Rosen del deserto

Dopo appena un anno, Josh Rosen è già stato scaricato da Arizona

Ancora poco meno di due mesi, e le 32 squadre NFL saranno chiamate a ridisegnare il futuro della propria franchigia attraverso il draft. Al di là delle mille proiezioni e speculazioni, l’unica cosa certa è che la prima chiamata assoluta sia di proprietà degli Arizona Cardinals. Assai meno certo è che Josh Rosen sarà il loro quarterback anche l’anno prossimo. Nei circoli NFL si sta infatti spargendo la voce che le quotazioni di Kyler Murray siano in rapida ascesa, tanto che in molti ritengono che il 25 aprile i Cardinals lo renderanno la prima scelta assoluta. Il che significherebbe per Rosen un prematuro addio dopo meno di un anno dal debutto in Arizona. Rosen è stato scelto dai Cards lo scorso anno con la decima chiamata assoluta, frutto peraltro di una trade la sera stessa del draft per passare dalla scelta #15 alla #10. Quella sera, Rosen era stato il quarto QB scelto al primo giro, smacco che lo aveva profondamente inviperito: “Nine mistakes were made ahead of me,” fu il suo immediato commento. Il fatto che i Cards abbiano chiuso la stagione col peggior record NFL sembra però raccontare un’altra storia.

Nelle 13 partite da titolare, Rosen ha completato il 55.2% dei passaggi per 2278 yard, 11 TD e 14 INT, per un totale di appena tre vittorie a fronte di dieci sconfitte. Cifre certo non lusinghiere, anche in relazione a una classe di QB che, a partire da Baker Mayfield, ha fatto intravedere ottime indicazioni per il futuro. Detto ciò, i numeri raccontano solo in minima parte la verità sulla prima stagione fra i pro di Rosen. I piani della squadra prevedevano per il proprio rookie un periodo da redshirt dietro al più esperto Sam Bradford, a cui era stato offerto un contratto con tanto senno quanta era la cartilagine rimasta nel suo ginocchio: zero. Il suo prevedibile KO dopo nemmeno un mese ha quindi costretto i Cards a gettare Rosen nella mischia prima del previsto. Stando ai parametri di Pro Football Focus, la O-line della squadra è stata la peggiore di tutta la lega, costringendo Rosen a subire ben 45 sack. Il run game è stato a sua volta 32° su 32, con meno di Josh Rosen rookie Cardinals84 yard portati in dote a partita. Il reparto dei ricevitori non era certo più competitivo: a rappresentarlo erano il 35enne WR Larry Fitzgerald e quattro giocatori al primo o al secondo anno.

Come se non bastasse, la squadra ha cambiato OC a stagione in corso, sostituendo il fallimentare Mike McCoy con l’inesperto Byron Leftwich. Il suo head coach Steve Wilks ha poi subito un destino simile, licenziato a fine anno dopo la sua prima e unica stagione come head coach della lega. Insomma, fin dall’inizio Rosen non ha mai avuto mezza chance di vivere un’annata da rookie positiva. Il primo anno di Jared Goff dovrebbe ormai aver insegnato alle squadre non solo che una sola stagione è poco per bollare un QB come bust, ma anche che il peso di un contesto disfunzionale non può ricadere sulle spalle di un ragazzo. In un mondo giusto, il primo imputato dei fallimenti della franchigia sarebbe l’artefice di tali scelte errate, ovvero il GM Steve Keim.

Questi è invece stato premiato con un’estensione contrattuale fino al 2022, mentre, da parte sua, Rosen si ritrova con in mano lo scatolone per svuotare l’armadietto. L’arrivo a Phoenix del nuovo allenatore Kliff Kingsbury, che solo pochi mesi fa esaltava Murray da HC di Texas Tech, è l’indizio finale che per l’ex QB degli UCLA Bruins i giorni nel deserto dell’ Arizona sono ormai contati. Il fatto che lo stock di Josh Rosen sia al ribasso (oggi varrebbe una seconda o una terza scelta) potrebbe però rivelarsi un vantaggio per sé e per la sua futura squadra. Nonostante il precoce disinnamoramento dei Cardinals, potrebbe infatti fare gola a team come i Patriots, i Chargers o i Giants, tutte squadre con un QB maturo alla ricerca di un successore.

MVProf

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