Cover Four – Week 8
Ogni settimana tratteremo quattro spunti di riflessione più o meno seri donatici dalla National Football League
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Sebbene Halloween sia arrivato solo martedì sera, tutto il weekend della Week 8 è stato costellato di eventi da pelle d’oca. Il primo risale al Thursday Night fra Miami Dolphins e Baltimore Ravens. A fine secondo quarto, il QB Joe Flacco parte per la tangente nel tentativo di conquistare un primo down su corsa, ma ad attenderlo sulla linea delle 10 yard trova Kiko Alonso. Il linebacker quasi lo decapita con una spallata devastante che centra Flacco con una forza tale da fargli volare via il casco. Per sua fortuna, la testa resta attaccata al collo, ma la commozione ricevuta lo mette KO per il resto della partita. Dovesse aver perso la memoria, auguri a chi dovrà convincerlo che sì, ha davvero vinto un Super Bowl da MVP. Nel match di Foxborough fra New England Patriots e Los Angeles Chargers si è visto quello che è pronto ad entrare nella storia come uno dei peggior punt return della storia della NFL. Sul 7-7, punt dei Pats che calciano la palla in direzione di Travis Benjamin, uomo designato come punt returner. L’ex Browns (non a caso) prima si fa scivolare il pallone sulle 11 yard, poi, invece che correre in avanti o fuori dal campo, comincia inspiegabilmente a correre indietro. Steso appena dentro la propria end zone, causa una safety che ridà il vantaggio ai padroni di casa. Philip Rivers potrebbe non averla presa con filosofia. Continua anche il momentaccio di due potenze della AFC West, Oakland Raiders e Denver Broncos. Fino a poco prima della fine del secondo quarto, i Raiders erano in parità contro i Buffalo Bills, ma da lì ha avuto inizio una sequenza di errori incredibili. In un curioso duello fra giocatori chiamati come città, Washington perde palla con un fumble, ritornato in touchdown da Milano. Sul successivo kickoff, altro fumble, stavolta di Patterson. Poi punt di Buffalo e terzo fumble consecutivo dei Raiders. Drive successivo e Derek Carr è intercettato da Micah Hyde. Di questa sequenza tragica approfittano i Bills, che segnano 27 punti consecutivi e abbattono Oakland. E in tema di intercetti, chiudono la galleria degli orrori i tre pick lanciati da Trevor Siemian nel Monday Night. Il QB dei Broncos infrange i tre comandamenti più importanti di chi gioca nel suo ruolo. 1- Non lanciare corto se il corner è all’interno; 2- Non lanciare lungo se il safety è alle spalle; 3- Non lanciare a sinistra se stai correndo a destra.
BYE BYE BRYANT
Se di cognome fai Bryant, tutto ti è permesso, dal guardare i compagni di squadra dall’alto in basso, fino al decidere chi gioca e come si gioca. Se però di nome non fai Kobe, il giochino riesce un po’ meno bene. È questa la lezione che questa settimana dovrebbe aver imparato Martavis Bryant, wide receiver dei Pittsburgh Steelers. Nella vittoria di settimana scorsa su Cincinnati, Bryant si è visto lanciare il pallone nella sua direzione solo due volte, totalizzando una ricezione per tre yard. La misera prestazione offensiva avrebbe spinto ulteriormente il giocatore 25enne a richiedere alla dirigenza una trade, stando a fonti vicino alla squadra. A confermare più o meno indirettamente il suo stato d’animo burrascoso è stato un commento postato su Instagram dal giocatore stesso. “JuJu non è affatto meglio di me, buffone. Basta che mi diano quello che chiedo e voi altri potete tenervi JuJu e chi vi pare.” Quel JuJu menzionato da Bryant è JuJu Smith-Schuster, rookie compagno di ruolo a Pittsburgh. Dato per scontato che la star era e resta Antonio Brown, se Bryant quest’anno ha fin qui accumulato 234 yard e 1 TD, Smith-Schuster è già a 424 yard e 4 TD.Il prodotto di USC ha impressionato tutti con la sua produzione offensiva e la sua esplosività. La scelta del commento di Bryant è stata di un’intempestività unica. Sospeso per la partita di domenica contro i Detroit Lions a causa della sua sparata sul social network, ha di fatto dato a Smith-Schuster una chance ulteriore di mettersi in luce. In una prestazione da 193 yard complessive, col suo touchdown da 97 yard – da vedere e rivedere – ha conquistato non solo il primato di TD più lungo della storia della pluridecorata franchigia, ma anche le prime pagine dei giornali. Il tutto condito da una personalità che magnetica che sembra aver conquistato tutti, grazie ai suoi istrionici festeggiamenti in seguito ai touchdown e al modo in cui aveva schivato le avances di Mia Khalifa su Twitter. Al contrario, Bryant porta con sé un bagaglio non da poco. Questi saltò tutta la scorsa stagione per essere recidivo nel violare la politica NFL circa le sostanze proibite. Coach Tomlin ha negato che Bryant fosse effettivamente sul mercato e in effetti per lui la trade deadline è passata indenne. Ma il futuro del turbolento talento 25enne sembra comunque destinato ad essere lontano da Pittsburgh.
PIOVE, GOVERNO LADRO
Piove, madonna come piove! Senti come viene giù. È stata davvero torrenziale la pioggia che domenica pomeriggio ha colpito la capitale degli Stati Uniti e ha contribuito a rendere piena di errori la partita fra Washington Redskins e Dallas Cowboys. Prima del fischio d’inizio, entrambe le squadre stavano a braccetto sul 3-3 in una NFC East finora dominata dai Philadelphia Eagles. Il match diventava così una sorta di spartiacque di metà stagione, con la vincente a rincorrere Philly e la perdente a vedere le proprie chance di posteseason ridursi al lumicino. Pioggia, dicevamo. È anche colpa sua se il primo ovale della partita toccato da Ezekiel Elliott sguscia via e diventa immediatamente un fumble perso – appena il secondo della carriera. Il primo tempo è quasi totalmente appannaggio degli ‘Skins, che coordinati ottimamente da Kirk Cousins e dal duo di RB Kelly e Thompson arrivano sul 13-7. Quello che poteva essere il palcoscenico per un nuovo capitolo del dualismo Josh Norman vs Dez Bryant (ora risolto a tarallucci e vino con gli spot del Galaxy Note 8) è diventato invece un faccia a faccia fra due protagonisti del tutto inattesi: i kicker. E nemmeno quelli titolari. Dan Bailey era out per un problema all’inguine e idem per Dustin Hopkins, che resterà fuori a lungo per uno strappo. Nick Rose, il sostituto di quest’ultimo, era 2 su 2 prima di vedersi bloccare il terzo calcio della partita, ritornato di 85 yard da Orlando Scandrick. La giocata gira di 180° la partita e, dal potenziale 16-7 per Washington, porta al secondo TD di Elliott per il 14-13 Dallas. Nel secondo tempo, i primi due drive di Washington si aprono con due fumble, sempre con complicità della pioggia, e portano a due piazzati di Nugent. Il nuovo kicker dei texani fa poi poker col terzo e il quarto calcio a bersaglio per il 26-13. Cousins, tartassato dalla pressione della D-line di Dallas per tutta la partita, trova l’unico TD con Doctson da meno di 5′ dal termine. Il QB, che aveva flirtato per due volte con l’intercetto (evitati solo dal pallone scivolato via dalle mani bagnate dei difensori di Dallas), finisce col realizzarlo suo malgrado a 30″ dal termine e il pick-6 di Jones pone fine ai giochi sul 33-19 per i Cowboys. I texani si accomodano così al caldo in poltrona per guardarsi le World Series in pace, mentre la stagione dei pellerossa si scioglie come uno scatolone lasciato fuori durante un acquazzone.
TRADE DEADLINE
Con 28 squadre su 32 che distano solo due sconfitte da una posizione ai playoff in proiezione, la trade deadline di martedì aveva un’importanza notevole. E in effetti, si è assistito a movimenti piuttosto importanti. Partiamo da quello che non è successo. Fra i possibili bersagli di trade chiacchierati nei giorni scorsi, non si sono mossi Eli Manning, Jarvis Landry, Dominque Rodgers-Cromartie né Carlos Hyde, e il clamoroso ritorno di Megatron è rimasta solo una suggestione. La prima trade è stata portata avanti già lunedì dai Seattle Seahawks. Questi si sono assicurati le prestazioni dell’OT Duane Brown degli Houston Texans – peraltro subito dopo che le due squadre si erano affrontate in un pirotecnico incontro il giorno prima – in cambio di una 3ª scelta nel 2018 e una 2aª nel 2019. Successivamente, i Jacksonville Jaguars si sono assicurati per una 6aª scelta nel 2018 il DT Marcell Dareus dai Buffalo Bills, che a loro volta hanno prelevato dai Carolina Panthers il WR Kelvin Benjamin in cambio di due scelte al draft 2018, una 3ª e una 7ª. Sono però due gli scambi con maggiori implicazioni avvenuti nella giornata di martedì. I San Francisco 49ers hanno mandato una 2ª scelta ai Patriots in cambio del QB Jimmy Garoppolo dei Patriots. Trattasi della seconda trade nel giro di due mesi con cui New England si separa da un quarterback, dopo che il 2 settembre Jacoby Brissett era stato mandato a Indianapolis. Il che significa due cose (che non si escludono per forza reciprocamente): o la fiducia in Tom Brady è inossidabile o Bill Belichick fa ancor più all-in sul presente, senza preoccuparsi del post-TB12, di cui nemmeno lui potrebbe far parte. Infine, i Dolphins hanno mandato il loro RB titolare Jay Ajayi a Philly in cambio in una 4ª scelta. Il londinese rivelazione dello scorso anno stava faticando molto nel 2017. Dopo ben 3 tre partite da 200+ yard l’anno passato, in questa stagione è stato tenuto per 4 volte sotto le 55 yard. Nonostante questo momento di flessione, sorprende sia la tempistica sia la scarsa contropartita, che per alcuni può nascondere problemi fisici o schermaglie di spogliatoio. Per ultimissimo, una nota di colore. A 5 minuti dalla deadline, i Cleveland Browns avevano trovato un accordo coi Cincinnati Bengals per far arrivare AJ McCarron, l’ennesimo QB della loro stagione. Peccato che, mentre Cincy aveva depositato in tempo le carte, i Browns si siano attardati e abbiano visto sfumare la trade. Mossa più Browns che Browns non ce n’è.
MVProf