Cronaca e analisi del Draft NBA 2018
Tutti i momenti salienti del draft NBA di quest’anno fra vincitori e vinti
Giovedì sera si è tenuto al Barclays Center il Draft 2018 della National Basketball Association. L’attesissimo evento che di fatto dà il via alla stagione 2018-19 ha regalato qualche emozione, ma ha di fatto seguito il canovaccio previsto. Polveri bagnate anche per quanto riguarda i big: niente Woj bomb né fuochi d’artificio che la vigilia sembrava poter scatenare. Per la prima volta nella loro storia, i Phoenix Suns erano in possesso della prima scelta assoluta e con essa hanno scelto il centro da ‘Zona Deandre Ayton. Bahamense di nascita, ma ormai figlio adottivo dell’Arizona, troverà ai Suns un gruppo di giovani importanti come Jackson e Booker con cui risollevare le sorti di una franchigia ai minimi storici. Alla #2 i Sacramento Kings hanno scelto Marvin Bagley III da Duke, quinto Blue Devil selezionato nella Top 3 in cinque anni filati.
Dopo aver fallito nella selezione di una futura stella anno dopo anno – con bust della “levatura” Jimmer e McLemore – i Kings non hanno margine di errore, anche perché la prima scelta del prossimo anno non è più in mano loro. È invece finito alla #3 Luka Doncic, scelto dagli Atlanta Hawks ma immediatamente girato ai Dallas Mavericks. Lo sloveno diventa l’europeo scelto più in alto al draft dai tempi di Andrea Bargnani, prima scelta assoluta nel 2006. Contro l’ex Real Madrid hanno giocato i classici dubbi degli americani nei confronti dei giocatori del Vecchio Continente. Questo nonostante Doncic sia professionista dall’età di 15 anni e abbia quindi esperienza nel giocare ad alti livelli con e contro uomini maturi, fra cui ex giocatori NBA. Nel suo palmares figurano poi riconoscimenti di prim’ordine come MVP dell’Eurolega, MVP delle Final Four e vincitore di Eurolega, Liga ed Europeo. Per una Dallas che si prepara al rebuilding del post-Dirk Nowitzki, si tratta di un gran colpo, costato la propria scelta #5 e una futura prima scelta protetta (2019).
Contrariamente alle voci della vigilia, alla #4 i Memphis Grizzlies si sono tenuti stretta la propria scelta, dopo che tale pick era stata offerta in giro per la lega come zuccherino per ingoiare l’amarissimo contratto di Chandler Parsons ($49M per i prossimi due anni). Con essa hanno selezionato Jaren Jackson jr, lungo con ottimo tiro perimetrale. Attraverso Dallas, gli Hawks hanno deciso che sarà Trae Young da Oklahoma il pezzo pregiato con cui migliorare l’ultimo posto ad est dello scorso anno. Stando agli esperti, Young è il boom or bust di questo draft: potenziale per diventare una discreta approssimazione di Steph Curry, ma è alto il rischio che i limiti di taglia e difesa finiscano per affossarne la carriera. Il look giacca, cravatta e short non promette bene… È stato quindi il turno degli Orlando Magic, innamorati di Mo Bamba. Il centrone di Texas ha un’apertura alare di 7’10”, seconda di sempre dietro solo a quella del compianto Manute Bol.
Dopo Wendell Carter ai Chicago Bulls alla #7, è arrivato il turno dei Cleveland Cavaliers. Da tempo predicati di utilizzare la scelta per far arrivare un veterano in grado di convincere LeBron James a restare in città, hanno invece scelto Collin Sexton da Alabama. In apparenza, i Cavs si sono tutelati per un futuro senza il proprio leader. Alla #9 i confinanti New York Knicks hanno optato per Kevin Knox di Kentucky, accolto come da tradizione dai boo dei poco informati tifosi Knicks – gli stessi che fecero pollice verso alla scelta di Kristaps Porzingis. Ha chiuso la Top 10 il due volte campione NCAA Mikal Bridges di Villanova, che ha interrotto lo strapotere dei freshman della serata. Dopo 8 one-and-done – più Doncic – si tratta del primo giocatore scelto in questo draft con più di un anno di esperienza al college.
La gioia della madre, vicepresidente dell’HR dei Philadelphia 76ers, di ritrovarsi il figlio a due passi dall’ufficio ha però avuto breve durata. Pochi minuti dopo i 76ers hanno mandato Bridges a Phoenix per la scelta #16 Zhaire Smith e una futura prima scelta (2021). I Los Angeles Clippers si presentavano con due scelte consecutive e quindi dark horse per impostare qualche trade per una stella come Kawhi Leonard, in odore di trasferimento in SoCal. Invece, i losangeleni si sono limitati ad una trade molto meno esaltante con i Charlotte Hornets, con cui si sono scambiati la #11 e la #12. Sempre ai Clips è arrivato a sorpresa Jerome Robinson dai Boston College Eagles, prima scelta nella Lottery nella storia di BC. Solo alla #14 si è alzato finalmente dalla sedia Michael Porter jr, grande deluso della serata. Il giocatore da Missouri che un anno fa sembrava destinato alla prima scelta assoluta ha pagato i dubbi relativi alla propria salute. Al college infatti ha racimolato appena 53 minuti, causa infortunio alla schiena che ha richiesto un’operazione chirurgica per sistemare le vertebre L3 ed L4.
Se il recupero sarà totale, i Denver Nuggets avranno realizzato uno degli steal del decennio. Diversamente, si rischia di essere testimoni di un nuovo caso Greg Oden. Il Most Outstanding Player delle ultime Final Four Donte DiVincenzo è andato a Milwaukee, mentre lo sgambettatore seriale Grayson Allen è approdato a Utah. La fama degli Spurs induce a vedere in Lonnie Walker un ottimo steal. Ai margini del primo giro i Boston Celtics hanno pescato Robert Williams, grande talento con difetti caratteriali importanti. Per non smentirsi, ha dormito troppo e mancato la conference call di introduzione. Il secondo giro non ha riservato sorprese particolari: come ampiamente previsto, LiAngelo Ball è finito undrafted. Da vedere quale team deciderà di dargli una chance in Summer League (non i Lakers, secondo le indiscrezioni) e se il presunto talento supererà mai il bagaglio genitoriale che si porta appresso.
MVProf