NBA Preview – Southwest Division
Analisi division per division di tutte le squadre NBA
DALLAS MAVERICKS
Quando si parla di rebuilding fatto nel modo giusto, entro pochi anni il nome dei Dallas Mavericks potrebbe essere citato come esempio. Come già accennato nella presentazione della Southeast Division, il risultato della trade di Luka Doncic per Trae Young con gli Hawks definirà molto del futuro dei texani. Doncic ha pagato la classica diffidenza verso gli europei, nonostante fosse il prospetto più affermato ad essere mai entrato al draft (3 volte vincitore della Liga, oltreché campione ed MVP dell’Eurolega). Sia per retaggio che per ruolo, a Dallas sperano che l’ex madridista sarà l’erede del 40enne Dirk Nowitzki. Sotto la guida esperta del tedesco e di coach Carlisle, Smith e Doncic saranno le pedine chiave per il rilancio dei Mavs. Con tre anni di ritardo, in estate è arrivato in Texas anche DeAndre Jordan, fondamentale sotto le plance e a rimbalzo, tallone d’Achille lo scorso anno. Wes Matthews e Harrison Barnes completano un quintetto molto solido, di cui Wunder Dirk sarà 6° uomo. In un super ovest, i playoff restano però solo un sogno. O forse no…
HOUSTON ROCKETS
L’estate molto impegnata degli Houston Rockets è iniziata con gli addii di Trevor Ariza e Luc Mbah a Moute, due solidi giocatori perimetrali da three-and-D. A rimpiazzarli è arrivato gratis a fine estate Carmelo Anthony – nome altisonante, ma assai meno efficiente dei due ormai ex Rockets. Tutto da vedere poi quale sarà il suo rapporto con coach D’Antoni dopo i dissidi ai tempi dei Knicks. I $160M dati a Chris Paul sono davvero tanti, specie per un giocatore che a 36 anni ne guadagnerà $44M con un fisico che già ora ha gravi segni di usura. Ma era inevitabile. Migliore l’affare per Clint Capela, 5 anni a $90M. Nel mentre, i razzi hanno tentato di inserirsi nelle trattative per Kawhi e per Butler, ma con poco da offrire in cambio. Più che guardare il quintetto iniziale, è interessante immaginare quello che finirà le partite: Paul-Harden-Anthony-Tucker-Capela promettono una miglior varietà di opzioni offensive dello scorso anno. Ma ora in difesa oltre che James Harden – comunque migliorato – andrà nascosto anche ‘Melo. Pagherà una mossa tanto ardita?
MEMPHIS GRIZZLIES
L’epoca dei Memphis Grizzlies tutti sangue, sudore e lacrime è un lontano ricordo: questa squadra è destinata a fare schifo. Dopo un 2017 fatto di sfortuna (il KO di Mike Conley dopo 12 partite) e cattivo management (l’affrettato licenziamento di coach Fizdale), al draft è arrivata la scelta del verde Jaren Jackson jr e poi la dolorosa perdita senza contropartita di Tyreke Evans. I nuovi arrivi? Garrett Temple, Kyle Anderson, Shelvin Mack e Omri Casspi. Non certo i pezzi pregiati fra i free agent, comunque impossibili da attirare anche per via di un cap ancora intasato dal folle contratto di Chandler Parsons. Dire che i Grizzlies sono usciti con le ossa da questo ultimo anno è un eufemismo e le misere aspettative per questo 2018 ne sono la conseguenza. Per ripartire servirà un tanking radicale, considerando che la prima scelta per il 2019 è protetta 1-8, altrimenti finirà a Boston. La sola via d’uscita sembra dover passare dal sacrificio di una delle sue stelle, probabilmente Marc Gasol. Occhio allora alla trade deadline, forse l’unico momento in cui Memphis sarà protagonista.
NEW ORLEANS PELICANS
Anno di importanza capitale quello dei New Orleans Pelicans. L’infortunio al tendine d’Achille patito da DeMarcus Cousins lo scorso 26 gennaio è stato l’evento chiave della scorsa stagione. Senza DMC, i Pels hanno addirittura migliorato le loro prestazioni e vinto un turno di playoff. Tale risultato li ha convinti a lasciar partire Cousins, caduto in piedi e finito ai Warriors. Oltre a lui, anche Rajon Rondo ha fatto le valigie in estate e i due sono stati rimpiazzati da Elfrid Payton e Julius Randle. Oltre all’età media, ad abbassarsi è però anche l’esperienza e il talento in quello che appare come un chiaro downgrade. Ma fare un passo indietro non è concesso. Al di là delle voci sulla possibile relocation della franchigia, Anthony Davis è un giocatore generazionale che non può più permettersi di essere circondato dalla mediocrità, anche in virtù del recente passaggio a Klutch Sports Group, agenzia di lebroniana influenza. Obiettivo minimo è ripetere le 48 W e passare il primo turno per mostrare AD che NOLA fa sul serio. Ma anche così potrebbe non bastare.
SAN ANTONIO SPURS
Per i San Antonio Spurs il 2018 sarà l’anno zero. Sarà infatti la prima volta dal 1997 che nessun membro dei Big 3 vestirà la maglia degli speroni. Dopo il ritiro di Tim Duncan del 2016, in estate sono infatti arrivati gli addii di Tony Parker (finito a Charlotte) e Manu Ginobili (ritiratosi dopo lunghe riflessioni). Come se non bastasse, anche Kawhi Leonard ha lasciato l’Alamo nei modi che tutti sappiamo. Per il 69enne Gregg Popovich, si tratta ora di imbastire un progetto per il futuro prima della pensione senza passare attraverso il tanking. DeMar DeRozan e LaMarcus Aldridge sono ora le colonne indiscusse di un team con alcuni giovani interessanti e molti veterani a fine carriera. Fra i primi, Dejounte Murray è purtroppo già finito KO per via del crociato e salterà la stagione per intero. Fari allora puntati su Bertans, Poeltl e il rookie Walker per capire chi rendere centrali nel progetto. Ai maturi Gasol, Gay, Mills e Belinelli il compito di tracciare la via. Per la prima volta dopo 21 anni i playoff non sono più una certezza per gli Spurs: davvero altri tempi.
MVProf