Ramsey dalla bocca larga
Jalen Ramsey spara a zero sui QB dell’intera lega
Chi ha detto che non succede mai nulla durante la preseason? Di sicuro non Jalen Ramsey. La star dei Jacksonville Jaguars sta vivendo un’estate davvero piena di eventi. I suoi guai sono iniziati domenica scorsa, quando è stato squalificato dal training camp del team per una settimana. La causa risiede in una serie di tweet al veleno nei confronti della copertura a suo dire ingiusta di certi media. Se queste dichiarazioni avevano avuto un riverbero principalmente locale, la sua intervista per il magazine GQ ha colpito come un tornado l’interna NFL. Oggetto della sua esuberanza stavolta è una lunga lista di quarterback, a molti dei quali non ha certo risparmiato poderose bordate. Il cornerback inizia l’intervista con il giornalista Clay Skipper commentando il draft di quest’anno. Per la prima scelta assoluta Baker Mayfield ha solo commenti positivi, definendolo un giocatore “carismatico” e in grado di realizzare “grandi giocate.” Secondo lui, Lamar Jackson era il quarterback che più si avvicinava a Mayfield e si è perciò stupido di una sua selezione solo a fine primo giro.
In tema rookie, Jalen Ramsey usa al contrario parole brutali su Josh Allen. La sentenza non è negoziabile: “è spazzatura.” Tuttavia, Allen è solo il primo di una lunga lista di bersagli. A suo parere, Flacco “fa schifo,” Roethlisberger “è appena decente,” Luck “non è bravo,” di Tannehill non conosce nemmeno il nome, mentre Ryan è addirittura “sopravvalutato.” Commento quasi da rottamatore quello riservato a mostri sacri come Brady e Rodgers, che secondo Ramsey semplicemente “non fanno schifo.” Per giocatori come Garoppolo, Prescott e Goff il giudizio resta invece sospeso. In sostanza, bravi in quello che fanno, ma con competenze limitate. Non mancano nemmeno i QB promossi. Fra questi figurano giovani come Mariota e Carr, assieme ai veterani Brees e Rivers.
Allo stesso tempo, il CB esalta Wentz e Watson, secondo lui i futuri dominatori della lega per i prossimi dieci anni. Dopo tante dichiarazioni roboanti, Ramsey è apparso molto più accondiscendente quando si è passati a trattare del suo quarterback Blake Bortles. La sensazione, visto il tono generale, è che Ramsey debba imbrigliare il suo stream of consciousness per non inserire Bortles fra i QB ritenuti scarsi. Invece, se la cava con un paragone col fresco Super Bowl MVP Nick Foles. Se, come Philly, i Jags si affideranno al gioco di corse e alla difesa, a Bortles basterà essere competente nei pochi compiti affidati per ambire al Super Bowl. Nelle parole di Ramsey, tanto basta per essere definito “bravo – o almeno non scarso.” In totale, 26 quarterback sono passati sotto la lente d’ingrandimento di Ramsey.
L’ex FSU segue una lunga tradizione di defensive back dediti al trash talk, arte in cui Deion Sanders prima e Richard Sherman poi eccellono. Oggi Jalen Ramsey mantiene viva la tradizione, conscio che il campo sarà il giudice finale. Di abbassare i toni, in compenso, non se ne parla. E questo sebbene già lo scorso anno alcuni suoi commenti poco puntuali gli siano costati diverse critiche. Di ritorno dalla vittoria contro Pittsburgh, Ramsey prese il microfono e proclamò a gran voci ai tifosi accorsi allo stadio: “We’re going to the Super Bowl, and we’re going to win that bitch.” Non andò esattamente come programmato. Ora le sue nuove dichiarazioni potrebbero portargli contro letteralmente quasi ogni QB della lega, con dieci dei suoi bersagli ad attenderlo sui campi da settembre. Fra loro, solo in tre hanno raccolto attestati di stima. Meglio fare marcia indietro? Assolutamente no. Per lui è tutta benzina che alimenta il suo fuoco competitivo. In fondo, è anche grazie alla sua impenitente bocca larga se è diventato un fenomeno.