Brodie e il Barba di nuovo insieme
Tutti i dettagli dell’incredibile reunion a Houston di Westbrook e Harden
Se pensavate che l’estate NBA avesse esaurito i fuochi d’artificio, avete distolto gli occhi dal cielo troppo presto. Infatti, giovedì gli Houston Rockets hanno realizzato una clamorosa trade per portare in Texas Russell Westbrook. Per arrivare al #0, i razzi hanno sacrificato Chris Paul, due prime scelte (2024 e 2026) e due pick swap (2021 e 2025): tutto sommato, un prezzo tutt’altro che proibitivo per accaparrarsi uno dei primi dieci giocatori della lega. Così facendo, non solo compiono un upgrade e un ringiovanimento nel ruolo, ma riescono anche a compiere il tutto senza sacrificare alcun pezzo di un già ottimo roster. L’aver inserito nella trade anche CP3 gioca a sua volta a vantaggio dei Rockets, la cui volontà di separarsi dal play 34enne era ormai chiara. La chimica è infatti uno dei temi-chiave di questa trade. Da una parte c’è quella fra CP3 e James Harden, andata rapidamente verso sud negli ultimi tempi dopo nemmeno due anni di convivenza.
Secondo Shams Charania di The Athletic, Paul avrebbe nutrito per diverso tempo un generale malcontento circa la gestione dell’attacco di squadra, questione esplosa durante Gara 6 della serie di playoff contro i Golden State Warriors. In seguito alla deludente sconfitta contro i Dubs da super favoriti, nello spogliatoio sarebbe esploso un battibecco fra i due condito da accuse reciproche e parole grosse. Nonostante le smentite di circostanza, la situazione fra i due è stata descritta come “irrimediabile,” tanto che il Barba avrebbe imposto al team un chiaro aut-aut: o me, o lui. Uscito CP3 – e con lui il suo contrattone – dall’orbita di Houston, la coesistenza fra Harden e il nuovo arrivato Westbrook porta con sé un altrettanto cospicuo bagaglio di dubbi. I due hanno condiviso la loro infanzia cestistica con gli Oklahoma City Thunder fra il 2009 e il 2012, quando Brodie era solo il vice di Kevin Durant, e Harden un sesto uomo di lusso.
Dopo essere arrivati a giocarsi le Finals proprio nell’ultima stagione insieme, i due potranno riprendere ora la caccia a quel Larry O’Brien da allora nemmeno sfiorato. Dal 2012 ad oggi però molto è cambiato. Dalla loro separazione, le loro carriere li hanno portati ad assumere ruoli di primo piano all’interno delle rispettive squadre, fino a vincere un titolo di MVP a testa. I due hanno peraltro sviluppato un gioco assai simile, e non solo per i costanti flirt con le triple doppie. Sia Brodie che il Barba contano infatti su un ampio volume di tiri e il controllo spesso dittatoriale del pallone. In tal senso, le statistiche non mentono. Nelle ultime stagioni i due sono una presenza fissa nelle primissime posizioni per tocchi, isolamenti e usage rate, ovvero le tre categorie che meglio raccontano l’uso che un giocatore fa del pallone.
D’altro canto, i due sono anche fra i leader per punti e assist, senza contare che la presenza di Russ potrebbe alleggerire il peso dell’attacco dalle spalle del Barba, spesso costretto ad arrancare ai playoff dopo aver trascinato quasi da solo la squadra nei mesi precedenti. Fino a pochi giorni fa, sarebbe stato folle anche solo ipotizzare questi discorsi in virtù di una loro possibile riunione. La decisione di Kawhi Leonard e l’immediata trade di Paul George hanno portato OKC alla dolorosa scelta di operare un rebuilding totale e mettere a sorpresa il beniamino di casa Westbrook sul mercato. Nonostante l’interesse dei Miami Heat, la volontà dei due ex compagni di unire di nuovo le forze è risultata decisiva. Una mossa rischiosa e per certi versi folle. Ma in questa incredibile estate NBA cosa non lo è?
MVProf