La depth chart dei QB – AFC North
Analisi division per division di tutti i quarterback NFL
BALTIMORE RAVENS
Dopo un 2017 in regressione rispetto ai suoi standard pur non eccezionali, Joe Flacco si affaccia a questa stagione sentendo il fiato sul collo. La sua permanenza ai Ravens almeno per quest’anno è garantita, ma dal 2019 alla franchigia costerà meno tagliarlo che tenerlo in squadra. A riprova di ciò, è l’upgrade dei suoi backup. Al posto del solo Ryan Mallett – che uno spauracchio certo non poteva essere – ora Baltimore può contare su Robert Griffin III e il rookie Lamar Jackson. La storia di RGIII non induce a pensare ad un rischio immediato per Flacco, sebbene l’ex ‘Skins abbia ben figurato fin qui in preseason. Discorso diverso per Jackson, sui cui Baltimore quest’anno ha investito una prima scelta. In caso di difficoltà palesi già nei primi mesi, la mannaia potrebbe calare su Flacco già a conclusione del trittico Saints/Panthers/Steelers. La successiva bye week porterebbe al passaggio di consegne a Jackson per la Week 11.
CINCINNATI BENGALS
Un 2017 disastroso non ha portato alcuna rivoluzione a Cincinnati: coach Lewis è ancora al comando e con lui Andy Dalton. Questo sebbene lo scorso anno la loro collaborazione sciagurata abbia condannato i Bengals ad avere il peggior attacco della lega. Non solo la squadra non ha migliorato l’arsenale offensivo, ma non ha nemmeno dato al proprio QB alcun senso di urgenza. E questo dopo che Dalton ha avuto dal punto di vista statistico uno dei peggiori anni della carriera. Con McCarron finito a Buffalo, è arrivato Matt Barkley come backup. Trattasi di un quarterback che ha cambiato 5 squadre in 6 anni e con un TD-to-INT ratio di 8 a 18 fra i pro. Dietro di lui ci sono Driskel e Woodside, due giovani draftati rispettivamente al 6° e al 7° giro negli ultimi anni. Davvero difficile immaginare uno di loro titolare a dispetto delle probabili difficoltà di Dalton. Per la prima volta dal 2010, Cincinnati potrebbe togliere a Cleveland l’infamante scettro di peggior squadra dell’Ohio.
CLEVELAND BROWNS
Salvo sorprese, il titolare sarà Tyrod Taylor, capace lo scorso anno di trascinare Buffalo ai playoff per la prima volta dal 1999. Già questo lo rende l’uomo di maggior esperienza di tutto il roster dei Browns. Nel quadro generale delle cose, il suo ruolo però si limita a quello di chioccia. Una sua annata positiva sarà infatti funzionale nel giungere ad una transizione coi tempi giusti per Baker Mayfield. La prima scelta assoluta dell’ultimo draft sta confermando l’hype iniziale, grazie a ottime prove fra camp e preseason. La tentazione di lanciarlo nella mischia da subito esiste, ma da essa i Browns non hanno nulla da guadagnare. Come per Baltimore, è possibile ipotizzare un cambio al timone di Cleveland verso la seconda parte di stagione (o forse prima). Il bye di Cleveland cade in Week 11 e al rientro solo Atlanta si configura come avversaria decisamente fuori dalla loro portata. Drew Stanton – 17 partite da titolare in 11 anni – non sarà un fattore.
PITTSBURGH STEELERS
L’Offensive Coordinator degli Steelers Randy Fichtner ha affermato di aver visto Ben Roethlisberger nella miglior forma fisica degli ultimi dieci anni. Questo è significativo non solo per un QB di ormai 36 anni, ma specialmente per uno che da due stagioni flirta col ritiro. La dichiarazione del nuovo OC può però anche essere vista come una captatio benevolentiae nei confronti di un giocatore che l’anno scorso ha silurato il suo predecessore Todd Haley, ora a Cleveland. Ad ogni modo, Big Ben potrà ancora contare sull’attacco più esplosivo della lega grazie a Brown, Smith-Schuster e lo scontento ma elettrico Bell. Dietro di lui, il vuoto. Dopotutto, che cos’hanno in comune i grandi QB di ogni epoca? Nessuno conosce i loro backup. Jones è rimasto come suo immarcescibile scudiero, mentre dietro i giovanissimi Dobbs e Rudolph cercheranno di assorbire i segreti di Big Ben. Perché lui, di divulgarli a loro, non ha certo voglia.
MVProf