It’s over: Carter prepara l’addio
L’ultimo anno di Vince Carter chiuderà un’epoca della storia NBA
Anche l’ultimo degli immortali è pronto ad appendere le sneaker al chiodo. Intervistato durante lo show di ESPN “The Jump,” Vince Carter ha infatti dichiarato che la stagione 2019-20 sarà la sua ultima in NBA prima del ritiro. Rookie dell’anno, 2 volte team All-NBA e 8 volte All-Star, Carter rappresenta ormai da anni una leggenda vivente del parquet. Oltre al suo essere un solido veterano e un signore dentro e fuori dal campo, ciò che lo rende unico è che con il suo addio si chiuderà ufficialmente un’enorme capitolo dell’epopea NBA. Draftato dai Warriors con la 5ª scelta nel 1998, l’uomo un tempo noto come Half-Man, Half-Amazing è infatti l’ultimo giocatore in attività ad aver mosso i primi passi NBA nel secolo scorso. E non appena il prossimo anno scenderà in campo per la sua prima partita, diventerà il primo giocatore della storia ad aver giocato in NBA per quattro decadi. All’interno della sua lunga carriera che lo ha visto indossare i colori di 8 squadre diverse, Air Canada si è meritato i soprannomi più cool di sempre e il titolo semi-ufficiale di miglior schiacciatore della storia, come testimoniato dalla storia gara di schiacciate del 2000 e dal poster stampato in faccia a Weis.
Se gli highlights dei suoi salti acrobatici non mancano di certo, non si può dire altrettanto dei suoi successi di squadra. Nonostante l’amore che ancora lo lega alla maglia Toronto Raptors, franchigia con cui ha giocato dal 1998 al 2004, negli anni canadesi Carter è riuscito a superare il primo turno dei playoff una sola volta. Durante quella postseason del 2001, tuttavia, scelse di volare a Chapel Hill per la cerimonia di laurea appena prima della cruciale Gara 7 contro i 76ers e, secondo molti, ciò ne compromise le sue prestazioni e causò la sconfitta. La sua seconda vita cestistica a East Rutherford con gli allora New Jersey Nets non fu più fortunata, tanto che Carter dovette attendere ben 12 anni di carriera per superare il secondo turno dei playoff, che avvenne nel 2010 in maglia Magic. Dopo le parentesi a Phoenix e Dallas, il suo ultimo approdo ai playoff risale agli anni del Grit & Grind con i Memphis Grizzlies. Ad uno sguardo d’insieme, la sua carriera in postseason appare il classico caso di posto giusto al momento sbagliato. Appena prima del suo arrivo, Suns e Grizzlies erano arrivati alle Conference Finals, mentre Nets e Magic erano addirittura approdate in finale un solo anno prima. I Mavs, addirittura, avevano vinto il titolo la stagione precedente, ma con Carter fallirono il repeat subendo un mesto sweep già al primo turno.
Negli ultimi anni, invece che diventare un veterano di lusso con l’ossessione dell’anello, ha scelto lidi che gli promettessero minuti importanti all’interno di roster giovani e in rebuilding, come nel caso di Kings e Hawks. Scaduto il contratto con questi ultimi, l’ultima free agency della carriera potrebbe portarlo alla sua nona squadra o magari a un ritorno nostalgico in una delle sue tappe precedenti. La possibilità di allacciare le Nike ancora una volta e di portare il proprio contributo sul campo è tutt’altro che una questione da mero amarcord. Il 42enne può diventare il quarto giocatore più vecchio a giocare nella lega, record che apparterrà forse per sempre a Nat Hickey, che arrivò a indossare la casacca dei Providence Steamrollers (BAA) addirittura a 45 anni. Già in top 20 fra gli scorer, altri 400 punti varrebbero a VC il sorpasso a ‘Melo e English.
In quanto a partite giocate, Carter è attualmente al quinto posto con 1481; se riuscisse a giocarne 80 il prossimo anno, supererà in un solo colpo Stockton, Nowitzki e Kareem, posizionandosi secondo dietro al solo Robert Parish. Il suo ritorno al basket nel 2020 anche per una sola partita gli assicura d’ufficio un record assoluto: mai nessuno prima di lui ha giocato nella lega per 22 stagioni. L’addio di Vinsanity corona la lunga serie di addii eccellenti di mostri sacri del basket degli anni ’90 e ’00. Dal 2016, infatti, hanno salutato futuri Hall of Famer come Kobe, Duncan, Garnett, Allen, Pierce, Bosh e Ginobili, senza scordare quelli di quest’anno, ovvero Wade e Nowitzki. Il successivo treno di ritiri importanti riguarderà in un futuro non troppo lontano Pau Gasol, Parker, Howard e Paul, ma gli idoli delle folle come i primi nomi citati sono ormai una razza estinta.
MVProf