I Philadelphia Eagles vincono il Super Bowl LII

Gli Eagles portano a casa il primo Lombardi Trophy della loro storia

I Philadelphia Eagles hanno vinto il Super Bowl LII battendo 41-33 i New England Patriots al termine di una battaglia senza esclusione di colpi. Il modo in cui le due squadre arrivavano alla partitissima era quasi del tutto opposto. Da una parte gli Eagles, 0-2 nella loro storia al Super Bowl e dati per sfavoriti in ciascuna delle tre gare di preseason giocate, nonostante quel seed #1 guadagnato in stagione. A guidare questa muta di underdog il quarterback Nick Foles, sei anni in NFL fra alti e bassi, e pure l’ipotesi di ritiro anticipato. Nell’altro angolo, il scintillante 40enne Tom Brady, fresco vincitore dell’MVP nemmeno 24 ore prima e detentore di cinque anelli del Super Bowl. La cornice era il nuovissimo impianto dei Minnesota Vikings, lo US Bank Stadium della gelida Minneapolis. Dopo l’esecuzione dell’inno cantato da Pink, si parte con gli Eagles in possesso del primo pallone della gara. Da subito, il loro modus operandi continua laddove si era fermato due settimane fa contro i Vikings, ovvero macinando yard e convertendo con agevolezza terzi down (a fine serata la statistica dirà 10 su 16, un ottimo 63%).

Giunti in red zone, devono però accontentarsi di un field goal da tre punti. Tom Brady replica con un drive quasi identico, anch’esso incapace di racimolare più di tre punti con un agevole calcio piazzato. Curiosamente, si tratta dei primi punti segnati dai Patriots nel primo quarto in otto Super Bowl disputati da Brady. La parità dura meno di due minuti. A Philly bastano infatti tre azioni per mettere insieme 77 yard e segnare il primo touchdown della serata grazie ad un preciso lancio di Foles per Alshon Jeffery. Sbagliando l’extra point, il kicker Jake Elliott macchia in minima parte la giocata di squadra. Brady non resta a guardare e con un missile da 50 yard trova Danny Amendola poco prima della fine del primo periodo di gioco per rimettere in partita i suoi. L’esaltante secondo quarto inizia con i Patriots in red zone, nuovamente costretti ad un field goal. Tuttavia, uno snap non perfetto manda in tilt holder e kicker, e l’ovale si infrange sul palo. Gli Eagles vanno però immediatamente tree-and-out, dando subito ai Pats una chance di vendicare l’errore commesso. Nel tentativo di guadagnare qualche yard extra, Brandin Cooks non si avvede dell’arrivo dal lato cieco dal veterano Malcolm Jenkins e l’impatto è deflagrante, tanto da obbligarlo al forfeit anticipato per il resto della gara.

Il piano partita dell’attacco guidato per l’ultima volta dall’OC Josh McDaniels subisce un enorme choc e forse solo così si spiegano le successive scelte dell’attacco. Prima il trick play con il lancio di Danny Amendola per Brady che però manca la presa, poi la decisione di lanciare su quarto down, dove la mancata ricezione di Rob Gronkowski porta alla palla persa. L’immagine photoshoppata qui in basso rende ottimamente l’idea della portata di tale occasione sprecata. Gli Eagles infatti capiscono che il momentum della gara è a loro favore e vanno di nuovo a segno. Stavolta con l’ex Patriot LeGarrette Blount, che arriva in end zone infilandosi come un coltello caldo nel burro DVPcfQWVMAEcbYB.jpgdella difesa a zona avversaria. Sul punteggio di 15-3 gli Eagles danno il primo strappo importante alla gara. New England trova solo tre punti col drive successivo, ma sono assistiti dalla sorte quando un bel lancio di Foles è intercettato da Duron Harmon in seguito ad un’imprevedibile carambola. Sulle ali di questa pur casuale giocata, Brady trova l’ex giocatore di lacrosse Chris Hogan con un perfetto lancio da 43 yard.

Poco dopo, lascia a James White il compito di mettere la ciliegina al drive e segnare su corsa. Un orrendo extra point sbagliato da Stephen Gostkowski tiene le squadre sul 15-12. Non si può non notare che, senza gli errori del solitamente affidabile kicker, a questo punto New England sarebbe stata in vantaggio. Invece che giocare in maniera conservativa, coach Doug Pederson spinge sull’acceleratore per andare nuovamente a punti nell’ultimo drive del primo tempo, tattica non nuova al suo dirimpettaio. Infatti, se è noto che i Pats vanno spesso a punti negli ultimi due minuti del primo tempo (14 volte su 18 in stagione), l’allenatore degli Eagles ruba magistralmente una pagina dal manuale di coaching di Bill Belichick. E non solo quella. Infatti, la giocata che su quarto down porta il tight end Trey Burton a lanciare per Nick Foles è la fotocopia del trick play non riuscito in precedenza a Brady. Le due squadre vanno negli spogliatoi sul 22-12 per Philadelphia, dopo un primo tempo dominato dagli attacchi. Non per niente, si tratta del primo Super Bowl in cui i QB hanno lanciato per più di 300 yard a testa nel primo tempo.

Dopo il consueto intervallo extra large per lasciare il proscenio a Justin Timberlake, New England riapre le ostilità affidandosi al suo cavallo da traino. Gronk da solo griffa 68 delle 75 yard dell’intero drive e festeggia il touchdown con la patentata spike. Non sarebbe assurdo se gli Eagles, colpiti a freddo, vacillassero. Al contrario, Nick Foles conferma una volta in più di non essere arrivato al Super Bowl per caso e anzi legittima ulteriormente la sua candidatura ad MVP del Super Bowl. Il QB converte tre terzi down in un unico drive, di cui l’ultimo con un passaggio al bacio per il touchdown di Corey Clement. Brady risponde colpo su colpo, e con un’altra perla delle sue manda di nuovo a segno Hogan. La partita assume i connotati di una sfida fra pesi massimi con la guardia bassa che si scambiano cazzotti. Il terzo quarto finisce con Philadelphia in vantaggio di un singolo possesso, 29-26. Ancora una volta Brady inizia un 4° quarto sotto nel punteggio. Non che sia un problema, di solito: nel quarto decisivo delle ultime due apparizioni al Super Bowl, i suoi hanno segnato 39 punti senza concederne neanche uno agli avversari.

Devono però concederne subito tre a Elliott, che calcia il pallone fra i pali da 42 yard. La difesa dal canto suo non può nulla contro Brady, che col quarto touchdown della serata – il secondo per Gronk – porta New England avanti per la prima volta. Foles orchestra il miglior drive della partita, drenando più di 7′ dal cronometro e portando a casa il bottino grosso con Zach Ertz. 2’21” da giocare. 5 punti da recuperare. 75 yard da macinare. Palla a Brady. Sembra un film già visto, ma Brandon Graham decide di cambiare il finale. È suo il primo e unico sack della partita, condito da una sanguinosa palla recuperata. Per magnitudine la giocata ricorda quella di Dont’a Hightower su Matt Ryan di 12 mesi prima, solo che stavolta i Patriots sono dalla parte sbagliata della trama. Philly scuce altri tre punti, allargando il distacco sul 41-33. In teoria, con 9″ da giocare i tappi potrebbero cominciare a saltare dalle bottiglie, ma gli Eagles restano composti. Brady ha un ultimo jolly, ma l’Hail Mary per Gronk non giunge al destinatario. Philadelphia è campione NFL per la prima volta nella sua storia e Nick Foles è il suo improbabile MVP, il primo a vincere un Super Bowl dopo aver iniziato la stagione da backup. L’ultimo a riuscirci? Tom Brady nel 2001. Gli abitanti della città dell’amore fraterno si riversano per strada: la notte è tutta loro.

MVProf

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