Jimmy Eat World
L’ormai annunciata trade di Jimmy Butler stravolge il mondo NBA
Nemmeno il tempo di arrivare tranquilli all’inizio del training camp che una prima bomba di mercato ha attivato i radar dell’intera NBA. Nel tanto atteso meeting con coach Thibodeau, Jimmy Butler ha comunicato alla franchigia la sua volontà di lasciare i Minnesota Timberwolves. La notizia è una notevole sorpresa per tempi e modalità. Questa giunge infatti pochi giorni il nostro articolo sui cosiddetti Timberbulls, la reunion di ex giocatori di Chicago in quel di Minneapolis. Il fatto che Butler non sia disposto a dare all’esperimento made in Thibs nemmeno il tempo di provare la sua efficacia è piuttosto indicativo. Specie perché in Minnesota considerano Butler come un pretoriano della filosofia tutto cuore e sacrificio di coach Thibodeau. Tuttavia, il suo dietrofront non andrebbe visto tanto come un tradimento al suo mentore, quanto come una mancanza di chimica nel roster.
Già durante la scorsa stagione, Butler aveva fatto dichiarazioni forti nei confronti dei compagni, specie Karl-Anthony Towns e Andrew Wiggins. Secondo il 4 volte All-Star, uno giocherebbe solo per le statistiche individuali e l’altro non avrebbe sufficiente passione per migliorarsi. Una fonte vicina al giocatore avrebbe addirittura riferito che Butler è “all but fed up with the nonchalant attitude of his younger teammates.” Nonostante le riserve, la società vede in KAT e Wiggins il futuro, tanto che all’ex Kansas ha elargito una considerevole estensione da $146.5M lo scorso anno. Towns avrebbe addirittura posto come condizione per il suo rinnovo l’addio di Butler, segno di un’insanabile spaccatura. Quando si è sparsa la notizia su Butler, il fratello di Wiggins è stato fra i primi a reagire, con un inequivocabile “Hallelujah” su Twitter. Ad esso sono seguite una serie di scambi digitali feroci.
Se la risposta di Jimmy è stata affidata ad una frase sibillina durante un suo allenamento, a calare la mannaia è stato Stephen Jackson con un video su Instagram. In esso l’ex Spurs e Warriors prendeva in giro Wiggins e il fratello, criticandone l’assenza di cuore e passione per il gioco. La risposta per le rime a Capt. Jack è arrivata sempre tramite social. Prima Wiggins lo ha definito sostanzialmente un vecchio scarpone, poi il fratello ha raddoppiato la puntata tentando di screditarne la carriera in NBA. La controreplica video di Jackson è pura poesia, specie nel conclusivo “I’ll catch you in traffic.” Paliamo di un uomo noto per aver perso la testa al Malice of the Palace e per aver crivellato un’auto che lo aveva tamponato. A prescindere dal luogo, i fratelli canadesi farebbero meglio ad augurarsi di non dover mai trovarsi da soli con Stak.
Negli ultimi mesi, Butler aveva rifiutato un’estensione con i T’Wolves, ma allora nessuno suonò l’allarme. Infatti, era noto che gli convenisse aspettare fino all’estate 2019 per ottenere 5 anni a $187M dalla stessa franchigia. Attestata però l’impossibilità di cambiare la mentalità di Towns e Wiggins o di poterne ottenere la trade lontano dal Minnesota, l’ex Bulls si sarebbe quindi convinto Butler ad abbandonare Thibs. La sua destinazione più gradita sarebbero i Los Angeles Clippers, dove l’estate prossima potrebbe formare con Kawhi Leonard uno dei migliori duo di two-way player di sempre. Nella lista ci sono poi i Knicks, dove potrebbe venire raggiunto da Kyrie Irving, e i sorprendenti Nets. Stupisce l’assenza dei Lakers di LeBron nel mix, che pure per il 2019 potranno inseguire pesci più grossi.
Dopo Irving, Leonard e PG13, Butler è l’ultimo giocatore in ordine di tempo intenzionato a prendere controllo del proprio destino prima ancora della free agency. Nel suo doppio ruolo di coach e presidente, Thibs si è detto contrario a qualsiasi tipo di trade per il suo pupillo. Di parere opposto è però il proprietario dei lupi Glen Taylor, che si sarebbe messo in prima linea per trattare la cessione come già in passato con altre superstar quali KG e Love. Se confermata, tale operazione porterebbe anche all’addio di Thibs, poco propenso a soprintendere ad un rebuilding e certamente impossibilitato a riappacificare uno spogliatoio ormai sul piede di guerra. All’interno di questo tutti contro tutti fra campo e dirigenza, i T’Wolves rischiano di tornare in quella palude di mediocrità da cui erano appena emersi.
MVProf