NBA Preview – Central Division
Analisi division per division di tutte le squadre NBA
CHICAGO BULLS
A un anno di distanza dalla trade di Jimmy Butler, i Chicago Bulls hanno legittimi motivi per sentirsi soddisfatti. Le pedine ricevute allora come contropartita sono i punti fermi su cui ripartire. Dunn ha più che raddoppiato le cifre della sua deludente stagione da rookie ed è ora pronto a vestire i panni da titolare. Zach LaVine non ha eliminato tutti i dubbi dopo la rottura del crociato, ma la dirigenza ha comunque scelto di investire su di lui $78M per i prossimi 4 anni. Lauri Markkanen è già diventato l’idolo dei fan e, insieme al fisico, cresceranno anche le sue abilità. La scommessa dell’estate è stata riportare a casa il chicagoano Jabari Parker con un biennale da $40M non garantito per il 2019-20. Dopo i fasti di HS e college, gli infortuni ne hanno martoriato la carriera: a soli 23 anni merita comunque un’altra chance. Dal draft è arrivato Wendell Carter jr, destinato a prendere il posto di Lopez in quintetto e testare la coabitazione con Markkanen. Le prospettive sono da 10°-11° posto con la possibilità di diventare la sorpresa dell’anno.
CLEVELAND CAVALIERS
Comincia, anzi ricomincia, l’era post-LeBron James per i Cleveland Cavaliers. La principale novità riguarda il rookie Collin Sexton e per lui le aspettative sono alte. Non solo per quanto fatto vedere ad Alabama, ma anche perché i Cavs hanno scelto di tenersi tale lottery pick invece scambiarla e trovare a LeBron una seconda spalla. Per il resto, tutto è rimasto invariato. Cleveland sembra aver preso in prestito il blueprint degli Heat del 2014: mega estensione alla propria superstar rimasta e fiducia rinnovata ai senatori spesso criticati. La voglia di rivincita può essere un motore importante, ma presto le inevitabili lacune verranno a galla. Ad esempio, Rodney Hood avrà l’ingrato compito di sostituire LBJ e le sensazioni non sono delle migliori. Riflettori puntati anche su coach Lue, che ora avrà modo di provare le sue abilità senza l’onere e l’onore di passare le sue scelte al vaglio di LeBron. In conclusione, si tratta di un team destinata al testacoda. E a loro conviene esserlo: solo finendo fra le peggiori 10 manterranno la propria scelta ai draft 2019 e 2020.
DETROIT PISTONS
I Detroit Pistons rappresentano al meglio il concetto di squadra tiepida. Da un lato, possono archiviare la negativa esperienza Van Gundy e aspettarsi un deciso upgrade da Dwane Casey. Inoltre, il 5 volte All Star Blake Griffin avrà tutto il training camp per trovare l’intesa con i compagni e assumere il ruolo vacante da tempo di leader. D’altro canto, la dirigenza non ha fatto molto in estate per migliorare una second unit già in difficoltà lo scorso anno. Senza una prima scelta, sono arrivati Glenn Robinson III e i veterani Pachulia e Calderon. Tuttavia, è stato perso un giocatore non spettacolare, ma funzionale come Tolliver. Jackson e Drummond completano con Griffin la spina dorsale del team, ma restano dei Big 3 sospetti. Se Blake non è riuscito a vincere a Lob City con CP3 e Jordan, appare quasi impossibile che possa riuscirci ora con due spalle più modeste e un fisico meno esplosivo. Secondo Vegas, il loro under/over è fissato a 38W, minimo sindacale per scalzare Cleveland e puntare all’ultimo posto utile per i playoff.
INDIANA PACERS
Lo scorso anno, gli Indiana Pacers sono stati la vera sorpresa della lega. Partiti come una squadra da rebuilding massiccio, sono arrivati a giocare Gara 7 del primo turno dei playoff e a mettere in seria difficoltà i Cavs. In estate, la dirigenza pare aver fatto tutte le mosse giuste per conservare l’ossatura precedente per valorizzare ancora di più il Most Improved Players el 2017 Victor Oladipo. Se il quintetto è rimasto inalterato, una panchina non sempre all’altezza è stata ricostruita e ampiamente migliorata. Confermati i soli Sabonis e Jospeh, sono arrivati pedine funzionali come McDermott, O’Quinn e soprattutto Tyreke Evans, sesto uomo di lusso. A loro si unirà il terzo fratello Holiday dopo Jrue e Justin, ovvero Aaron Holiday da UCLA. A salutare è stato invece il sempre problematico Lance Stephenson, ora passato dall’altra parte della barricata come nuovo socio di LeBron a LA. Come si dice in inglese, addition by subtraction. Per tutti questi motivi, Indy ha tutte le carte in regola per ambire a migliorare le 48 vittorie e il 5° posto ad est dello scorso anno.
MILWAUKEE BUCKS
“I just wanted to show him that I am not here to mess around.” Con questa frase Giannis Antetokounmpo ha spiegato perché si è presentato tre ore in anticipo per il suo allenamento speciale con Kobe Bryant. Allo stesso modo, questo può essere considerato il motto dei Milwaukee Bucks per la stagione 2018-19. Le 44 W dello scorso anno sono anche della instabilità in panchina, ma Mike Budenholzer – preferito a Messina e a Becky Hammon – è l’uomo giusto per rilanciare la squadra. Coach Bud potrà contare sul Greek Freak, di gran lunga il miglior giocatore della division e nei top 3 ad est. Tuttavia, nei suoi cinque anni in Wisconsin non ha ancora vinto una serie di playoff e questo non è più accettabile. Perso Jabari Parker, sono arrivati comprimari di livello come Ilyasova, Lopez e Connaughton col compito di migliorare il gioco perimetrale della squadra. Interessante anche la scelta del campione NCAA Donte DiVincenzo da Villanova. L’obiettivo stagionale dei Bucks non può che essere un’incursione almeno fino al secondo turno dei playoff, con la possibilità di giocarsi l’accesso alle finali ad est.
MVProf