Mayweather vs McGregor: la presentazione

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Tutto quello che c’è da sapere su uno degli incontri più attesi e controversi di sempre

Oggi, sabato 26 agosto 2017, andrà in scena l’attesissimo incontro di boxe fra Floyd Mayweather e Conor McGregor. Il match che da settimane fa discutere gli USA andrà in scena alla T-Mobile Arena di Las Vegas alle 9 di sera, orario del Pacifico. Negli USA è visibile in pay-per-view su Showtime per 100 dollari, mentre in Italia nessun canale ha acquistato i diritti. Ecco in quattro punti tutto quello che c’è di importante da sapere.

I PERSONAGGI

FLOYD MAYWEATHER – Un’autentica leggenda della boxe. Nella sua carriera che spazia attraverso due decenni ha sconfitto tutti i più grandi atleti coevi in cinque diverse categorie di peso. Nel suo palmares figura anche un bronzo olimpico ad Atlanta ’96 e proprio alla semifinale olimpica di allora risale l’ultima sconfitta del boxeur americano. Da allora non si è più fermato, fino ad accumulare l’impressionante record di 49-0. Insieme ai successi, di anno in anno crescevano anche i guadagni derivanti dai suoi incontri, guadagni che ad oggi ammontano a circa $700M. Non a caso il suo soprannome più gettonato è quello di “Money” Mayweather. Dopo aver combattuto Manny Pacquiao e André Berto nel 2015, Mayweather ha deciso di appendere i guantoni al chiodo, forte di un record senza sconfitte e che pareggiava quello storico del mito Rocky Marciano, pugile italo-americano degli anni ’50 che a sua volta chiuse la carriera a 49-0. Floyd è un vero e proprio personaggio sui generis. Nato nella miseria, cresce con una madre eroinomane e un padre violento, a cui lo zio di Floyd spara quando il bambino non ha nemmeno un anno. Col crescente successo, non sono però mancati i problemi nemmeno in età adulta. Nel 2010 viene accusato di violenza domestica ai danni della madre di suo figlio, accuse formalmente cadute, ma in maniera poco limpida. 4bb48606378a7ffd81e65acd8ad7ff93_crop_exact.jpgPiù di recente la IRS, l’agenzia delle entrate USA, ha comunicato al pugile di vantare nei suoi confronti un credito di una cifra che oscilla fra i 20 e 30 milioni di dollari, questione ufficialmente ancora in sospeso.

CONOR MCGREGOR – Ad incrociare i guantoni con lui sarà un pugile che è a sua volta imbattuto, in virtù del suo record di… 0-0. Già, perché il mondo di McGregor è sì a sua volta relativo ai combattimenti, ma solo tangente a quello della boxe, in cui farò oggi il suo debutto assoluto. Egli infatti è uno degli atleti di punta della UFC, la lega di arti marziali miste che negli ultimi anni sta avendo clamorosi successi di fan e incassi. Fondata appena nel 1993, di recente ha avuto un’ascesa verticale di popolarità grazie all’aiuto di campioni come McGregor, Ronda Rousey e Jon Jones, ed è stata venduta quest’estate per la somma record di $4 miliardi. All’interno della lega, McGregor vanta un record di 21-3 in appena tre anni di carriera con la UFC. Come Mayweather, a sua volta McGregor ha un’infanzia difficile. Prima di diventare “Notorious,” McGregor nasce a Crumlin, sobborgo povero di Dublino e per mantenersi è costretto a lavorare come idraulico. Poco più di dieci anni dopo e in una sola notte, il lottatore irlandese è destinato a quadruplicare gli incassi fin qui raccolti in carriera: secondo H/T Boxing Kingdom, è stato stimato che dopo il tramonto McGregor poterà a casa sui $127M. Lo spigoloso accento irlandese resterà allora davvero l’ultima cosa a legarlo ad un’origine umile e quasi disperata. Ma è anche grazie ad un ambiente ostico in cui sopravvivere se oggi egli è esperto in varie discipline, quali kickboxing, jiu jitsu, taekwondo, capoeira, e pugilato.

IL PREQUEL

Ci sono voluti più di due anni per arrivare a questo match. È durante il talk show Conan, nel luglio 2015, che Conor per la prima volta accenna alla possibilità di sfidare Mayweather. Ad aprile 2016 con un tweet Mac minaccia il ritiro dalla UFC, ma già a maggio si rincorrono insistenti le voci di un incontro contro Mayweather. A novembre Conor ottiene la licenza per boxare. A inizio 2017 “Money” Mayweather rompe gli indugi e si dice pronto a tornare sul ring, interrompendo il suo ritiro annunciato due anni prima e solo per Conor. Dopo lunghi tira e molla il 14 giugno entrambi firmano un contratto che sancisce ufficialmente il match. Il documento avvantaggia Floyd nei numeri e nelle clausole: su tutte, si combatte esclusivamente con le regole della boxe, con guantoni da 10 libbre e grosse penalità per McGregor nell’eventualità che questi si riduca a tattiche illegali. In pratica, è come se gli All-Blacks andassero a giocare contro i New England Patriots, ma fossero costretti ad indossare caschi e protezioni, e usare un pallone da football. Dall’11 luglio è partito il carrozzone mediatico per sponsorizzare il match in quattro città, con inizio a LA. Conor ha esordito con un gessato nelle cui righe è scritto in piccolo F**K YOU. E il linguaggio scurrile è stato il filo conduttore anche delle seguenti tre tournée fra NYC, Toronto e Londra. Il momento più controverso è quello in cui Mac ha detto all’avversario “Dance for me, boy.” Nella cultura americana, chiamare un uomo adulto di colore “boy” equivale ad un termine dispregiativo di stampo razzista. Per quanto Conor non sia un santo, le accuse di razzismo sembrano esagerate, se non altro poiché è quantomeno difficile inquadrare storia e linguaggio dello schiavismo americano con modi e cultura dell’Irlanda. Nella tournée McGregor è sembrato avere la meglio sia come feedback di pubblico che a parole. La mancanza di volontà di contrattaccare da parte di “Money” Mayweather è facile da giustificare con l’idea che a questi importasse solo il risultato del ring e non delle chiacchiere. Il circo mediatico simil-WWE creatosi ha aiutato a montare l’attesa per il match, ma al tempo stesso ha riacceso la diatriba razziale fra bianchi contro neri, con Conor forzato al di là delle sue intenzioni nei panni della versione moderna della “Great White Hope” James Jeffries. E sfortunatamente i due non hanno fatto niente per aiutare a convogliare la narrativa del match su binari più consoni.

PUNTI DI FORZA

IN FAVORE DI MONEY – Più o meno tutto. In primis l’esperienza. Lo stile di Mayweather può non essere spettacolare, ma senza dubbio pratico. “Money” Mayweather in carriera ha “appena” 26 incontri vinti per KO. Prima del controverso KO a Ortiz nel 2011, il precedente KO assestato risaliva addirittura al ’99. Detto ciò, con 49 successi e zero sconfitte lamentarsi dello stile sembra un argomento davvero frivolo. Il suo stile si basa principalmente nel trovare il momento giusto per attaccare, mandando a segno i colpi quando conta e schivarli in ogni circostanza. Stando ad uno studio di Compubox, May in carriera ha schivato il 78% dei pugni tirati nella sua direzione, una statistica spaventosa. Tutto ciò che il pluri-campione deve fare è rimanere fedele ai suoi principi, senza cadere vittima di tranelli, provocazioni o quant’altro. Da professionista qual è, è difficile pensare che commetterà alcun errore, specie con la consapevolezza che superare il record di Marciano è a portata di mano. Non a caso qualunque conoscitore della nobile arte dà Mayweather come favorito clamoroso e Vegas sembra concorde. Per dare un’idea, scommettere $100 sul boxeur fa guadagnare la miseria di $22; scommetterli sul campione di MMA ben $325.

IN FAVORE DI NOTORIOUS – A molti fa storcere il naso che un pugile al primo vero incontro in carriera possa sfidare quello che per molti è uno dei migliori di sempre pound for pound. Siccome però l’incontro si farà a prescindere dagli scettici, proviamo a vedere dove Conor può avere dei piccoli vantaggi. A livello numerico, l’irlandese è in vantaggio su tutta la linea, come età (29 anni contro 40 anni), altezza (5’9″ contro 5’8″), peso (153lb contro 149.5lb), allungo (74″ contro 72″) e cosiddetta “ruggine da ring” (9 mesi contro 2 anni). Il problema, quello vero, è che il ring su cui il mancino di Dublino è solito salire è un ottagono circondato da una gabbia e non un quadrato circondato da corde, dove per di più si combatter per 5 round e non per 12. Ma nessuno si aspetta che questo match sarà deciso dai giudici. Al contrario di May, Conor ha una ben più alta percentuale di KO, ovvero 18 su 21 incontri disputati. Il fatto di non poter fare affidamento su prese e calci è un limite, ma lo scorso novembre sono bastati all’irlandese 13 secondi e un solo letale pugno per mettere KO José Aldo a UFC 194. Con l’approvazione della Nevada Athletic Commission di passare da guantoni di 10 libbre a quelli di 8, Conor potrebbe avere un altro mini vantaggio. E allora un pugno ben assestato potrebbe cambiare tutto.

PREVISIONE

Il rischio principale per McGregor è partire guascone e provocare Mayweather, il quale potrebbe rifilargli una mitragliata di colpi e finirlo in pochi secondi. Più difficile pensare l’opposto, visto che di Floyd si può criticare di tutto, tranne che la mancanza di fame sul ring. Battere il record di Marciano significa tutto per lui, così come la striscia di imbattibilità. Perdere entrambe per mano di un debuttante non è qualcosa che il pugile 40enne è disposto a lasciare che accada. Dal canto suo, Conor ha poco da perdere. Se vince, sarà visto da tutti come il dominatore di due sport diversi e l’atleta in grado di realizzare il più grande upset della storia dello sport, forse anche più del Leicester. In caso di sconfitta, avrà comunque le scusanti di aver perso contro un grandissimo e non al suo sport. In entrambi i casi, si è assicurato un incasso a nove cifre: un materasso piuttosto imbottito per attutire la probabile caduta al tappeto. Difficile finisca orizzontale da subito, visto che il partner in affari (perché alla fin fine questo sono) ha tutto l’interesse per mettere su uno show per i fan con una parvenza di suspence. Ecco quindi cosa succederà. Mayweather partirà concentrato come al solito, senza strafare, mentre McGregor cercherà di innervosirlo, invano. Verso il 4° o 5° round, dopo un periodo di studio dell’imprevedibile e poco ortodosso sfidante, Floyd partirà con una serie di precisi colpi a bersaglio che porteranno Mac a barcollare. Tempo uno o due ulteriori round e l’arbitro fermerà l’incontro temendo per la salute dell’irlandese e decreterà la vittoria per KO tecnico per Mayweather. Conor si lamenterà per settimane, ma non ci sarà rematch. Per allora Mayweather starà già guidando verso il tramonto sulla sua Koenigsegg CCXR Trevita e borse piene di contanti.

MVProf

 

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