Cover Four – Week 10
Ogni settimana tratteremo quattro spunti di riflessione più o meno seri donatici dalla National Football League
IL CURIOSO CASO DI “CASE BRIDGEFORD”
Domenica i Minnesota Vikings erano ospiti dei Washington Redskins nella capitale degli Stati Uniti per proseguire la loro marcia in NFC North. Per una squadra che in tempi non sospetti avevamo identificato come la migliore in NFL, la performance difensiva dei vichinghi non è stata all’altezza, avendo concesso agli avversari 30 punti (il massimo stagionale). Per una volta, l’attacco è stato il motore di Minnie, che ha chiuso con 38 punti totali (anche questo un record per il 2017-18) soprattutto grazie ad un Case Keenum chirurgico. Per l’ex Texans e Rams, i 3 TD già nel primo quarto hanno pareggiato un record di franchigia raggiunto l’ultima volta da Brett Favre nel 2009. Nonostante i due intercetti evitabili del secondo tempo, le sue cifre finali che parlano chiaro: 304 yard lanciate col 72% di completi e 4 TD, anche grazie all’ottima intesa instaurata col WR Adam Thielen. Strano a dirsi, ma l’ottima performance di Keenum è stata fonte di gioie, ma in un certo senso anche di grattacapi, poiché complica la decisione del coaching staff circa il ruolo di QB, ora diventato un mostro a tre teste di nome “Case Bridgeford.” Case Keenum sta facendo bene – anzi, molto bene – anche se è difficile pensare che possa essere il cavallo giusto su cui puntare. L’amatissimo Teddy Bridgewater è stato riattivato dopo il terribile infortunio al ginocchio che non gli ha permesso di giocare un singolo snap in stagione dal 10 gennaio 2016. Infine, Sam Bradford ha iniziato la stagione alla grande, ma è ormai finito in IR con un ginocchio che ha sostanzialmente esaurito la scorta di cartilagine. Si crea così un duplice problema nel ruolo. Per il futuro, quando a fine anno saranno tutti e tre free agent, e per il presente, quando bisognerà decidere a chi dare il compito di lanciare il pallone nella fase decisiva della stagione. Il buon senso indicherebbe che questa debba restare la squadra di Keenum, almeno fino ad una flessione così marcata che si renda inevitabile dare a Bridgewater licenza di tornare al suo posto in campo. Le prestazioni di squadra nelle restanti partite di questa stagione potrebbero far sì che sia il campo a dettare quello che sarà il presente e il futuro dei Vikings e, soprattutto, se gli stessi siano destinati ad essere la prima squadra a giocare un Super Bowl nello stadio di casa.
ALIEN VS PREDATOR
Come gli umani si sentivano nella pellicola del 2004 di Paul W. S. Anderson, così devono sentirsi anche i giocatori NFL, terzi incomodi di una battaglia senza esclusione di colpi fra i rappresentanti di due razze spaventose: il commissioner Roger Goodell e il proprietario dei Dallas Cowboys Jerry Jones. Da diversi mesi ormai, Goodell è alla ricerca di un’estensione del proprio contratto in scadenza nel 2021 e, apparentemente, quello che sta frenando le contrattazioni sono le sue esose richieste. In vista del prossimo rinnovo quinquennale, Goodell chiede $50M all’anno (pardon, $49.5M), più la facoltà di beneficiare gratis e per il resto della sua vita di un jet privato e dell’assicurazione sanitaria per sé e la sua famiglia. Per dare un’idea di quanto le sue richieste siano fuori da questo mondo, basti pensare che si tratta di un incremento di $20M dal suo attuale stipendio e che Adam Silver, il commissioner dell’NBA, guadagna appena – si fa per dire – $10M all’anno. Il maggiore oppositore di tale estensione contrattuale è appunto Jones. Secondo il 75enne magnate, bisognerebbe rinegoziare i termini dell’accordo, per permettere ai proprietari di avere maggiore controllo sulle decisioni, ora in molti casi unicamente nelle mani di Goodell. E Jones è certamente interessato a questo tipo di discorsi, visto il suo disappunto su come il commissioner ha trattato il caso della sospensione di Ezekiel Elliott. Il che è completamente incoerente con quanto successo due anni fa, quando il fatto che Goodell avesse pieni poteri nel fermare Tom Brady nel Deflategate lo aveva trovato pienamente d’accordo. “He’s got obviously a very tough job,” disse allora Jones. “That’s why you pay the big bucks is to deal with the big problems.” Per provare il suo punto, Jones promette battaglia, a colpi di avvocati e… pizze. Ricordate il caso di settimana scorsa? Beh, si dà il caso che Jones possegga diverse pizzerie di Papa John’s in Texas e il tempismo dell’attacco di Schnatter verso Goodell pare tutt’altro che casuale. È pur vero che sotto Goodell i ricavi della NFL sono triplicati fino alla soglia dei $14 miliardi annui, ma negli ultimi anni lo stesso commissioner si è trovato circondato da problemi che non è riuscito a risolvere in maniera convincente. Trattasi della questione della sicurezza e della CTE, le eccessive punizioni per chi usa sostanze stupefacenti in contrasto con quelle lievi (o inesistenti) per chi commette violenza domestica, e ancora la protesta dei giocatori e il calo di ascolti.
AVERE SANTI IN PARADISO
E sono sette! Battendo per 47-10 i Buffalo Bills, i New Orleans Saints sono a pieno titolo da considerare una delle squadre più calde della NBA. Le sette vittorie consecutive della squadra sono forse una delle storie più inattese di una stagione NFL pur ricca di colpi di scena. Dopo le prime due gare di stagione, infatti, i santi erano finiti 0-2 dopo le pesanti sconfitte contro Vikes e Pats. In quelle prime due partite stagionali, 65 punti subiti, 1025 yard sul groppone e soprattutto il caso Adrian Peterson, scoppiato come un fuoco d’artificio in faccia a coach Payton. La successiva trade del giocatore verso il deserto dell’Arizona (dove peraltro è rinato) si è rivelato il classico caso di addition by subtraction, ovvero perdita che ha portato ad un guadagno. Senza il veterano a fare da terzo incomodo, i due altri running back sono esplosi. Mark Ingram e Alvin Kamara hanno avuto modo di dividere le portate in maniera più vantaggiosa e i risultati sono evidenti: i Saints sono al 3° posto in NFL per yard guadagnate su corsa e al 1° per TD segnati su corsa. Solo domenica a Buffalo – stadio all’aperto peraltro spesso e volentieri ostico per chi gioca in un dome come i Saints – Ingram ha accumulato 131 yard e 3 TD, mentre a sua volta Kamara ha portato a casa 106 yard e un TD. Ad un certo punto della gara, NOLA ha giocato un’azione di corsa per 24 volte consecutive, senza che i Bills trovassero la chiave per difendersi dal duo Ingram-Kamara. A questo punto, viene spontaneo attribuire ai gigliati la palma di miglior squadra in quanto a backfield, il che non può che essere a diretto vantaggio di Drew Brees. Il 38enne QB, infatti, domenica ha lanciato 25 volte per sole 184 yard e nessun TD, numeri che da soli non farebbero certo presagire una vittoria così larga dei suoi. Per fare un raffronto con gli ultimi anni, prima era costretto registrare circa 41-42 lanci a partita, media che quest’anno è scesa drasticamente a 33.3. Numero che si avvicina molto ai 34.2 nel 2009-10. Un anno molto importante per i Saints, che anche allora iniziarono la stagione 0-2, ma la finirono con percorso netto fino alla vittoria del Super Bowl XLIV.
IL GLORIOSO TEAM DEGLI SCIANCATI CRONICI
Qual è la squadra NFL più forte? I Pats? Gli Eagles? O forse gli Steelers? Niente affatto. La squadra formata dai migliori giocatori infortunati basterebbe da sé a guadagnare un posto ai playoff e forse avere legittime chance di Super Bowl. Fra di loro, 8 anelli di campione NFL, 30 selezioni First Team All-Pro e ben 69 Pro Bowl. Di seguito, la lista dei migliori 22 (più il kicker) che hanno perso una parte significativa di questa stagione o la hanno conclusa anzitempo.
QB Aaron Rodgers
RB David Johnson
WR Odell Beckham jr
WR Pierre Garcon
WR Julian Edelman
LT Joe Thomas
LG Jeremiah Sirles
C Ryan Kalil
RG Marshal Yanda
RT Jason Peters
TE Greg Olsen
DE JJ Watt
DT Sharrif Floyd
DT Haloti Ngata
DE Cliff Avril
OLB Dont’a Hightower
MLB Jamie Collins
OLB Sean Lee
CB Richard Sherman
CB Joe Haden
SS Eric Berry
FS Malik Hooker
K Dan Bailey
MVProf