Il ranking di tutti i QB per il 2018
32 quarterback si apprestano a scendere in campo e provare il loro valore
Tier #1 – Divini
La classifica dei migliori quarterback non può essere aperta da Tom Brady. L’MVP del 2017 ha appena compiuto 41 anni e i suoi Pats hanno grosse falle in molte zone del campo, specie fra i ricevitori. Ma se New England resta la favorita dei bookmaker il merito è principalmente del GOAT. Segue a stretto contatto Aaron Rodgers, che di recente ha messo la firma sul contratto più ricco di sempre in NFL. Come i Packers sono affondati senza il loro leader, così quest’anno si ripropongono grazie a lui come superpotenza della NFC. Stando a Vegas, Brady e Rodgers sono due dei tre giocatori favoriti a vincere il premio di MVP.
Tier #2 – Leggendari
Al livello immediatamente inferiore troviamo per primo Drew Brees. L’inestimabile presenza di Kamara e Thomas promette di rendere l’attacco dei Saints una letale macchina da yard e punti con pochi eguali guidata dal 39enne quarterback. Russell Wilson è indiziato ad un’altra stagione da one-man show, visto l’indebolimento sui due lati del campo degli Seahawks. L’intera città di Seattle è sulle sue spalle. A tenere alte le quotazioni di Ben Roethlisberger è la possibilità di contare sull’attacco più esplosivo della lega, ma lo status di incertezza legato a Bell potrebbe togliergli un alleato multitasking. Chiude il quartetto Matt Ryan. Il quarterback dei Falcons è al secondo anno con l’OC Steve Sarkisian e l’obiettivo non può che essere migliorare la scarsa chimica della scorsa stagione.
Tier #3 – Dal gesso al successo
Categoria un po’ jolly, ma attraversata da un fil rouge: gli infortuni. Andrew Luck ha finalmente recuperato dall’infortunio alla spalla destra che lo aveva messo KO per tutto lo scorso anno. Da lui i Colts si aspettano una stagione da MVP per poter contendere nella insidiosa AFC South. Carson Wentz ha chiuso il suo 2017 a un passo dal SBLII per via della rottura di ACL e MCL. La sua speranza è riprendere il discorso da dove si era interrotto, ma restano dubbi sulla data del suo ritorno in campo. Infine Deshaun Watson, la cui carriera fra i pro è cominciata con 21 TD totali in 7 partite. Come per Wentz, anche per lui è stato il ginocchio a cedere, pur in allenamento e non per un trauma diretto. Il suo recupero è ormai completo, ma per un ritorno totale della sua esplosività potrebbe volerci più tempo.
Tier #4 – Franchise QB
Il piano per il 2018 di Cam Newton è chiaro: più pocket passer, più precisione e meno improvvisazioni. Potrebbe essere l’anno in cui ritorna ai livelli dell’MVP del 2015. Ogni stagione Matthew Stafford è costantemente l’MVP dei Lions per distacco. Solo la pochezza dei pezzi di contorno e l’eccellenza della division ne hanno oscurato l’aurea. Il paradosso di Philip Rivers è che sotto molti punti di vista è in uno stato psicofisico migliore dei vecchi compagni di draft Eli e Big Ben, ma non ha nulla alle dita per dimostrarlo. In Jared Goff i Rams hanno il QB ideale: giovane, efficiente e sottopagato. La pressione a LA ora è alle stelle, starà a Goff essere leader in campo. Il contrattone firmato in estate ha messo sulle spalle di Kirk Cousins un’enorme responsabilità. Cpt. Kirk offrirà una maggiore ampiezza al playbook offensivo rispetto a Keenum e il rientro di Cook vale oro.
Tier #5 – Qualcosa da dimostrare
Anche i tre quarterback che seguono hanno un profilo da franchise quarterback, ma devono cimentare il loro ruolo coi fatti. Riflettori puntati sul terzo anno di Dak Prescott. Età e skillset lo rendono una possibile pietra angolare dei Cowboys per i prossimi 10-15 anni, ma si è insinuato il dubbio che si tratti solo di un fugace fuoco d’artificio. Cresce la curiosità fra i tifosi dei Raiders su quale versione di Derek Carr apparirà quest’anno a Oakland. Il Carr del 2016 da 28 TD e 6 INT oppure quello del 2017 da 22 TD e 13 INT? Coach Gruden spera di risollevarne le quotazioni spingendolo al limite fisico e mentale. L’arrivo di Jimmy Garoppolo lo scorso novembre ha totalmente cambiato il panorama nella Baia, ma cinque partite sono un campione statistico esiguo. Esaurito l’effetto luna di miele, allora si capirà davvero il valore di Jimmy G.
Tier #6 – Solidi veterani
Nel 2017 Alex Smith ha modificato la percezione di sé come mero game manager, registrando career high in yard lanciate (4,042), touchdown (26), e soprattutto finendo col passer rating più alto dell’intera lega. Smith offre consistenza e affidabilità ai Redskins, ma l’orizzonte temporale è molto ridotto. Ultima chiamata per Eli Manning. Per lui i Giants hanno firmato un LT di grande livello, draftato Barkley invece di un QB da primo giro e rinnovato OBJ. A 37 anni non c’è spazio per ulteriori passi falsi. Joe Flacco si affaccia a questa stagione sentendo il fiato sul collo. Non solo le sue prestazioni del 2017 sono state in diminuzione da standard tutt’altro che eccellenti, ma dal 2019 ai Ravens costerà meno tagliarlo che tenerlo in squadra. A riprova di ciò, RGIII è il suo nuovo backup e per Lamar Jackson hanno fatto trade up all’ultimo draft.
Tier #7 – Giovani sospetti
Per il quarto anno fra i pro, la missione di Marcus Mariota è quella di uscire dal guscio. Nelle 42 partite giocate con i Titans, Mariota è 20-22 e lo scorso anno ha chiuso con 13 TD e 15 INT. Con Watson e Luck sani, prestazioni così non saranno più sufficienti per tornare ai playoff. L’ex prima scelta assoluta Jameis Winston ha vissuto un’estate turbolenta, culminata con una squalifica delle prime tre giornate. Se, oltre che fuori, i Bucs avranno dubbi su di lui anche dentro al campo, potrebbe dover cercare una nuova squadra. Mitch Trubisky ha un body of work decisamente inferiore agli altri due giovani, ma i dubbi sul suo valore non hanno tardato. La speranza dei Bears è quella che Trubisky segua la traiettoria di Goff e Wentz, scelti alti e poi esplosi al secondo anno. Sperando di non diventare invece un Jake Locker qualunque.
Tier #8 – Rimpiazzabili
La fiducia di Elway in Case Keenum lo ha portato ha bypassare i promettenti QB al draft di quest’anno e investire sull’ex Viking $36M per i prossimi due anni. Nonostante ciò, è chiaro che non si tratta di una risposta sul lungo periodo. Nonostante la conquista dei playoff, i Bills hanno comunque scelto di rimpiazzare Tyrod Taylor. Ora i Browns, che hanno draftato Mayfield, potrebbero fare lo stesso in qualunque punto della stagione. Un 2017 disastroso non a portato alcuna rivoluzione a Cincinnati e questo sebbene Andy Dalton abbia condannato i Bengals ad avere il peggior attacco della lega. Dopo aver saltato per infortunio le ultime 4 partite del 2016 e l’intera stagione 2017, Ryan Tannehill è pronto a riprendersi il posto da titolare. Con Miami in rebuilding, anche il posto dell’ex Aggie per il futuro è in forse. Infine, Blake Bortles. Per quel poco che i Jaguars gli chiedono di fare, praticamente ogni altro QB della lega potrebbe replicarne le prestazioni.
Tier #9 – Pronti al macero
Sam Bradford è ben oltre l’etichetta di rimpiazzabile. La sua permanenza in Arizona è legata alla prima unghia rotta o moscerino in un occhio che lo terrà fuori per 10-12 settimane. Battute a parte, la fragilità di Bradford potrebbe costringerlo ad abbandonare del tutto l’NFL al prossimo serio infortunio. Ultimo degli ultimi è Nathan Peterman. Il solo fatto di aver potuto avere una seconda chance da titolare a Buffalo dopo i 5 intercetti in un tempo dell’anno scorso è a dir poco risibile.
N/A
Se la matematica non è un’opinione, fin qui abbiamo classificato 30 dei 32 quarterback. Il ranking non tiene infatti conto di Sam Darnold e Patrick Mahomes. Il rookie non ha ancora lanciato un passaggio in stagione regolare e la preseason non può certo bastare per dare giudizi chiari. Mahomes ha una sola gara da titolare in carriera, ma trattasi dell’ininfluente Week 17. Servirà un anno intero per capire dove posizionarli nella classifica 2019. Infine, non classificabili Foles e Fitzpatrick, poiché semplici tappabuchi temporanei.
MVProf