Ray Allen… BANG!

Riviviamo il tiro che ha reso immortale il neo Hall of Famer Ray Allen

Venerdì Ray Allen ha fatto il suo ingresso ufficiale nella Hall of Fame insieme ad altri grandissimi giocatori come Jason Kidd e Steve Nash. In 18 anni di carriera, Allen ha vissuto grandi momenti e uno in particolare merita un’attenzione speciale. Parliamo dei 58″ di Gara 6 delle Finals fra Miami Heat e San Antonio Spurs del 18 giugno 2013. Sotto molti aspetti, si trattava di un palcoscenico unico. Prima dell’ultimo minuto, quella gara aveva già vissuto molti momenti iconici. Mike Miller aveva segnato una tripla senza una scarpa, LeBron James aveva perso la sua classica fascetta e Tim Duncan aveva messo a referto quello che sarebbe diventato il suo ultimo trentello ai playoff. Di lì in avanti, tutto il resto è leggenda.

MIA 89 – SAS 91 (58″ alla fine)

Gli Heat escono dal penultimo timout con una rimessa in direzione di LeBron. Il Prescelto quasi perde contatto col pallone, poi palleggia verso l’angolo opposto. Mario Chalmers porta il blocco e Tony Parker accetta il cambio. LBJ va in isolamento sfruttando la sua superiorità di chili e centimetri, fermando però colpevolmente l’attacco. Bruciati 15″ sul cronometro dei 24,” l’MVP si ritrova raddoppiato e spalle a canestro. Evita l’aiuto di Kawhi Leonard, ma non quello successivo di Duncan che gli strappa il pallone. Il caraibico compie un palese tre secondi difensivo, ma siamo ben oltre il contesto in cui un arbitro si sogna di intervenire.

MIA 89 – SAS 91 (41.5″ alla fine)

Il recupero genera un contropiede immediato degli Spurs. Duncan lancia Parker, che dopo due palleggi premia la fuga di Ginobili lanciato a tutta velocità. Solo un deciso fallo di Allen evita il comodo layup. Dalla linea della carità, il neo pensionato Ginobili fa 2 su 2.

MIA 89 – SAS 93 (37.2″ alla fine)

I liberi di Ginobili portano gli Spurs sul +4 e allungano il parziale in loro favore sul 7-0. Miami decide di non chiamare l’ultimo timeout e ridare palla in mano a LeBron. Kawhi in marcatura lo sfida apertamente a una tripla e quando supera la linea da tre punti gli mette le ganasce. LeBron si ritrova sul gomito con le braccia di Leonard a oscurargli la vallata e compie l’errore di chiudere il palleggio. Con l’area di nuovo affollata, LeBron tenta un lob poco probabile che si traduce nella sua seconda persa in appena dieci secondi.

MIA 89 – SAS 93 (30.3″ alla fine)

Seconda persa di LeBron e secondo contropiede Spurs, di nuovo fermato da Allen con un fallo su Ginobili. Stavolta all’argentino trema la mano e fa 1 su 2. Ciononostante, sul +5 San Antonio ha più di un polpastrello sul Larry O’Brien Trophy. Fan e security dell’AA Arena la pensano allo stesso modo. Alcuni tifosiinfatti lasciano il palazzetto per evitare il traffico su Biscayne Blvd, mentre lo staff comincia a circondare il campo con una corda gialla per delimitare il perimetro della premiazione. Una sorta di scena del crimine in stile CSI: Miami. Ma è ancora presto per dichiarare l’ora del decesso.

MIA 89 – SAS 94 (28.2″ alla fine)

Gli Heat spendono il loro ultimo timeout per disegnare un’azione che possa finalmente interrompere la lunga siccità offensiva. Coach Spoelstra predispone una serie di blocchi che manda la difesa ospite in tilt. Allen piazza uno screen enciclopedico per Dwyane Wade che taglia verso il ferro e fa perdere le proprie tracce a Green. Leonard allora scala in marcatura su Flash, ma questo lascia LeBron libero di ricevere con metri a disposizione. Mattone clamoroso che si stampa sul tabellone. Dopo una serie di tocchi a rimbalzo, la palla finisce a Miller che fa una sorta di toss in stile football e restituisce palla a LeBron. Stavolta, solo retina.

MIA 92 – SAS 94 (20.1″ alla fine)

Ultimo timeout per San Antonio che sceglie di avanzare la rimessa a metà campo. Duncan rimette per Leonard, su cui Miller impiega appena 0.7″ per fare fallo. Il futuro giocatore dei Raptors fa a sua volta solo 1 su 2.

MIA 92 – SAS 95 (19.4″ alla fine)

Chalmers palleggia oltre la metà campo e consegna a LeBron, liberato da un blocco di Chris Bosh su cui si stampano sia Parker che Boris Diaw. Già, ma perché Diaw era in campo? Si rende ora necessaria un piccola digressione. Scegliere il lungo francese in questo contesto aveva un chiaro scopo negli schemi difensivi di Pop. Gli Heat avevano iniziato la serie col doppio lungo in quintetto (Haslem e Bosh), salvo poi ricorrere in maniera sempre più estrema allo small ball fino ad arrivare ad utilizzare LeBron centro e circondarlo da tiratori quali Chalmers, Wade, Allen e Miller. Dovunque Steve Kerr si trovasse in questo momento, stava probabilmente già prendendo appunti… Come contromossa, anche gli Spurs erano passati dalla coppia Duncan e Splitter al solo Diaw, più adatto per poter cambiare su tutti i blocchi. C’era un solo lato negativo nel tenere Duncan in panchina, ovvero il rischio di un rimbalzo offensivo. Ecco, riavviamo il nastro.

MIA 92 – SAS 95 (11.8″ alla fine)

Dal passaggio di Rio, LeBron fa partire una tripla dalla stessa mattonella di prima, ma stavolta la palla finisce sul primo ferro. Bosh si butta a centro area e prende il rimbalzo in testa al più basso Ginobili, che finisce sul parquet. A quel punto Bosh ha quattro opzioni a disposizione, ma solo Allen è nel suo campo visivo e perciò gli affida il passaggio della speranza. In questo istante, tuttavia, Allen è ancora nel pitturato, lontano circa 4.5m dalla linea del tiro da tre. Come Bosh prende controllo del pallone, l’ex Celtics dal dente avvelenato comincia Duncan Leonard Green NBA Finals Game 6 2013istintivamente a correre all’indietro verso il perimetro e quando ricevere si tratta solo di mettere i piedi a posto e far partire il pallone. Swish!  Pari 95.

Il fatto che Allen abbia saputo posizionarsi alla perfezione nei 91.4cm di parquet calpestabili fra l’arco e la sideline è frutto di una preparazione lunga più di un decennio. Fin dai tempi di Milwaukee, infatti, in allenamento era solito sdraiarsi per terra vicino linea del tiro libero, poi alzarsi, correre all’indietro e tirare da tre dall’angolo. Il motivo? “Non si sa mai,” ha poi commentato l’uomo anche noto come Jesus Shuttlesworth. Insomma, una giocata all’apparenza casuale ha trovato l’esecutore perfetto nel momento perfetto. Miami vincerà la partita in overtime e poi alzerà il terzo titolo della sua storia due giorni più tardi. La sequenza del tiro di Allen, condita dal commento di Mike Breen, è poesia.

James catches. Puts up a three. Won’t go. Rebound Bosh. Back out to Allen. His three-pointer. BANG! 

MVProf

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