
MVProf