Le 4 destinazioni *meno* probabili per LeBron

LeBron è sul mercato, non tutti possono ambire ai suoi talenti

Ci siamo quasi. Ancora pochi giorni e la free agency dell’NBA avrà finalmente inizio. Dopo delle Finals quasi mai in discussione e un draft senza colpi di scena, molti fan e addetti ai lavori attendono con ansia che i movimenti di mercato portino finalmente quelle emozioni tanto attese. Chris Paul, Paul George e DeMarcus Cousins sono i nomi caldi del mercato, senza dimenticare Kawhi Leonard, ancora sotto contratto per un anno, ma separato in casa con gli Spurs. L’ago della bilancia resta però uno soltanto. LeBron James può liberarsi dal contratto con i Cleveland Cavaliers esercitando la sua player option e ritornare così sul mercato. Dopo la Decision del 2010 e il ritorno a casa del 2014, la carriera di King James potrebbe subire un nuovo cambio di scena. La scelta è per lui della massima importanza, poiché scegliere la destinazione sbagliata può rivelarsi la pietra tombale della sua rincorsa al trono di GOAT. Con James sul mercato, non esiste una singola squadra che non farebbe carte false per ricevere un invito alla corte del re e proporre il proprio sales pitch. Come raccontato in un articolo di qualche mese fa, Lakers, Rockets e 76ers possono offrire ottimi motivi per attrarre il giocatore lontano da casa, mentre i Cavs al contrario faranno l’impossibile per trattenerlo. Ma quali sono le destinazioni *meno* probabili? Per fare il paio con quelle più probabili, abbiamo immaginato quattro scenari che sfiorano il trip allucinogeno.

BROOKLYN NETS

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Il rapporto di LBJ con la Grande Mela è ben documentato. L’auto-incoronatosi “Re di New York” ha giocato al MSG, la Mecca del basket, alcune delle sue migliori partite di sempre. Pur non essendo i Knicks una realistica pretendente per LeBron, i Brooklyn Nets costituiscono, se possibile, una possibilità ancora più remota. Giocare nell’area di New York ma farlo per i Nets è quasi come ambire a San Siro, ma militare fra le fila del Cinisello Balsamo. I Los Angeles Clippers, a loro volta cugini reietti della propria città, almeno possono contare su un proprietario in Steve Ballmer che fa sembrare l’oligarca dei Nets Michail Prochorov un pezzente ($40B a $9B di patrimonio personale). Brooklyn non ha nemmeno più la presenza di Beyoncé a bordo campo come argomento forte per convincere i free agent. Anche se, stando alle voci, King James ha già conosciuto Queen B da vicino…
Livello di probabilità: moneta che cade di lato a testa o croce

SACRAMENTO KINGS

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Le voci suggeriscono che LeBron voglia trasferirsi in California, ma non contate i Sacramento Kings fra le destinazioni gradite. Nessuno, nel pieno delle proprie facoltà mentali, preferirebbe a Hollywood le attrazioni di Sac-town, come il museo delle ferrovie, il ponte sospeso e le quasi due ore di tragitto per la spiaggia più vicina. Il lato sportivo non è più appetibile. La squadra della capitale californiana ha messo in fila una serie di disastri dirigenziali che ha condannato il team a 12 stagioni consecutive senza playoff, primato NBA. L’ultima presenza in postseason risale infatti al 2006, quando Mike Bibby pesava 50kg bagnato e non era ancora diventato l’odierna versione afroamericana di Lou Ferrigno. Non si capisce quindi con quali argomenti possano attrarre LeBron a un ipotetico meeting. Oddio, forse offrirsi di rinominare la squadra “Sacramento King’s Kings” potrebbe titillare l’ego del re.
Livello di probabilità: nevicata a ferragosto

TORONTO RAPTORS

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Il più forte giocatore americano che se va in Canada? Un’idea ai confini della realtà che sarebbe il sacrilegio più antipatriottico che esista! Le speranze dei Toronto Raptors risiedono in buona parte che LeBron si scopra grande appassionato di alci, sciroppo d’acero e sanità gratuita. Ma per uno passa spesso e volentieri il tempo libero a Miami Beach, il rigido clima canadese potrebbe essere un problema. Per di più, le motivazioni sportive latitano, sebbene di queste quattro improbabili squadre i Raptors siano di gran lunga quella più competitiva. Peraltro, nelle ultime stagioni ha già dimostrato di essere il proprietario de facto della franchigia, avendo sconfitto i Raps in ciascuna delle ultime tre sfide ai playoff. Il dominio è stato talmente imbarazzante che la città canadese è a un passo dal cambiare nome in LeBronto. Di positivo, c’è che potrebbe ristabilire la fugace partnership con Johnny Manziel, nel frattempo emigrato in CFL agli Hamilton Tiger-Cats.

Livello di probabilitàrapimento alieno

CHARLOTTE HORNETS

Schermata 2018-06-23 alle 12.47.07.pngFin dall’infanzia, LeBron insegue il fantasma sportivo di Michael Jordan. All’inizio si trattava di emulazione, come con la scelta del numero e dello stile di gioco. Da diversi anni, però, LBJ si è cimentato in una faticosa scalata delle classifiche all-time detenute da Jordan nel tentativo di scalzarlo dal ruolo di GOAT. Per questa ragione, non esiste possibilità al mondo che LeBron voglia ridursi a dover chiamare Jordan “capo.” Cosa che accadrebbe se mai finisse ai Charlotte Hornets, dove troverebbe in His Airness il proprietario della franchigia. In tal modo la presenza di MJ proietterebbe sul Prescelto un’ombra totale che di fatto lo autorizzerebbe addirittura ad eccepire le scelte tecniche del suo giocatore. “Come hai fatto a sbagliare quel tiro? Lo sai che io l’avrei messo a occhi chiusi!” Peggio ancora se LeBron portasse in qualche modo gli Hornets alla vittoria di un titolo: al contempo aumenterebbe anche il numero di anelli di MJ.
Livello di probabilità: autocombustione subacquea

MVProf

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