Hall of Edelman
Il braccio destro di Tom Brady può ambire a un posto a Canton?
È passata ormai più di una settimana dal Super Bowl LIII e, spazzati via i coriandoli da Boylston street, la lunga offseason NFL ha ufficialmente avuto inizio. Tuttavia, tiene ancora banco – e ora non più solo nei bar di Boston – una questione non priva di controversie: Julian Edelman è da Hall of Fame? A chi bolla la domanda come pura blasfemia si consiglia quantomeno una riflessione più approfondita. L’argomento più convincente non può che essere relativo ai suoi numeri in postseason. Ai playoff, Edelman è infatti primo all-time per target (175), secondo per ricezioni (115) e, grazie alle 141 yard dell’ultimo Super Bowl, secondo per yard ricevute (1412). L’unico WR a vantare cifre migliori delle sue è un certo Jerry Rice, uno che qualche record in NFL lo ha stabilito. E nonostante il fresco MVP del Super Bowl abbia saltato l’intero 2017 per via di un ACL, questi ha comunque la possibilità non solo teorica di sorpassare l’icona Rice. La cosa pazzesca è che Edelman ha sostanzialmente iniziato la sua carriera nel 2013, quando dopo quattro stagioni di gavetta ha conquistato i galloni di slot receiver titolare in seguito all’addio del suo clone Wes Welker.
Al di là dei numeri, quello che lo rende unico è il suo gene clutch. Dall’inizio del play-by-play nel 1994, le statistiche raccontano che Edelman è al primo posto assoluto ai playoff per target ricevuti su terzo down e soprattutto per averne convertiti più di tutti in nuovi primi down. Questo lo ha di fatto reso l’opzione offensiva preferita di Tom Brady, che in lui ha trovato i polpastrelli più affidabili nei momenti decisivi. Non a caso, Edelman ha messo i suoi guanti rossi in tutte le azioni-chiave degli ultimi tre Super Bowl vinti dai New England Patriots. Nel SB XLIX è suo il touchdown del sorpasso sui Seahawks e nel SB LI impossibile scordare la sua ricezione acrobatica in triple coverage contro i Falcons. Quest’anno, poi, è stato per larghi tratti l’unico giocatore a tenere vivo l’attacco dei Pats e far vedere i sorci verdi alla secondaria dei Los Angeles Rams. Infine, un’altro argomento pro-Edelman – per quanto più poetico che tecnico – è la sua storia. Prima di venire selezionato al draft nel 7° giro del 2009, JE11 era un quarterback tutt’al più competente a Kent State. La visione di Bill Belichick lo ha trasformato da sicura meteora a giocatore fondamentale per il team.
Allo stesso tempo, è proprio un aspetto del suo ruolo il primo argomento a suo sfavore. Tolto un giocatore generazionale come Rob Gronkowski in quanto a lock per la HOF, non è casuale la difficoltà di individuare compagni d’attacco di TB12 meritevoli di ingresso a Canton. Il plug-and-play dei Patriots ha infatti dimostrato che è fin troppo ampia la rosa di giocatori che, circondati da due GOAT come Brady e Belichick, possono vivere annate straordinarie ben al di là dei loro limiti intrinseci. In più, lo status di HOFer è dato da una valutazione complessiva della carriera di un giocatore e non solo di determinati contesti. Se infatti si prendono in esame i numeri della carriera di Edelman in regular season, emergono cifre poco lusinghiere. È infatti 148° nella storia NFL con 499 ricezioni, 248° per receiving yards con 5390 e ha racimolato appena 30 touchdown. In più, non è stato mai stato scelto in un Pro Bowl né in un team All-Pro.
Da non sottovalutare poi la concorrenza. Al momento, dei 326 membri presenti nella Hall of Fame, solo 27 sono wide receiver. E ad attendere ancora la chiamata per la misura della giacca dorata sono Isaac Bruce, Torry Holt, Steve Smith, Reggie Wayne e Calvin Johnson. Fra i coevi, facile immaginare che meriteranno ampia considerazione anche Larry Fitzgerald, Antonio Brown e Julio Jones, senza contare chi come Michael Thomas, Odell Beckham jr e DeAndre Hopkins sta emergendo fra i nuovi fenomeni della lega. La prova del nove per Edelman potrebbe allora arrivare dal destino di Hines Ward. Pur non avendo in stagione regolare cifre spaziali, l’ex Steeler ha avuto un’eccellente produzione ai playoff molto simile a quelle di Edelman, compreso il premio di MVP del Super Bowl del 20xx. Comunque la si voglia vedere, Edelman avrà una pinta di birra assicurata in ogni bar del New England per il resto della vita. E forse questo per lui conta più di tutto.
MVProf