Guida all’AFC 2017
In AFC riparte la caccia ai Pats: dietro a Steelers e Raiders si è già creato un gap importante. Miami cerca la conferma, Browns, Jags e Jets fanalini di coda
I FAVORITI
Ricominciamo da dove ci eravamo fermati. I New England Patriots erano, sono e saranno i favoriti principali, tanto a riconfermare il primato in AFC quanto a vincere il Super Bowl LII. Pur a 40 anni appena compiuti, Tom Brady appare destinato ad avere un’altra stagione da incorniciare anche grazie ai giocattoli nuovi appena recapitatigli. In offseason sono arrivati Brandin Cooks come minaccia verticale che mancava dai tempi di Randy Moss, Dwayne Allen che formerà un eccellente duo di TE con Gronk e, notizia recente, Phillip Dorsett come sostituto dell’infortunato Julian Edelman. Il gruppo di 53 giocatori e staff sembra testa e spalle sopra tutti: saranno comunque da valutare gli infortuni di Rivers e Jones, fermi per tutta la stagione come lo stesso Edelman, oltre che i rimpiazzi di Ninkovic e Blount. Primi e più accreditati avversari sono i Pittsburgh Steelers, eliminati lo scorso anno ai playoff proprio dai Pats. A differenza dell’ultima stagione, coach Tomlin potrà tornare a contare su Martavis Bryant, appiedato per tutto il 2016 per assunzione di sostanze proibite. In più, dopo un lungo stallo, ritorna Le’Veon Bell, lontano dal camp dal suo inizio per questioni contrattuali per la verità ancora irrisolte. Da sottolineare l’importante aggiunta dell’ultima ora di Joe Haden, fresco di taglio dai Browns. Con Big Ben che ha più che accarezzato l’idea del ritiro quest’estate, gli Steelers sono consci di avere una finestra non più così ampia per puntare al titolo. Questo senso di urgenza potrebbe fornire quel decisivo fattore x che lo scorso anno, fra infortuni e squalifiche assai poco provvidenziali, è mancato.
GRUPPO INSEGUITORI
Non è solo per il motivo espresso in alto che gli Oakland Raiders non rientrano nel duo di testa. Esistono altre motivazioni più concrete. In primo luogo, la difesa resta il punto debole della squadra, fra le peggiori 8 in molte voci statistiche lo scorso anno. Per quanto giocatori come Khalil Mack non si discutano, la secondaria nello specifico resta abbastanza sospetta. Da valutare anche la tenuta fisica di Marshawn Lynch per 17 settimane e la costanza del supporto da parte dei tifosi traditi, specie di fonte a quella che è la 4ª schedule più ostica dell’intera lega. Seguono, con distacco non lieve, Kansas City Chiefs e Houston Texans. Per i primi vale il discorso opposto rispetto ai Raiders, potendo contare su una difesa d’acciaio, ma un attacco poco prolifico. In più, proprio l’avere i meglio attrezzati nero-argento nella stessa division limita le ambizioni della squadra di coach Reid. Dal canto suo, Houston ritrova il suo leader JJ Watt, eroe in campo tanto quanto fuori, grazie ai cui sforzi sono stati raccolti oltre $17M in donazioni per le vittime dall’uragano Harvey. In generale, la difesa è il vero punto di forza del team e lo scorso anno quasi da sola è bastata a portarli alla postseason. Tom Savage è stato indicato come QB titolare, ma già da ora la sua tenuta traballa non poco, con l’ex Clemson Deshaun Watson pronto a prendere le redini. I texani sono i vincitori di division meno certi fra le quattro e paradossalmente le loro fortune partono e finiscono con le mancanze altrui.
IN LOTTA PER UNA WILD CARD
I Tennessee Titans sono forse maturi per dare la spallata decisiva ai Texans e salire finalmente sul trono della AFC South. Il motivo principale delle ambizioni si chiama Marcus Mariota, QB al terzo anno pronto per il salto di qualità. Aiuta non poco anche avere la seconda schedule più facile della lega. Anche se dovessero riuscire in tale impresa tutt’altro che impossibile, la differenza coi texani rimane inversamente proporzionale a quella coi cani grossi della conference. Due fattori non da poco ostacolano le ambizioni dei Miami Dolphins. Per prima cosa, il dover giocare in AFC East, anche nota come il salotto di casa Brady-Bündchen. Inoltre, l’infortunio al ginocchio già debilitato di Ryan Tannehill ha portato diversi punti interrogativi in quel di South Beach. Da un pool di candidati sostituti non certo destinati a scaldare il cuore dei tifosi è emerso vincitore Jay Cutler, ex Bears ormai ritiratosi e pronto a infilare la cuffia da telecronista. Avere la 6ª schedule più difficile non aiuterà. Chi invece ha addirittura la schedule peggiore di tutti sono i Denver Broncos, che giocheranno ben otto partite contro squadre che nel 2016 hanno vinto 10 o più partite. Tanti i dubbi legati al futuro del team, che ha da poco tagliato un pezzo fondamentale della loro clamorosa difesa in TJ Ward e al contempo riaccolto Brock Osweiler in un trio di QB che comprende il tiepido Siemian e l’acerbo Lynch. A dispetto dei punti interrogativi, anche da solo Von Miller regala ai suoi qualche timida speranza di postseason, per quanto ridotta al lumicino.
NÉ CARNE NÉ PESCE
Gli Indianapolis Colts sono a loro volta alle prese con problemi relativi al parco quarterback. Andrew Luck si è operato alla spalla lo scorso gennaio, ma fino ad ora è restato ben lontano dai campi. La dirigenza conta di preservarne l’integrità, ma, a prescindere dalla data del suo rientro, Luck dovrà continuare a fare i conti con una squadra offensivamente non alla sua altezza e con una delle peggiori O-line della lega. Scott Tolzien è pronto a sostituirlo per la Week 1 e Jacoby Brissett, fresco di arrivo dai Pats, fornisce un’alternativa interessante. Chiudono il gruppo Baltimore Ravens e Cincinnati Bengals. I primi hanno come ogni anno le loro chance di rendere la vita dura a Pittsburgh, per quanto non è chiara l’entità dei problemi alla schiena da Joe Flacco. Le tigri sono da anni in questo limbo di mediocrità da cui è difficile uscire e con queste premesse forse sarebbe meglio cominciare a pensare al futuro più che a un presente con pochi sbocci. In questo senso, gli atti criminali di Vontaze Burfict non aiutano di certo la causa dei suoi.
RITENTA, SARAI PIÙ FORTUNATO
Freschi di trasloco, i Los Angeles Chargers sono forse la migliore fra le squadre più scarse di entrambe le conference. Innanzitutto, devono fare i conti col dover giocare nella division più forte della NFL e che almeno in parte per questo consegna puntualmente ai Chargers da diverse stagioni schedule molto molto toste. Quest’anno non fa eccezione, con 7 delle prime 8 avversarie che hanno chiuso il 2016 con un record vincente. Questo porterà diverse L pure a fronte di solide prove del veterano Rivers e di giovani come Bosa, Ingram e Henry. Chi invece gioca nella peggior division, ma non per questo trae veri e propri vantaggi sono i Jacksonville Jaguars. Blake Bortles da promessa di qualche anno fa ha subito una profonda involuzione e solo per poco è riuscito a conservare il posto da titolare sul pur bollito Chad Henne. Se non altro, l’ex LSU Leonard Fournette fornisce qualche motivo per sintonizzarsi sui Jags, fosse anche solo per gli highlights. I Buffalo Bills hanno lasciato andare il loro giocatore più talentuoso (per quanto fragile) in Sammy Watkins e anche per questo non pongono una vera minaccia a Pats e ‘Fins. Potranno consolarsi nello strappare due vittorie ai rivali divisionali dei New York Jets, un vero cantiere a cielo aperto che nemmeno fingerà di voler vincere una singola partita nel 2017. I Cleveland Browns sembrano avviati sulla strada giusta, ma prima di esaltarci per loro lasciamo passare almeno due o tre stagioni.
MVProf