Gli Affari dell’Estate: Southeast Division (EAST)
Analisi division per division di tutte le squadre della NBA
Fra parentesi sono indicati il piazzamento nella conference e il record totale dello scorso anno, in base al quale le squadre sono state classificate nel presente articolo. Le novità in quintetto sono in maiuscolo e le formazioni indicate sono solo una scelta arbitraria dei migliori cinque giocatori in ogni ruolo presenti ad oggi nel roster.
MIA (4° E 48-34): Dragic, T. Johnson, Winslow, Bosh, Whiteside – Coach Spoelstra
Innesti importanti: N/A
Cessioni importanti: Wade, J. Johnson, Deng
Analisi: Servirebbe un’enciclopedia per trattare in profondità la situazione Miami. Avendo già esaminato la questione legata all’addio di Wade, resta da analizzare il resto. Premessa d’obbligo: questo roster non vincerà le 48 partite dello scorso anno. Ed è per questo che la sezione innesti importanti è restata vuota. Tante addizioni, ma nessuna davvero rilevante, a spostare gli equilibri. Innanzitutto, per attutire il vuoto lasciato al ruolo di guardia, gli Heat hanno pareggiato il folle offer sheet che i Nets avevano recapitato a Tyler Johnson,di fatto sistemando la questione backcourt, col promettente cecchino Josh Richardson, più Briante Weber e Wayne Ellington a uscire dalla panca. Winslow è l’alternativa casalinga all’addio di Deng, col roccioso ex-Raptor James Johnson a offrire ulteriore solidità in difesa. Hassan Whiteside è stato rifirmato a peso d’oro ($98M/4 anni) e va verificato il margine di miglioramento, in particolare se possa ora entrare nella discussione di miglior centro della lega con Cousins e Jordan. I numeri ci sono, c’è da sperare che lo stipendio decuplicato non infici quella mentalità da underdog che ne ha rappresentato fin qui la sua motivazione più grande. Rifirmato capitan UD, Derrick Williams fornisce un’interessante complemento, con McBob ancora a dover provare di non essere quel giocatore budinoso fischiato dai suoi stessi tifosi ai playoff. A concludere questo mai tai di incertezze, la situazione Chris Bosh. Il lungo durante la pausa dell’All Star Game di Toronto ha subito il riacutizzarsi del suo problema coi coaguli di sangue. Non dovesse far ritorno prima di 12 mesi, Miami potrebbe scaricare la totalità del suo ingaggio dal cap, rendendo la prossima estate ancor più flessibile di quanto già non abbia tentato di fare Pat Riley accumulando contratti annuali in vista della stagione ventura. Insomma, c’è un motivo se la maggioranza dei fan Heat continua a urlare fiero #InPatWeTrust.
ATL (4° E @ 48-34): Schroder, Korver, Bazemore, Millsap, HOWARD – Coach Budenholzer
Innesti importanti: Howard
Cessioni importanti: Horford, Teague
Analisi: Non c’è stata una rivoluzione vera e propria. Schroder guidava l’attacco già nelle fasi calde della scorsa stagione, quindi se non altro è da verificare chi potrà dargli man forte come back-up. È partito Al Horford che era una rotella di un meccanismo ben oliato, mentre il neo acquisto Dwight Howard, per quanto motivato dal contrattone ($70/3 anni) e dal ritorno a casa, dovrà provare a tutti di essere il centro dominante di un tempo. Per tenere Kent Bazemore se ne sono andati altri $70M. E dire che l’uomo un tempo noto solo per le sue esultanze scalmanate sulla panchina degli Warriors poteva essere filmato dai Lakers in tempi non sospetti per appena un milioncino. Ah, la lungimiranza Lakers! Tutto sommato è difficile pensare che gli Hawks possano aspirare a nulla più di un’altra solida stagione e un probabile sweep da parte dei Cavs – una delle inamovibili certezze della vita. Il mantra è sempre quello: servono delle superstar per vincere e qua ci sono solo tanti buoni mestieranti e un ex star.
CHA (6° E @ 48-34): Walker, LAMB, Batum, Zeller, HIBBERT – Coach Clifford
Innesti importanti: N/A
Cessioni importanti: A. Jefferson, Lin, Lee
Analisi: Perdere tre titolari non è mai facile, chiedetelo a Miami. Rimpiazzarli con un Marco Belinelli che viene dal minimo in carriera da 2 (39%) e da 3 (31%), e un Roy Hibbert che è sostanzialmente un ex-giocatore da due anni non suggerisce grande ottimismo. Come mezza provocazione, non qui sono stati inseriti fra gli innesti importanti, perché, francamente, in un contesto diverso non sarebbero aggiunte di peso. Altro segnale non incoraggiante sono le dichiarazioni del GM Rich Cho alla Gazzetta dello Sport, che ad ora esclude l’utilizzo di Marco dal primo minuto, pur non avendo una SG di livello assoluto. Dallo scorso anno ritroviamo Frank Kaminsky, che dà l’idea di essere il nuovo Tyler Hansbrough, dominante al college, leggerino per i pro (ma sospetto che “the tank” abbia un potenziale maggiore). Tanto da dimostrare quest’anno. Trattenere Marvin Williams e in particolare Nicholas Batum ha significato per Michael Jordan doversi frugare a fondo nelle tasche per pescare quei $175M totali necessari per tenerseli stretti. Questi ragazzi d’oro di casa Hornets hanno un compito non da poco. Kemba Walker è sempre più leader, ma Kidd-Gilchrist è in sostanziale crisi di identità dopo le sole 7 partite dell’anno passato. Ad oggi lo schieramento non è chiaro; difficile ipotizzare il doppio lungo Zeller-Hibbert, ma ancora di più improbabile la coppia Williams-Zeller. La profondità delle rotazioni fa sì che centrare i playoff non sia di per sé un’impresa, ma con un est sempre più combattivo, serve che i nuovi si integrino subito e alla grande.
WAS (10° E @ 41-41): Wall, Beal, Porter, Morris, Gortat – Coach BROOKS
Innesti importanti: N/A
Cessioni importanti: N/A
Analisi: Girano vorticosi i pollici – e non solo – nella capitale. La squadra che nel 2015 aveva sculacciato sonoramente i pomposi Raptors si è afflosciata l’anno dopo come un soufflé difettoso. Normalmente, un record del .500 sarebbe ampiamente bastato per garantire ai Wizards un comodo accesso ai playoff, mentre invece l’anno passato non sono nemmeno stati sufficienti per essere la prima delle escluse. Tutte le mosse strategiche degli ultimi tempi per invogliare KD a tornare a casa, come è ormai moda per Howard, LBJ e Wade, hanno rivelato la pochezza di una programmazione senza piano B. Ricoprire di verdoni Bradley Beal ($128M/5 anni) e avere in Ian Mahinmi l’unico colpo di mercato non lasciano grandi aspettative. Che Scott Brooks inventi qualcosa di magico senza altri ritocchi? Improbabile. Però, mal che vada, tutti a vedere i Redskins, no?
ORL (11° E @ 35-47): Payton, Hezonja, Fournier, IBAKA, Vucevic – Coach VOGEL
Innesti importanti: Ibaka, Meeks, Biyombo
Cessioni importanti: Oladipo
Analisi: Se la trade di Serge Ibaka pare più un azzardo per i Thunder, anche dal lato Magic restano perplessità. Di sicuro è più sensata della trade che in inverno ha portato Tobias Harris a Detroit per Jennings e Ilyasova, entrambi già accasati altrove. Rinunciare a Oladipo e ritrovarsi pronto Hezonja non dispiace. A dar manforte a Payton in regia, i veterani C.J. Watson e D.J. Augustin, mentre come SG di riserva spunta fuori Meeks, che ha giocato la bellezza di tre partite lo scorso anno a Detroit. La buona notizia? I 20 punti realizzati in 26 minuti contro i Cavs in Gara 4. La brutta notizia? Le fratture al piede non sono mai un buon segno. Il francesino Evan Fournier si è visto lautamente ricompensare di una buona (ma nulla di più) annata con un contratto da $85/5 anni e deve ora esserne all’altezza. Dietro di lui Jeff Green, all’ennesima ultima chiamata nel tentativo di dimostrare un potenziale mai interamente espresso. Ibaka porta esperienza ad un frontcourt giovane, ma col contratto in scadenza rischia di essere solo un “prestito” di un anno e di frenare Aaron Gordon. Ampiamente remunerato dai Magic anche Bismarck Biyombo ($72M/4 anni), soprattutto per gli sforzi profusi ai playoff contro i Cavs in contumacia Valanciunas. Per un centro con capacità limitate e che sarà semplice riserva di Vucevic sono davvero tanti soldi. Coach Vogel ha l’esperienza giusta per poter inculcare a questi giovinastri una mentalità vincente. Vedo i Magic come i T’Wolves dell’est, forse con un altro anno lontani dal salto di qualità.
MVProf