Kobe Day
Alla scoperta della storia di Kobe tramite il significato dei numeri
I cattolici lo ricordano per San Bartolomeo. I grossetani per la sagra del cacciucco. Per tutti i fan del basket, l’8 agosto ha una valenza ancora più speciale. È il Kobe Bryant Day. Data che, destino vuole, segue quella del suo stesso compleanno. Il 24/8 richiama i due numeri di maglia indossati in carriera da uno dei giocatori più incredibili della storia del basket. Ed è proprio su questi due numeri che vogliamo concentrarci oggi. Stando alla numerologia, l’8 è il numero dell’abbondanza materiale e del successo nel lavoro. È infatti con quel numero che Kobe compie i primi passi nell’NBA. Arrivato direttamente dall’high school ai Los Angeles Lakers, non impiega molto per mettere il proprio timbro sulla lega. Con la sua “nonstop energy and aggressiveness” conquista 8 All-Star Game, 4 All-NBA first team, 4 all-defensive first team, 2 titoli di miglior marcatore e 1 trofeo della gara delle schiacciate. Nel 2000 però LA è soprattutto il parco giochi di Shaquille O’Neal. La narrativa di quel threepeat è perciò quella di Afro Kobe spalla di uno Shaq giocatore più dominante della lega. Con ancora l’8 sulle spalle, contro i Toronto Raptors vive la magica notte degli 81 punti, numero che simboleggia importanti cambiamenti di vita dietro l’angolo. E infatti questi non tardano ad arrivare.
Alla ricerca di un nuovo inizio, nel 2006 ecco il cambio di numero. Non a caso, il 24 è il numero della famiglia. E Kobe di famiglie ne ha due. Da un lato, ricuce i rapporti con la moglie Vanessa dopo le accuse per stupro di una cameriera. Dall’altro, si carica sulle spalle i Lakers dopo la spaccatura con Shaq. L’obiettivo è dimostrare a tutti la sua crescita come uomo e come atleta. Sono gli anni del Black Mamba, del suo killer instinct che non conosce pause. Nelle parole del protagonista, “Physical attributes aren’t there the way they used to be, but the maturity level is greater. Marriage, kids. […] Things evolve.” Anche col nuovo numero e il ruolo di alpha dog i riconoscimenti non mancano. 10 All-Star Game, 7 All-NBA first team, 5 all-defensive first team, 2 titoli di miglior marcatore e 1 MVP. Le vittorie alle Finals sono 2, entrambe elevate dal titolo di Finals MVP. La rottura del tendine d’Achille accelera il declino, ma KB24 esce col botto. Tour nelle arene di tutta America e apoteosi agonistica all’ultima esibizione. I punti sono 60, il numero della casa. Sul parquet del suo Staples lascia cadere il microfono. *Mamba out*
Frobe e il Mamba. Due carriere distinte di dieci anni ciascuno. Da sole, entrambe meritevoli dell’ingresso nella Hall of Fame. Unite in un unico giocatore, lo rendono un Top 10 di tutti i tempi. Nemmeno dopo il ritiro, i riconoscimenti sono cessati. Nella cerimonia del ritiro della maglia, i Lakers scelgono di innalzare sia la #8 che la #24: un onore unico. Magic Johnson, presente alla serata insieme a tante leggende di LA, lo incorona addirittura “the greatest in purple and goal.” Hollywood lo premia con un oscar per Dear Basketball, il cortometraggio a fumetti tratto dalla sua lettera d’addio allo sport che ha tanto amato. Dopo alcune stagioni difficili, quest’anno i suoi Lakers hanno finalmente la possibilità di tornare competitivi. Ironia della sorte, è grazie all’arrivo del amico-nemico LeBron James. Usurpazione inaccettabile per i fan più integralisti di Kobe, che non sembrano tollerare la vista del numero di Jordan sulla maglia di Kobe. Di nuovo una questione di numeri. Allora è un altro il numero che potrebbe mettere tutti d’accordo. 17, il numero della pace e dell’amore per tutti. E il numero del prossimo titolo per la franchigia.
MVProf