Scapoli contro ammogliati
Un omaggio per niente serio di C3S a Paolo Villaggio
HINTERLAND MILANESE – È andata in scena in uno dei più disastrati campetti della periferia milanese l’annuale sfida fra scapoli e ammogliati. C3S è entrata in possesso dei filmati e vi racconta di seguito la cronaca della partita. Squadre in campo agli ordini della terna comandata dall’arbitro geom. Filini dell’Ufficio Sinistri. Scapoli in divisa rossonera a bande verticali e pantaloncini bianchi, capitanati dal geom. Calboni. Gli ammogliati invece con maglia celeste e pantaloncini neri, capitanati dal rag. Fantozzi. Agli appassionati di sport invernali questo nome suonerà familiare, visto che Fantozzi è stato azzurro di sci in gioventù. Si può certo ben dire che fra i due capitani non corra buon sangue, a sentire le voci di spogliatoio. Secondo alcune fonti interne, i due si dividerebbero il cuore della sig.na Silvani. Insomma, una vera e propria sfida nella sfida che fa da precursore ad altre storie di gossip fra calciatori e belle donne, un po’ come triangolo Icardi-Lopez-Wanda. Si gioca 7 contro 7 con le panchine con la coperta cortissima, poiché il tragico bollettino medico racconta di diverse defezioni da entrambe le parti. Non va scordato che l’anno precedente tre giocatori fra le file degli ammogliati subirono un infarto, mentre due scapoli annegarono. La partita inizia con lieve ritardo a causa di un disguido durante il lancio della monetina.
Fantozzi sceglie testa e Calboni pari, ma l’arbitro Filini finisce con lo smarrire la moneta all’interno della pozzanghera sottostante, circostanza che rallenta le operazioni di inizio della partita. Dopo una lunga e infruttuosa ricerca, agli ammogliati viene infine concesso il possesso iniziale del pallone. La larga pozza al centro del campo rallenta fin dalle prime fasi il fluire del gioco e di certo non valorizza la tecnica pur non eccelsa dei giocatori presenti in campo. Un errore in fase di impostazione degli avversari consente a Calboni di ricevere un assist al bacio in posizione avanzata. Questi si dimostra un falco d’area facendosi trovare smarcato a due passi dal portiere e infilandolo con un colpo da biliardo sul primo palo. Viene dunque rotto l’equilibrio già dai primi minuti e il contraccolpo psicologico penalizzerà non di poco gli ammogliati nel prosieguo dell’incontro. I giocatori in maglia celeste faticano ad impostare il gioco a centrocampo e verticalizzare per le punte, ma anche loro si ritrovano con un’occasione importante di gonfiare la rete avversaria. Il numero 3 degli scapoli commette un brutto fallo sull’11 avversario, che capitombola malamente al suolo. L’arbitro Filini sanziona giustamente il fallo con un calcio di punizione, ma grazia il giocatore del cartellino giallo, forse complice l’esagerata caduta dell’11.
I giocatori tentano la battuta rapida, ma per il troppo tempo intercorso l’arbitro ha l’obbligo di far rispettare la distanza. I 9.15m contati in ben 14 passi dall’arbitro però porterebbero la barriera degli scapoli dietro la loro stessa porta. Sorpreso da questa svista, complici certo le misure non regolamentari del campo, l’arbitro si avvede del suo errore e come da regolamento piazza la barriera sulla linea di porta. Gli ammogliati tentano la punizione di seconda, ma non si intendono sul tempismo della battuta e Fantozzi, dopo una lunga rincorsa alla bersagliera, finisce al suolo mancando clamorosamente il pallone. Il capitano si rende protagonista di una pessima figura, roba da meritare di diritto di finire su “Vai col liscio” della Gialappa’s. Filini ferma il gioco per sincerarsi delle condizioni di Fantocci, che pare subito in grado di restare in campo. Per riprendere il gioco, Filini scodella la palla, ma finisce vittima di un calcio – ci sentiamo di dire per errore – nelle parti basse dal numero 2 degli ammogliati.
Con Filini zoppicante e l’anarchia in campo, il terzino degli scapoli è il più lesto a portarsi in fuga e ripartire sulla fascia palla al piede, ma il suo infido tiro-cross finisce di poco a lato. Fantozzi si incarica della rimessa da fondo campo, ma combina il fattaccio. Finisce infatti per calciare maldestramente la palla nella sua stessa porta. Pur trattandosi di un errore da penna blu, Fantozzi non meriterebbe di venire inseguito fin fuori dal campo dai suoi compagni inviperiti. Non ce la sentiamo di crocifiggere il povero Fantozzi: a termini di regolamento, non può esserci autogol su rinvio dal fondo, ma il gioco è da riprendersi con un nuovo tentativo di rinvio. Filini però convalida la rete, commettendo una svista imperdonabile, per la quale ci sarebbero gli estremi per la ripetizione della gara. Francamente verrebbe da chiedersi come sia possibile che Filini sia l’organizzatore e al tempo stesso l’arbitro dell’incontro: forse la commissione UEFA dovrebbe indagare su questo chiaro conflitto di interessi.
La confusione che regna sovrana in questa prima parte di match si trasforma presto in violenza, col numero 3 degli ammogliati che colpisce il portiere avversario senza motivo apparente con un calcio assassino. Incredibilmente, l’arbitro non fischia nulla. Filini di nuovo commette un errore imperdonabile non sanzionando il giocatore con un sacrosanto rosso diretto. Sarà compito del giudice sportivo visionare i filmati e prendere le misure necessarie. Certo è che, sperando si tratti incompetenza e non di malafede, Filini si dimostra un direttore di gara inadatto a certi palcoscenici. Lungi da noi lanciare fango sulla classe arbitrale italiana, ma nemmeno lo spessore dei fondi di bottiglia sugli occhiali di Filini è grosso quanto la lista di scorrettezze compiute con la sua assoluta connivenza. Diversamente, verrebbe di nuovo da contemplare la nube di una combine di cui la giacchetta nera può essersi reso complice. Viene piuttosto da fare un plauso ai giocatori, che restano concentrati sul match e sulla posta in palio, senza abbandonarsi a sterili proteste che tuttavia sarebbero più che giustificate.
Nelle fila degli ammogliati è evidente che manchi la sinergia fra i suoi giocatori, come quando un compagno di Fantozzi, tentando la sorpresa, gli ruba il pallone che si stava apprestando a calciare dalla bandierina. È sotto gli occhi di tutti come Fantozzi, pur con la fascia al braccio, non riesca a tenere le redini della squadra come si addice ad un vero leader. Una spiegazione di questa insubordinazione può venire fornita dallo scarso rendimento in campo di Fantozzi stesso. Una prestazione sottotono da parte del capitano che in questo frangente gli sta costando cara, non solo nel punteggio, ma anche nella fiducia che i compagni hanno in lui. A peggiorare le cose, un passaggio di testa apparentemente innocuo dello stesso Fantozzi al suo portiere si trasforma in un bizzarro autogol. Il parafulmine di tutte le critiche da bar del lunedì non potrà che essere lo sfortunato ragioniere. Portiere e compagni arrivano addirittura a minacciarlo: o se ne va lui o se ne vanno loro. Messo alle strette, Fantozzi fa leva sul suo orgoglio di capitano e prova riconquistare la fiducia di tutti con una poderosa sgroppata sulla fascia destra. Pur trattandosi solo del 12′ del primo tempo, uno stato di forma rivedibile lo fa arrivare nei pressi dell’area avversaria in debito d’ossigeno e la palla si perde sul fondo.
Una dieta fatta di frittatone di cipolle e familiari di Peroni gelate sono sconsigliabili a chi si vuole dedicare allo sport. Al ragioniere si consiglia un soggiorno in una clinica dimagrante quanto prima. A peggiorare un campo già in pessime condizioni, arriva la pioggia. Nonostante nell’area circostante al campo continui a regnare il bel tempo, per uno strano fenomeno meteorologico il solo rettangolo di gioco viene fatto oggetto di una fitta pioggia. Fango e pozzanghere la fanno da padrone in questa seconda parte di gara. In un campo ai limiti – e forse anche oltre – della regolarità, l’arbitro Filini scivola e rovina addosso ad un palo della porta, rompendolo di netto. Chi ha fatto palo dovrebbe essere evidente. Sorprendentemente, il gravissimo infortunio accorso al direttore di gara lascia invece tutti indifferenti. Questo dovrebbe invitarci tutti a riflettere sul mondo del calcio e ai valori positivi di fair play che lo sport dovrebbe trasmettere, ma che sono ormai andati nel dimenticatoio. Come in ogni campo a schiena d’asino, le fasce laterali patiscono più di tutte la pioggia pesante e la corsia di destra diventa una vera e propria vasca in cui lo stile a rana è forse il modo più indicato per portare avanti il pallone.
Il campo pesante produce i suoi classici effetti collaterali, rendendo le gambe pesanti e azzerando di fatto il tasso tecnico dei presenti. Su un pallone calciato a campanile, Fantozzi si fa coraggiosamente avanti per respingerlo di testa, ma, complice l’acqua accumulatasi sulla sfera, finisce piantato per terra come un paletto. Come mostrato dal replay da diverse angolazioni, la botta è durissima. Nel post-partita, Fantozzi dirà che, a causa del trauma cranico ricevuto nell’occasione, giura di aver visto addirittura San Pietro sulla traversa, segno che lui interpretò come l’avvicinarsi della fine delle ostilità. Col livello dell’acqua salito ormai vertiginosamente fino alle spalle, l’arbitro si decide finalmente a sospendere la partita, constatando che il pallone non può più compiere i rimbalzi necessari al regolare svolgimento della stessa. Si chiude così la partita fra scapoli e ammogliati, con questi ultimi vincitori sul campo prima che il gioco venisse sospeso. Nei prossimi mesi, sono in programma la Coppa Cobram e le Olimpiadi Aziendali: due appuntamenti imperdibili pre tutti gli amanti dello sport. Per la rivincita a calcio si dovrà aspettare il prossimo anno, sperando in una gara più competitiva dal punto di vista tecnico-tattico. Perché questa partita, va detto, è stata una cagata pazzesca!
MVProf