In mezzo come il giovedì

Il Thursday Night Football è noioso, pericoloso e odiato da tutti… eppure è destinato a non andare da nessuna parte

In una stagione in cui non sono mancati i motivi per criticare la NFL e le scelte operate dal commissioner Roger Goodell, il Thursday Night Football è stato certamente fra i motivi del contendere. Innanzitutto, un po’ di contesto. Il football è intrinsecamente uno sport violento e per questo può essere giocato ai massimi livelli solo una volta a settimana e all’interno di una schudule ridotta. Per fare un raffronto, la MLB ha una stagione regolare di 162 partite per squadra, la NBA di 82 e la NFL di appena 16. Non è certo un caso che la quantità di contatti e sforzo fisico siano inversamente proporzionali alla quantità di partite in programma per ciascuno sport. Per la NFL, la scarsità del proprio prodotto – nel senso più economico del termine – è croce e delizia. Da un punto di vista positivo, rende ogni singola partita molto appetibile, sia dal vivo che in tv, per pubblico e sponsor. D’altro canto, ha a disposizione un breve tempo nell’arco di un anno per “spremere” la risorsa (in altri termini, i giocatori) e farla fruttare. Da qualche anno, pare che alla NFL stia sempre più stretto il dover restare uno sport tradizionalmente domenicale e così ha espanso le proprie gare ad altre giornate.  In primis, ci fu l’introduzione del Monday Night, in uso dal 1970. In America il venerdì è da sempre il giorno del football nelle High School e il sabato di quello dei college. Il che lasciava il giovedì come unica serata utile per “l’anticipo” della settimana. Il Thursday Night Football è entrato in essere dal 2005, aumentando di anno in anno la sua presenza sui palinsesti.

Per diversi motivi, è una tradizione che sembra incontrare il favore di pochissimi, in primis quello del pubblico. Delle 13 partite in programma quest’anno,  solo due possono essere considerate memorabili, ovvero Niners-Rams e Raiders-Chiefs. Per il resto, è stato un “poopfest” (definizione colorita di Richard Sherman) difficile da commentare, specialmente data la quasi totale assenza di spettacolo. Questo il meglio del peggio:

  • Week 1: una delle peggiori esibizioni di sempre dei Patriots
  • Week 2: un solo touchdown combinato fra Bengals e Texans
  • Week 4: i Packers erano avanti sui Bears per 21-0 già dopo un quarto e mezzo
  • Week 8: Dolphins asfaltati 40 punti a zero dai Ravens e Flacco KO
  • Week 10: i Seahawks perdono Sherman per la stagione causa infortunio
  • Week 11: 4 intercetti lanciati da un disastroso Mariota contro gli Steelers
  • Week 14: i Saints perdono sei giocatori per infortunio durante il match
  • Week 15: un inguardabile Colts-Broncos, due squadre con record combinato di 7-19

Ad aumentare i malumori sono stati i tanti infortuni occorsi. Detto che un riposo di tre giorni fra due partite è appena sufficiente, va considerato anche il punto di vista tattico. I team infatti sono costretti in quello stesso lasso di tempo a condurre solo blandi allenamenti e sedute di video ridotte. Questo non può che risultare in un’esibizione di football di natura nettamente inferiore rispetto alla media.

E per fortuna che quest’anno squadre oscene come Browns e Giants sono state escluse da tale ingrata corvée. Per tentare di mettere un po’ di rossetto a questo maiale, la lega ha tentato strade traverse. Nel 2016 è stata lanciata la Color Rush, una serie di divise speciali monocromatiche da utilizzare solo per la partita di giovedì. Il risultato? Per chi ci vede bene, sembrano pigiamoni orribili. Ma peggio va ai daltonici, per i quali l’impressione è vedere 22 giocatori con la medesima divisa grigia. Un problema per una fetta certamente minuscola del pubblico, ma un ennesimo autogol per la lega, a metà fra il divertente e l’imbarazzante. La novità per quest’anno è stata la cosiddetta “Madden Cam,” una visuale aerea (escogitata in origine dalla XFL) che riprende quella del popolare videogioco e ha il pregio, questo sì, di dare agli spettatori una prospettiva dinamica e diversa dal solito. Ma se il TNF non piace a pubblico e giocatori, perché semplicemente non disfarsene? Da un punto di vista economico, alla NFL conviene tenere le cose come stanno, anzi continuare ad aumentarne la presenza, a prescindere dai rating modesti e dal malcontento dei diretti interessati. Per la lega infatti questo è certamente un asset prezioso, visto che può far guadagnare introiti extra per una partita in prima serata. Nello specifico, ESPN ha calcolato che sono stati incassati almeno $500M nelle ultime due stagioni grazie alle partite del giovedì. In difesa della lega, va detto che molte delle pessime esibizioni del giovedì sono giunte per una serie di circostanze imprevedibili. Ad esempio, con un Andrew Luck sano e col Trevor Siemian di inizio anno, Colts-Broncos sarebbe potuta valere per un posto ai playoff in AFC. Se allora il TNF è destinato a restare, bisogna trovare soluzioni nuove per renderlo appetibile.

Ma come? Dare la possibilità ai fan di chiamare gli schemi? Giocare partite al buio con divise fosforescenti? Idee fantascientifiche e balzane a parte, dare linfa al TNF sembra davvero un compito ai limiti del realistico. Partiamo col fattore risposo. L’obiezione di chi gioca di giovedì è il peso di dover giocare due partite in cinque giorni. D’altro canto, giocare un turno1b7b6692-696a-4c49-91b7-45d12492529c.jpg di TNF ha il pregio di concedere nove di riposo fino alla domenica successiva. Secondo questa linea teorica, ciò porterebbe maggiori chance di portare a casa una W. Se però andiamo a sommare tutti i risultati del turno domenicale post-TNF delle ultime due stagioni, troviamo un record combinato di 26-32. Ciò demistifica una ipotetica correlazione determinante fra un maggior numero di giorni di riposo e maggiori chance di vittoria. Il riposo è un fattore, ma che va nel calderone assieme a viaggi, temperatura, forza degli avversari, infortuni, squalifiche e tanto altro. Per venire comunque incontro alle squadre, la lega dovrebbe mettere in calendario per il TNF solo squadre che vengono da una bye week. Magari istituendo un double-header ogni giovedì per evitare inutili bye in Week 1 e 15.

Rimane l’ultimo scoglio da risolvere, quello relativo allo spettacolo, dove pero c’è però un equivoco di fondo. Banalmente, le partite del giovedì non hanno il lusso di “mimetizzarsi” con nient’altro. Se di domenica un Bills-Jets qualunque sarebbe visto quasi solo dai coraggiosi fan delle due squadre, isolato di giovedì finisce per forza di cose con lo scontrarsi col palato fino dei fan neutrali. Tuttavia, se si vuole mantenere il format attuale di un TNF da 26 squadre, sarà inevitabile che anche squadre di basso livello finiscano in prima serata. Migliorare il livello delle sfide è altresì difficile. Lo slot del palinsesto designato per le super sfide di cartello è da sempre il Sunday Night, l’orario che attira il maggior numero di spettatori di tutta la settimana di football in programma. Ad esempio, sono stati parte del SNF del 2017 Patriots-Falcons (il Super Bowl LI ½), Cowboys-Eagles, Steelers-Ravens e Viking-Packers. Se la NFL non vuole mollare la presa sul giovedì e al tempo stesso mettere un freno al calo di ascolti che affligge il TNF, potrebbe scegliere di rimescolare le carte e inserire qualche partita di prim’ordine di giovedì. Tuttavia, la lega non ha alcun incentivo per azzoppare il proprio miglior cavallo per dare fiato al suo peggior ronzino. Vero, trovare soluzioni è difficile, ma per un commissioner che vale $212.5M in 5 anni nulla dovrebbe essere impossibile…

MVProf

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