La fine del mostro di Michigan State
L’ex dottore di MSU e della nazionale USA finirà la vita dietro le sbarre
Per Lawrence G. Nassar è calato il sipario. L’ex dottore della nazionale USA di ginnastica e dei Michigan State Spartans è stato condannato da 40 a 125 anni di reclusione per aver abusato di giovani atlete in un centro atletico dell’università. Per lui si tratta della terza condanna in pochi mesi. A dicembre era già stato condannato a 60 anni per pedopornografia e a gennaio a una pena dai 40 ai 175 anni sempre per abusi su minori. In totale, la reclusione arriva a un totale dai 140 ai 360 anni. Chiaramente, per il 54enne si tratta di una sentenza a vita. Da quando l’ex ginnasta Rachael Denhollander ha accusato Nassar per la prima volta a settembre 2016, più di 265 donne hanno raccontato la propria testimonianza. Fra loro, spicca McKayla Maroney, campionessa olimpica USA a Londra 2012 nel concorso a squadre femminile. Allora era simpaticamente diventata nota per “McKayla is not impressed,” una serie di meme nati dalla curiosa smorfia con cui dal podio aveva reagito alla medaglia d’argento guadagnata nel volteggio. Un risultato enorme per chiunque, ma un piccolo smacco per una perfezionista come lei. Nel 2017, ormai ritiratasi dalle competizioni ufficiali, il suo nome è tornato protagonista delle cronache, purtroppo per i motivi peggiori.
Altra atleta di primissimo piano a farsi avanti è stata Simone Biles, vincitrice di quattro medaglie d’oro a Rio 2016. I suoi pensieri sono stati affidati ad un post sul suo profilo Twitter. “I am not afraid to tell my story anymore. I too am one of the many survivors that was sexually abused by Larry Nassar. […] I won’t let one man, and the others that enabled him, to steal my love and joy.” La sua storia è stata raccontata a sua volta attraverso l’hashtag #MeToo e dimostra come questa piaga sociale non conosca nemmeno vincoli d’età. Stando alle testimonianze delle vittime, Nassar avrebbe abusato delle giovani atlete per anni. In alcuni casi, persino la sera prima delle loro gare a livello Olimpico in un periodo che si estende come minimo dal 1994 al 2016. Le storie delle sue vittime sono tristemente troppo simili per essere frutto di casualità o cospirazione. Come medico osteopata, era solito penetrare con le dita e senza guanti giovani atlete in età prepuberale e/o adolescenziale con la scusa di dare sollievo a ossa e articolazioni. Nassar è stato parte del team medico della nazionale americana fin da Atlanta 1996, e al contempo operava nelle strutture di Michigan State University, ateneo in cui si era laureato nel 1993.
MVProf