Lonzo vs Everybody

Per Ball la strada verso il rispetto dei suoi pari è fin da subito in salita

Da molto prima che entrasse nella lega, Lonzo Ball ha avuto un discreto bersaglio sulla schiena. Suo padre LaVar – genio visionario o pazzo furioso, decidete voi – ha da sempre riposto enormi speranze nel primo dei suoi tre figli maschi e da mesi parlava di come fosse nel destino di Lonzo diventare il nuovo play dei Los Angeles Lakers. Grazie al talento del primogenito, ma anche per via di un’intensiva campagna pro-Lonzo portata avanti dal padre, al draft di quest’anno è stato scelto con la seconda chiamata assoluta ed è effettivamente finito in SoCal. Le parole pompose e piene di promesse pronunciate da LaVar dipingevano per Zo un futuro praticamente da superstar. Per lui aveva già previsto il premio di rookie dell’anno, l’accesso ai playoff e prestazioni da erede di Magic Johnson. Il tutto calzando una scarpa da “soli” $495, le ZO2, auto-prodotte da Big Baller Brand.

Questa propaganda prorompente ha incontrato il favore di alcuni, ma inevitabilmente l’irritazione di altri. Fra questi figurano molti giocatori NBA, nei quali senz’altro si è insinuato un sentimento di gelosia nel vedere un 19enne arricchito e riverito prima ancora di mettere un piede sui parquet NBA. Il debutto di Lonzo è stato un vero battesimo del fuoco. Nel derby contro i Los Angeles Clippers, si è trovato contro Patrick Beverley, un giocatore diametralmente opposto Risultati immagini per lonzo ball lavarrispetto all’ex UCLA sia per stile che per background. Scelto a metà secondo giro del 2009, questi dovette navigare a vista fra America e Europa, tagli e ritagli per altri quattro anni prima di trovare il posto fisso in NBA.

Col mastino Beverley alle calcagna, Lonzo ha chiuso la sua prima partita fra i pro con 3 punti tirando 1 su 6, più 9 rimbalzi e 4 assist. Troppo presto per chiamarlo un bust? Nella successiva partita contro i derelitti Phoenix Suns, si è infatti riscattato con una signora prestazione da 29 punti, 11 rimbalzi e 9 assist. Troppo presto per dargli del fenomeno? Contro i Washington Wizards ha di nuovo avuto puntato contro un mirino, stavolta cortesia di John Wall in persona, che aveva promesso di “torturarlo per 48 minuti.” Inevitabilmente, Ball è tornato a faticare, tirando con lo 0% ogni qualvolta Wall era in marcatura su di lui.

Fra i prossimi giocatori destinati a marcarlo, c’è ora una fila di tipi tosti capeggiata da Rubio, Bradley e Conley. Dopo quattro partite, i Lakers sono 2-2 e Ball sta tirando sotto al 32% dal campo (che diventa 21% nelle sconfitte) e sotto al 23% dal perimetro. Allo stesso tempo, le sue medie parlano di 11.5/9/9, ovvero a un rimbalzo e un assist dall’avere una tripla doppia di media. Per lui si prospetta una stagione di alti e bassi, come naturale per un rookie. Ma, rispetto ai suoi coetanei, in più lui ha la certezza che quasi ogni avversario che gli si porrà di fronte darà un quid in più per fermare questo sbarbatello col padre dalla bocca larga. Eppure questo non sembra spaventarlo, proprio perché da una vita convive con le grosse pressioni del “padre elicottero” per antonomasia. Amatelo o odiatelo, qualcuno ricorda un altro rookie dai tempi di LeBron James che ancor prima di debuttare in NBA avesse un livello di aspettative così elevato?

MVProf

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