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L’unione di tre superstar a LA riporterebbe alla ribalta i Lakers
Il lungo, meticoloso piano di Magic Johnson sta finalmente prendendo forma. Forse, al di là di ogni più rosea aspettativa. Quando il 5 volte campione NBA prese in mano i Los Angeles Lakers ormai un anno e mezzo fa, si era ritrovato in mano una squadra allo sbando con una pessima situazione finanziaria e nessuna stella. E anche peggio, se possibile, nemmeno l’ombra dell’appeal che il marchio Lakers aveva costruito fin dagli anni ’60. In questi 16 mesi alla guida dei Lakers è riuscito a disfarsi di Mozgov, pescare Kyle Kuzma alla #27 e creare i presupposti per firmare ben due superstar fin da subito. Fin dalla scorsa estate, il losangeleno Paul George non fa mistero della propria volontà di giocare per i Lakers, desiderio identico a quello che avrebbe espresso anche Kawhi Leonard, in rotta totale con i San Antonio Spurs.
Ultimo ma non ultimo, LeBron James. Il Prescelto troverebbe nei Lakers un’ottima sistemazione che meglio di tutte coniugherebbe rincorsa all’anello ed esaltazione di brand e lifestyle. Malibu, Hollywood e Beverly Hills battono tanto a poco il Lago Erie, il River Walk e… qualunque cosa ci sia da fare a Oklahoma City. Sì, in teoria pure i Clippers sarebbero tuttora stanziati a LA, ma in quanto a prestigio è come se fossero su Plutone. La tavola è ora apparecchiata a uso e consumo dei lacustri. Sembrano ormai lontani i tempi in cui giocatori come Aldridge e DeRozan non erano nemmeno disposti a sedersi al tavolo delle trattative coi gialloviola. Entro una decina di giorni, tre dei primi 10 giocatori NBA potrebbero unire le forze e creare una superpotenza pronta già da subito a lottare per il titolo.
I calcoli suggeriscono che il sogno è effettivamente possibile, ma tutto passa da un insospettabile: Luol Deng. L’ex di Bulls e Heat è a libro paga Lakers per altri $37M per i prossimi due anni ed è quindi imperativo trovare un team che si sobbarchi il notevole peso che ha sul cap. Thunder, Spurs e Cavs non hanno grossi incentivi a farlo, specie a fronte della perdita della propria superstar. Idealmente, i Lakers dovrebbero convincere LBJ e PG13 a fare opt-out dai rispettivi contratti e firmare entrambi con contratti pluriennali. Allo stesso tempo, facendo leva sul desiderio di Leonard di giocare solo a LA, offrire agli Spurs un pacchetto con Ingram, Kuzma, Deng e due prime scelte per Leonard.
In tal modo, sommando i tre contratti risultanti e quelli già esistenti, i Lakers riuscirebbero a far quadrare i conti, restando sotto al cap e permettendosi di riempire le rimanenti caselle vuote del roster con contratti al minimo salariale o quasi. A quel punto, la priorità è trovare solidi tiratori perimetrali: i FA più interessanti in quel ruolo sono Redick, Ellington e Belinelli. Vista così, una corazzata come poche se ne sono mai viste. D’altronde, questi Lakers si ritroverebbero non solo nella stessa conference e nella stessa division, ma addirittura nello stesso stato i loro primi rivali, ovvero quei Golden State Warriors destinati a confermare il proprio nucleo di fenomeni che ha permesso loro di diventare campioni NBA back-to-back. Kevin Durant, FA dal 1 luglio, ha infatti comunicato l’intenzione di restare nella Baia e dare la caccia al threepeat.
Contro dei Lakers così costituiti, i Dubs si troverebbero di fronte gli avversi più temibili affrontati finora e la complessità dei matchup darebbe loro pane per i loro denti. Mettiamo in fila una serie di 1-vs-1 fra i Big 3 di entrambe le squadre. Fra LeBron/Durant, Leonard/Curry e George/Klay, questi (ipotetici) Lakers avrebbero almeno due volte su tre il miglior giocatore. Ciò detto, i dubbi non mancano – in primis di chimica. Leonard ha di fatto saltato l’intera stagione e dovrebbe ora convivere con LBJ, la personalità più debordante di tutta la lega e non per niente fra le più difficili da gestire.
Tutto da verificare poi PG13 come terza opzione di un team, specie per via del suo elevato usage rate, 26% nel 2017-18. Detto ciò, se i piani dei Lakers andranno in porto, la California diventerebbe l’epicentro del mondo NBA, con 5 dei primi 10 giocatori divisi fra due sole squadre. Per ora, il tutto resta poco più di una fantasia, il trailer di un blockbuster holliwoodiano estivo che corre comunque il rischio di non uscire mai al cinema. Dopo tanti anni di miseria cestistica, anche solo sognare tali colpi eccita la fantasia dei fan. Toccherà poi a Magic compiere la sua magia ed estrarre ben tre conigli da un unico cilindro.
MVProf