E se saltasse la trade per AD?
Un mancato accordo fra le parti porterebbe a un enorme effetto domino
La notizia, di per sé, non è una novità. Già da quando lo scorso settembre Anthony Davis ha assunto Rich Paul per curare i propri interessi, in molti immaginavano che il destino dell’ex Kentucky fosse di fare coppia con LeBron James. Dopo lunghe trattative, i Los Angeles Lakers hanno trovato un’intesa con i New Orleans Pelicans per spedire AD in California in cambio di Lonzo Ball, Brandon Ingram e Josh Hart, più tre prime scelte e un diritto di swap. Questo accadeva una settimana fa, ma come mai manca ancora l’annuncio ufficiale? Non sorprenderà nessuno sapere che c’è di mezzo l’incompetenza del management dei Lakers. Secondo quanto riportato da Ramona Shelburne a The Jump, i Lakers avrebbero ignorato l’esistenza di implicazioni sul cap provenienti dalla tempistica della trade, rischiando di fatto di compromettere le proprie chance di dare la caccia in estate a una terza superstar da unire a Bron&Brow. In breve, se la trade sarà completata per inizio luglio, ai giallo-viola rimarranno disponibili $23.7M di cap invece di $32.5. Tutto molto imbarazzante, ma non per questo fuori dall’ordinario.
Vale la pena ricapitolare gli eventi principali dell’ultimo anno in casa Lakers: la scorsa estate la serie di cantonate nella costruzione di un roster pieno di presunti playmaker, in inverno il burrascoso mancato arrivo di Davis con annessa alienazione di tutti i giovani, in primavera il clamoroso addio di Magic Johnson e ora, un’estate dopo, un nuovo intoppo. Gli unici momenti positivi sono da attribuire unicamente alla buona sorte, come la voglia di LeBron di entrare a Hollywood e l’estrazione di un’improbabile quarta chiamata al draft. Vista la scarsissima credibilità del front office presieduto da Jeanie Buss, sorge allora un dubbio: e se saltasse la trade per AD? La domanda non è pura retorica, visto che appena lo scorso maggio non è andato a buon fine nemmeno l’assunzione di Ty Lue in panchina, quando la chiusura dell’affare sembrava ormai una pura formalità. E anche il già citato mancato arrivo di Davis a febbraio è stato macchiato di grande cialtroneria, tanto che i principali interlocutori di entrambe le fazioni – Magic e Demps – non sono più al loro posto.
Proviamo allora a immaginare fino a dove si estenderebbero le deleterie conseguenze di un nuovo flop lacustre. La trade del figlioletto non solo ha fatto infuriare LaVar Ball, ma lo ha pure portato a pronunciare un’oscura macumba sui Lakers. Le istruzioni su come annullare tale formula non sembrano incluse nella confezione. Capitolo scelte: la quarta scelta capitata in dote ai Lakers è stata inclusa nell’affare e con essa è stato selezionato De’Andre Hunter. Ufficialmente scelto dai Lakers, l’ex Virginia è però stato immediatamente girato dai Pelicans a una terza squadra, ovvero gli Atlanta Hawks. Per il giocatore, questi hanno poi mandato nella Big Easy tre scelte, ovvero con la #8 Jaxson Hayes, con la #17 Nickeil Alexander-Walker e con la #35 Marcos Louzada Silva. Annullare tutto azzererebbe tutto, portando Hunter a LA e i tre rookie ad Atlanta, così come Bone e Hill – a loro volta inclusi nella trade con gli Hawks – di nuovo a New Orleans. Se si contano anche le scelte future incluse in tutte queste trattative, sono almeno 15 i giocatori i cui destini subirebbero un clamoroso stravolgimento in caso di annullamento.
Forse sarà proprio l’esagerato numero di giocatori coinvolti a obbligare le squadra a condurre in porto la trattativa originale per AD, ma ciò non vuol dire che sia scontato. Ad esempio, i Pelicans potrebbero chiedere alla controparte uno zuccherino aggiuntivo in cambio del nulla osta nel posticipare la trade al 30 luglio, come ad esempio aggiungere altre scelte all’affare o addirittura Kyle Kuzma – già inserito in una proposta di trade lo scorso febbraio. In aggiunta, mentre la trade marina in questo bizzarro limbo, qualche altra squadra potrebbe farsi sotto e offrire per Davis un migliore (e immediato) pacchetto di giocatori e scelte. Lo scenario più accattivante sarebbe quello di un’ipotetica offerta dei cuginastri dei Los Angeles Clippers, che in due semplici mosse potrebbero mettere insieme Davis e Kawhi Leonard. In fondo, Davis farebbe comunque le valigie per la bramata LA e in Kawhi troverebbe un compagno di merende con cui condividere fino ai prossimi dieci anni di carriera e successi. Da un colpo del genere, i Lakers potrebbero non riprendersi più e i Clippers potrebbero compiere il passo decisivo per reclamare la supremazia della città intera.
MVProf