Carolina, 6 magica
North Carolina sconfigge Gonzaga e vince il suo sesto titolo NCAA
Questa volta, il colpo di reni di Hicks è stato vincente, il tiro della disperazione non ha nemmeno raggiunto il ferro e i coriandoli hanno fatto pendant col colore blu cielo. 364 giorni dopo la devastante sconfitta subita in finale dai Villanova Wildcats, i North Carolina Tar Heels hanno sconfitto 71-65 i Gonzaga Bulldogs nella finale del torneo NCAA di quest’anno. La squadra allenata da Roy Williams si riprende quel titolo NCAA che i giocatori avevano accarezzato nel 2016 e che nella bacheca della scuola mancava ormai dal 2009. La partita vedeva di fronte due #1 del torneo, ma con curriculum ben diversi. Se Carolina rappresentava una delle corazzate storiche del torneo, gli Zags erano alla prima finale di sempre. Insomma, il classico Davide contro Golia, solo senza finale a sorpresa. Tuttavia, sarebbe errato immaginare si sia trattato di una gara a senso unico, soprattutto in virtù dell’anima speculare di entrambi i team. Solidi a centro area, sospetti nel tiro in sospensione.
Si gioca allo University of Phoenix Stadium di Glendale, AZ – casa degli Arizona Cardinals. Per massimizzare i profitti, lo stadio da football viene trasformato in un palazzetto di basket da 76mila spettatori. La cornice di pubblico gargantuesca e il peso delle luci dei riflettori non paralizza però solo l’inesperta Gonzaga. Nei primi minuti, infatti, entrambi i team che vivono di grappoli di errori dal campo. Fra 17:05′ e 16:02′ sette jumper combinati vanno fuori bersaglio prima che Josh Perkins infili la tripla in transizione per il primo vantaggio Zags sul 7-5. Risponde presente Berry, con la sua personale tripla dall’altro lato del campo su assist di Justin Jackson. Dalla panchina di coach Roy Williams si alza Nate Britt, che con un avventuroso lay-up fra i pini a centro area pareggia a quota 14. Un fuori programma in un contesto tattico che vede entrambe le squadre venire da un’annata con la chiara etichetta di dominatori del pitturato.
Nigel Williams-Goss, nuovo primatista per punti nella storia della scuola e finalista del Wooden Award, dà il la al parziale di 7-0 per gli Zags. UNC è imprecisa e deve aggrapparsi all’acciaccato Joel Berry II. La sua seconda tripla della serata tappa la falla e ricuce sul 21-17 con 8:49′ da giocare. La terza tripla di Perkins porta ad un altro allungo di Gonzaga e in panchina coach Williams perde le staffe. Della punta di diamante di Carolina Justin Jackson si sono intanto perse le tracce. Per lui 0 su 6 dall’arco e appena tre canestri totali dal campo. Con ben 7 giocatori in rotazione per le due squadre sopra i 2.10m e tanta imprecisione fuori dal pitturato, col passare dei minuti il centro dell’area non poteva che diventare la chiave di lettura principale del match. Da notare che UNC era imbattuta in stagione quando vittoriosa nella lotta a rimbalzo. Przemek Karnowski si impegna, ma non è cercato abbastanza. Dall’altra parte Meeks, dopo l’efficiente 11 su 13 della sfida contro Oregon, inizia con tre errori dal campo. Ma il contributo sotto le plance suo e di Isaiah Hicks lasciano Carolina a un solo possesso di distanza alla pausa lunga, 32-35.
Gli Heels escono indemoniati dal tunnel e piazzano in avvio di ripresa un parziale di 8-0 fino al 40-35. La truppa di coach Mark Few non resta a guardare e risponde a sua volta con un contro-parziale di 8-0 in cui si rivede anche Karnowski. In una giocata tutto cuore, il polacco segna con fallo il suo primo (e ultimo) canestro. Carolina è fin troppo pasticciona in questa fase fatta di palle perse e tiri sul ferro. Berry fa valere la sua esperienza e connette dalla lunga distanza per il 47-45. Pur senza grande precisione, la guardia è letteralmente l’unico degli Heels a trovare la retina dalla lunga distanza. Il resto dei giocatori chiuderà la gara 0 su 14 dall’arco. Il braccino piano piano contagia anche Gonzaga, che rimane senza canestri dal campo per 8 minuti. Solo i liberi le permettono di restare a contatto. Le sportellate sotto canestro producono un basket d’antan tutto muscoli e volontà, oltre che la cifra mostruosa di 44 falli equamente distribuiti nell’arco dei 40′ di gara. Perfino superstar come Wade e LeBron dal divano di casa twittano il proprio disappunto nei confronti del trio di fischietti.
Williams-Goss e Berry si scambiano di nuovo canestri dalla lunga distanza e si arriva così allo sprint finale sul 63-63 con due minuti da giocare. Jackson si risveglia e trova un fondamentale gioco da tre punti per il66-65. La giocata che forse indirizza definitivamente il match verso la Tobacco Road è però una chiamata arbitrale errata. Gli arbitri assegnano una palla a due a Carolina, ma appare chiaro già in diretta che la mano di Meeks è sulla linea di fondo. La palla sarebbe quindi dovuta essere assegnata agli Zags. UNC ringrazia e segna subito. Lo fa con un difficilissimo appoggio al vetro di Hicks, tutto frutto della sua volontà ferrea più che di uno schema. Hicks così cancella l’onta dell’anno passato, quando una sua tardiva chiusura su Jenkins aveva permesso al giocatore di Villanova di infilare il tiro della vittoria. Questa volta, il suo colpo di reni è dalla parte giusta della storia.
Gonzaga si ritrova sotto 68-65 con 25″ ma senza timeout. Williams-Goss opta per lo spin a centro area, ma ad attenderlo trova Meeks. Il centro rimanda il pallone al mittente e fa partire il contropiede con cui Jackson va a schiacciare il canestro della sicurezza. Al suono della sirena, tutta la panchina di Carolina si riversa in campo a festeggiare. Di certo nessuno ricorderà la gara per lo spettacolo e le giocate offerte. Imprecisi dall’arco, gli Heels hanno vinto in virtù della loro difesa tenace. Grazie ad essa hanno concesso ai Bulldogs la miseria di 8 canestri dal campo in tutto il secondo tempo. Si conclude così la straordinaria annata di Carolina. Nonostante l’addio dei senior del 2016 Marcus Paige e Brice Johnson avesse sottratto talento al programma, gli Heels hanno lottato con le unghie e con i denti per evaporato sul più bello un anno prima. I fantasmi dell’anno precedente sono scacciati: la redenzione è completa.
MVProf