Rookie alla riscossa
Le prospettive dei primi cinque rookie QB per il 2018
BAKER MAYFIELD
Dei 13 quarterback scelti all’interno del Draft 2018, cinque sono stati chiamati al primo giro. Fra loro, Baker Mayfield è stato il primo a salire sul palco come prima scelta assoluta. In preseason, ha giocato tutte e quattro le partite per i Cleveland Browns, mettendo a referto queste cifre: 35 su 61 (57%) per 501 yard, 2 TD e 1 INT. Nonostante l’hype attorno al giocatore, coach Jackson è rimasto fedele alla sua idea iniziale di far sedere Mayfield in panchina a inizio stagione. Tale posizione circa le gerarchie dei QB era nell’aria fin dal training camp e la preseason è servita da conferma. L’ex Oklahoma Sooners ha fatto vedere momenti di grande football in preseason, ma anche i classici errori da novellino. Per tale ragione, Tyrod Taylor sarà il titolare dei Browns da Week 1. La storia suggerisce però che presto o tardi Mayfield avrà la sua chance di brillare: è infatti dal 2001 che un quarterback dei Browns non gioca tutte e 16 le gare stagionali. Salvo infortuni a Taylor, è possibile ipotizzare il debutto di Baker in Week 12 dopo la bye week, specie in caso di stagione compromessa.
SAM DARNOLD
Se all’inizio del camp c’erano grandi dubbi circa le gerarchie fra i quarterback dei New York Jets, ora è tutto molto più chiaro. Le prestazioni di Sam Darnold hanno convinto coach Bowles ad affidargli le chiavi dell’attacco già per Week 1. Per tale ragione, gli è stata risparmiata la quarta e ultima gara di preseason, dopoché questi aveva fatto registrare nelle tre precedenti 29 su 45 (64%) per 246 yard, 2 TD e 1 INT. Nel tempo passato in campo, Darnold ha mostrato precisione, tranquillità e leadership più di ogni altro rookie della sua classe. La fiducia nel giocatore da USC è tanto alta che i Jets hanno scambiato Teddy Bridgewater via trade e retrocesso Josh McCown a backup. La stima è alta, ma lo sono anche i rischi: i Jets iniziano la stagione con 3 gare in 11 giorni, per poi affrontare le ottime difese di Jaguars e Broncos. Tale inizio infuocato potrebbe riportare alla luce i suoi difetti mostrati al college, specie per via di una O-line che PFF ha classificato penultima in NFL. Gli errori ci saranno, soprattutto in forma di intercetti e fumble, ma il futuro è luminoso.
JOSH ALLEN
Nelle tre gare di preseason che lo hanno visto sul campo, Josh Allen ha accumulato 24 su 44 (55%) per 210 yard e 2 TD. Per Week 1 Allen sarà il backup di Nathan Peterman, preferito dai Buffalo Bills al rookie e ad AJ McCarron, poi scambiato via trade. La scelta di coach McDermott è figlia di due valutazioni diverse. Da un lato, quanto mostrato dal rookie in preseason ha confermato il suo status di work in progress. Mobilità e potenza nel braccio non erano in discussione, ma assieme sono riemersi i limiti già mostrati a Wyoming. Presenza nella tasca, meccanica di lancio e accuratezza necessitano ulteriore labor limae. Per di più, i Bills non hanno motivo per gettare Allen nella mischia fin da subito. Buffalo ha perso tre quinti dell’O-line titolare e proprio nella terza gara di preseason ha assoggettato il proprio rookie a ben cinque sack. Per questi motivi, l’orizzonte temporale che i Bills hanno in mente per Allen prevede per lui un lento inserimento. Week 12 dopo il bye potrebbe essere un buon momento, ammesso e non concesso che Peterman duri fino ad allora.
JOSH ROSEN
Fra i suoi colleghi, Josh Rosen è stato quello che ha giocato meno di tutti in preseason. Nelle sole due partite in campo con la second unit ha chiuso con 16 su 29 (55%) per 148 yard e 1 TD prima di restare a riposo per via di un infortunio al pollice. Sebbene questi limiti molto il materiale a disposizione per giudicare le prime giocate del quarterback fra i pro, il piano degli Arizona Cardinals era già definito da tempo. Sam Bradford è il titolare designato, anche in virtù del contratto da $20M strappato in estate. La parola chiave per la stagione dei Cards è salute. In primis quella dell’ex Minnesota: dopo un 2016 super, un problema degenerativo al ginocchio lo ha costretto a saltare quasi tutta la scorsa stagione. Inoltre, anche la O-line dovrà dare segnali di continuità. Molti giocatori di linea sono cambiati, ma resta da verificare sia la loro qualità sia la loro resistenza. Se questi esporranno Bradford anche una volta di troppo, l’ex UCLA potrebbe ricevere l’investitura a titolare in fretta. Anche in caso contrario, c’è da aspettarsi un suo debutto in stagione, forse dopo il bye di Week 9.
LAMAR JACKSON
Al contrario di Rosen, Lamar Jackson ha avuto ampie possibilità mostrare il suo talento in campo questa preseason. Il QB dei Baltimore Ravens è infatti apparso in 5 partite, contando anche l’Hall of Fame Game. Le sue cifre sono state 34 su 68 (50%) per 408 yard, 3 TD e 1 INT, cui vanno aggiunte 136 yard e 2 TD guadagnati su corsa. La scarsa accuratezza è forse il difetto principale emerso in queste esibizioni, assieme ad una migliorabile presenza nella tasca. La sua preseason è comunque andata in crescendo e ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per rimanere un quarterback. Come già mostrato a Louisville, Jackson ha dato il meglio di sé utilizzando le gambe, tanto che per i fan più accaniti è già scattato il paragone con Michael Vick. Al contrario, lo scenario peggiore è diventare come il compagno di spogliatoio RGIII. Se i Ravens vogliono proteggere il loro investimento, è ragionevole pensare che il suo primo anno in NFL sarà da redshirt per imparare dai compagni più esperti. Possibile però la sua presenza in campo in qualche raro dual-QB package.
MVProf