Gli Affari dell’Estate: Atlantic Division (EAST)
Analisi division per division di tutte le squadre della NBA
Seconda edizione dell’analisi di tutte le squadre NBA una division alla volta. Fra parentesi sono indicati il piazzamento nella conference e il record totale dello scorso anno, in base al quale le squadre sono state classificate nel presente articolo. Le novità in quintetto sono in maiuscolo e le formazioni indicate sono basate sui cinque migliori giocatori per ogni ruolo presenti ad oggi nel roster.
BOS (1° E @ 53-29): IRVING, Brown, HAYWARD, MORRIS, Horford – Coach Stevens
Innesti importanti: Irving, Hayward, Tatum
Cessioni importanti: I. Thomas, Bradley, Crowder, Olynyk
Analisi: In seguito a lunghi e francamente evitabili tempi morti, Cleveland ha posto il sigillo sulla trade che ha segnato l’arrivo di Kyrie Irving a Boston. In città è così arrivato un play con quantità di talento che non si vedeva dai tempi di “Tiny” Archibald. Il tutto con buona pace di Rajon Rondo e soprattutto di Isaiah Thomas, che pure in quel ruolo ha scritto una piccola ma importante pagina della storia recente dei Celtics. Se Kyrie è un giocatore in grado di pareggiare quanto già portato in dote da IT (ball handling, triple, penetrazioni e gene “clutch”), in più ha dalla sua l’età, il fisico e il pedigree da campione. Quello su cui dovrà essere bravo coach Stevens a metter mano sono le sue limitate doti di passatore, un’area in cui lavorare a fondo per migliorarsi. Infatti, dalla sua coabitazione con un secondo All-Star a sua volta appena sbarcato in Massachusetts non potrà non dipendere molto del futuro della squadra. Firmare Gordon Hayward era stata la priorità del management verde a inizio luglio, per quanto questo abbia voluto dire sacrificare pezzi importanti del roster. Chi più, chi meno, questi assicuravano qualità e (soprattutto) quantità in aree come difesa e rotazioni lunghe. Due lussi che i Celtics del futuro dovranno reinventare quasi da zero e che può significare un periodo di ambientamento ben oltre il mese scarso di training camp. Dopotutto, 4/5 del quintetto saranno nuovi, con Horford unico starter riconfermato dallo scorso anno, peraltro il suo primo a Boston. Ad ogni modo, c’è eccome da consolarsi. Irving e Hayward possono essere All Star imperituri ad est e il duo di giovani Brown-Tatum consegna ai C’s potenzialmente più di un lustro nelle zone nobili della Eastern Conference.
TOR (3° E @ 51-31): Lowry, DeRozan, MILES, Ibaka, Valanciunas – Coach Casey
Innesti importanti: Miles
Cessioni importanti: Carroll, Joseph
Analisi: Dopo tre stagioni spese a migliorarsi fino ad arrivare alle 56 vittorie e il secondo posto ad est del 2015-16, sembra inevitabile continuare anche nella stagione a venire ad assistere alla parabola discendente dei Raps. La discesa è già iniziata lo scorso anno, pur finito con un ottimo terzo posto ad est e la pur consueta scoppola da parte dei Cavs. La realtà dei fatti racconta che tanto Kyle Lowry quanto DeMar DeRozan hanno raggiunto l’apice delle loro potenzialità. Il che è enorme a livello assoluto, ma nella lega di basket con la maggior concentrazione di talento del pianeta semplicemente non è abbastanza. La dirigenza sembra pensarla allo stesso modo. Negli ultimi anni, le addizioni di Carroll, Joseph e Patterson erano mirate a dare solidità a ruoli chiave, ma da questa stagione non faranno più parte del team. La loro sarà un’assenza pesante, anche perché alla loro partenza non è corrisposta l’arrivo di nuovi pezzi altrettanto interessanti. Il ruolo di ala piccola resta particolarmente scoperto, con Bruno “two years away from being two years away” Caboclo ancora grande oggetto misterioso che scalda i cuori dei tifosi meno di un ghiacciolo sotto una fitta nevicata in Ontario. C’è da attendersi dai canadesi una stagione buona e nulla di più, realisticamente sotto alle 50 W. Occhio alla possibilità che Valanciunas venga sacrificato prima della fine del mercato.
NYK (12° E @ 31-51): Baker, HARDAWAY JR, Anthony, Porzingis, Hernangomez – Coach Hornacek
Innesti importanti: Hardaway jr, Ntilikina
Cessioni importanti: Rose
Analisi: Il nemico pubblico numero 1 Phil Jackson è stato allontanato da New York in maniera poca cerimoniosa, eppure alzi la mano chi da allora ha visto una svolta per il meglio. L’ultima mossa del maestro zen è stato draftare il giovanissimo Frank Ntilikina, guardia francese che ha appena compiuto 19 anni e che molto probabilmente farà un ingresso in NBA in punta di piedi. In molti criticano la scelta, giudicata in controtendenza coi bisogni più impellenti della squadra. Se anche diventerà un fenomeno, non c’è pericolo che a Jackson arriverà lo straccio di un grazie. Lo scorso anno fu protagonista delle costosissime addizioni di Rose e Noah: quest’anno, pur in contumacia PJ, è stato staccato un altro mega assegno che lascia un po’ di amaro in bocca. A Tim Hardaway jr infatti è stato elargito un generoso quadriennale da $71M, al suo secondo stint coi newyorkesi dopo essere stato dagli stessi scambiato per un pezzo di pane due anni fa. Quanto questi potrà contribuire in positivo resta tutto da dimostrare. Capitolo ‘Melo. Carmelo Anthony, convitato di pietra se ce n’è uno in NBA, è ancora in squadra dopo un’estate passata a postare video su Instagram. In essi, ‘Melo è ripreso mentre si allena a notte fonda intabarrato in una già iconica felpa con cappuccio. Su di lui nessuna novità e le prospettive rimangono le stesse di quelle di luglio, ovvero Rockets, Cavs o continuare ai Knicks. Prima la sua situazione si risolverà e prima la franchigia potrà tornare a pensare al futuro con un minimo di prospettiva in più. (EDIT: è finito a OKC)
PHL (14° E @ 28-54): FULTZ, REDICK, Simmons, Saric, Embiid – Coach Brown
Innesti importanti: Fultz, Redick
Cessioni importanti: N/A
Analisi: Dopo quelli che sembrano intere decadi passate ad essere la barzelletta dei circoli NBA sotto l’egida del fantasma di Sam Hinkie, è tempo che da “The Process” si passi a “The Present.” Per la prima volta, quest’anno la squadra potrà finalmente disporre tutta l’argenteria sulla tovaglia buona apparecchiata a festa. In un inedito per l’NBA, Philly avrà due prime scelte assolute al debutto NBA nella stessa partita. Sia Ben Simmons, che ha passato un anno in naftalina per i problemi alla caviglia e al piede, sia Markelle Fultz, pur uscito anzitempo acciaccato dalla Summer League, saranno regolarmente in campo per la prima palla a due stagionali. A far loro compagnia, Joel Embiid. A sua volta, il lungo del Cameroon ha avuto solo sporadiche apparizioni nelle sue prime tre stagioni NBA per colpa di problemi agli arti inferiori. In totale, i tre hanno giocato 31 gare NBA su 328 disponibili e zero gare al torneo NCAA. Ed è qui che nascono i primi ostacoli alle ambizioni del team, ovvero tendenza agli infortuni delle giovani stelle e la loro quasi totale assenza di esperienza su palcoscenici importanti. Normalmente si dà d’ufficio almeno una stagione ad una squadra giovane e con molti volti nuovi per trovare la giusta amalgama, eppure i tempi potrebbero accorciarsi facendo esclusivamente leva sulla grande quantità di talento a disposizione. Da non sottovalutare il ruolo di veterani come JJ Redick e Amir Johnson, funzionali ad accelerare la crescita e la coesione di un gruppo che ha al suo interno anche Saric, Convington e T.J. McConnell. Tuttavia, a monte, il motivo principale delle buone chance dei Sixers è lo stato di crisi in cui versa l’Eastern Conference. Per tutti questi motivi, i playoff sono alla portata: raggiungerli è un obiettivo, ma (per ora) non un dovere.
BKN (15° @ 20-62): RUSSELL, CRABBE, CARROLL, Hollis Jefferson, MOZGOV – Coach Atkinson
Innesti importanti: Russell, Crabbe, Carroll, Mozgov
Cessioni importanti: B. Lopez
Analisi: Hello Brooklyn, how you doin’? Per molti versi, benone. Il GM Sean Marks ha trovato una curiosa scappatoia dal cul-de-sac in cui la franchigia si era andata a incastrare. Di superstar ancora non c’è l’ombra e attrarre free agent non è proprio la specialità della casa. Scelte ad draft importanti non ne avranno per le mani fino al 2019, poiché quella del 2018 è stata passata da Boston a Cleveland nell’affare Irving. Allora ecco la trovata fra il folle e il geniale: fare da ricettatori dipessimi contratti. Stanti le profonde tasche del proprietario Michail Prochorov, Brooklyn ha il lusso di potersi accollare stipendi per altri giudicati fuori mercato (invece che andare al risparmio) e perché no ricevere qualche extra. Lakers, Raptors e Blazers non se lo sono fatto ripetere e hanno scaricato rispettivamente Mozgov, Carroll e Crabbe. Nei primi due casi, come ciliegina sulla torta sono arrivati D’Angelo Russell e una prima scelta nel 2018. In questo modo, i Nets possono puntare ad essere più della squadra materasso degli ultimi tempi e portare a compimento una stagione più che dignitosa. Sul fatto che “deludente” possa rimpiazzare “dignitosa” contano però i Cavs, che su quella scelta di Brooklyn hanno grandi progetti. Dal canto loro, i giocatori non hanno alcun incentivo a rendere al di sotto dei loro standard, ma anzi andranno in campo con voglia di rivalsa.
MVProf