A Kawhi-et Place
Leonard ha conquistato Toronto, ma per quando farà parte del suo futuro?
Per la prima volta dalla loro fondazione nel 1995, i Toronto Raptors sono arrivati alle Finali NBA. Per quanto ogni percorso così lungo e faticoso necessiti del contributo di un enorme numero di persone, è innegabile che le impronte digitali che ricoprono in maniera dominante il trofeo di campioni dell’est siano quelle di Kawhi Leonard. E non solo per la taglia extra large delle sue manone. Nel suo primo anno di postseason canadese, The Klaw sta mantenendo medie di 31.2 punti, 8.8 rimbalzi e 3.8 assist, giocando al contempo un’eroica pallacanestro difensiva. Fra esattamente un mese, Kawhi sarà però free agent e libero scegliere la sua futura casa. Stando a Caesars, i Los Angeles Clippers sono considerati di gran lunga i favoriti a -200: in altre parole, scommettere $200 porterebbe la vincita di appena un centone. Per fare un paragone, un’identica scommessa piazzata sui cugini dei Los Angeles Lakers frutterebbe invece ben $1,800. Citare le due squadre losangelene non è casuale, data la più volte citata volontà del giocatore di fare ritorno nella nativa California. I Raptors hanno convissuto con questa spada di Damocle per un anno intero e ora possono finalmente sentirsi in grado di giocarsi al meglio le proprie chance di trattenere No.2 a nord del confine.
Quando un anno fa Gregg Popovich si vide costretto a separarsi dal suo ex protégé, spedirlo il più lontano possibile dalla California fu visto come una punizione ricca di una certa dose di ironia. Al di là delle temperature non sempre da short e infradito, Toronto è una splendida città cosmopolita e multietnica, che in più, a differenza dei grandi mercati americani, gode della lontananza dai più torridi riflettori dei media, circostanza che all’introverso Kawhi non deve certo dispiacere. In più, del travolgente amore di cui è stato ricoperto dai fan canadesi l’ex Spurs potrà godere in tutti i sensi. La Condo Store Inc. ha offerto al giocatore un appartamento multimilionario a sua scelta senza sborsare un dollaro e l’iniziativa Ka’Wine and Dine, che ha già raccolto dozzine di adesioni fra bar e ristoranti della città, promette di fornirgli cibo e bevande gratis per tutta la vita. Diventare una bandiera di questo team non significa solo diventare un’icona di Toronto, ma un eroe nazionale in tutto il Canada. Certo, lo stato con la foglia d’acero avrà sempre nell’hockey lo sport più seguito, ma le generazioni più giovani non hanno mai goduto degli anni d’oro di Wayne Gretzky o dei Toronto Maple Leafs. Kawhi ha quindi la chance di raccogliere uno scettro da tempo vacante.
Ancor più alla spasmodica ricerca di un campionissimo che porti in dote un Larry O’Brien Trophy sono però i fan dei Raptors. Certo, per The Six sono passati superstar come Carter, McGrady e Bosh, ma sono bastati appena otto mesi perché Leonard li avvicinasse al titolo come mai prima d’ora. Anche dal punto di vista strettamente cestistico, restare a Toronto avrebbe i suoi vantaggi. Nei Raptors, Kawhi sa di poter contare su un ottima combinazione coach di coach e GM nella coppia Nurse/Ujiri, non solo centrali nel circondarlo di un ottimo collettivo che ha in Pascal Siakam un astro nascente, ma anche lungimiranti nel concedergli ben 22 partite di riposo nel corso dell’anno per concedergli un pieno recupero fisico. Rimanere a est, permetterebbe poi di proseguire il dominio sulla conference, specie dopo un’estate in cui squadre come i 76ers, i Celtics e i Bucks dovranno apportare numerosi cambiamenti al proprio roster. Dal mero punto di vista finanziario, infine, i Raps possono offrirgli 50 milioni di ragioni in più a restare, vista la differenza fra la loro offerta massima e quella dei contendenti ($190M a $140M). La scorsa estate, Paul George ha stupito tutti restando a OKC e snobbando la sua LA. Sarà ora il turno di Kawhi di sorprendere tutti e restare dov’è?
MVProf