Trade in 10 domande: Wade agli Heat
Una serie di passaggi in dieci punti per comprendere tutti gli aspetti della trade che ha riportato il #3 in South Florida
1) Cos’è successo?
A margine delle molte trattative di mercato che hanno coinvolto i Cleveland Cavaliers, Dwyane Wade è stato ceduto ai Miami Heat in cambio di una seconda scelta nel 2024. La protezione su tale scelta è talmente elevata che si ritiene che i Cavs non saranno in grado di usufruirne.
2) Come ci siamo arrivati?
L’arrivo di Wade a Miami è stata una sorta di tempesta perfetta. Da parte degli Heat, l’infortunio di Dion Waiters per tutta la stagione ha assottigliato le rotazioni del backcourt di Miami, rendendo al contempo necessaria la presenza di un closer. Relativamente ai Cavs, l’arrivo del duo Hill e Hood, unito alla volontà del management di dare maggiore spazio a Cedi Osman, ha reso la presenza di Wade nel roster sostanzialmente inutile. A quel punto, l’operazione è stata quasi automatica e l’avvallo di LeBron James, poi confermato anche via Instagram, ha fatto il resto.
3) Chi ha ottenuto l’asset migliore?
La trade non è che un favore personale a Wade. Il fatto che sia stato ceduto per una lattina di Coca sgasata e mezzo pacchetto di patatine conferma che solo Miami ha da guadagnarci. Circostanza fondamentale per il suo arrivo a Miami è la sua situazione contrattuale favorevole. Una volta ottenuto il buyout dai Chicago Bulls (il giocatore ha lasciato sul tavolo circa $8M rispetto ai $23.8 million della sua player option), Wade ha firmato un contratto annuale al minimo da veterano.
4) Come giudicare l’anno e mezzo di Wade lontano da Miami?
Alla domanda, scherzosa, su dove fosse stato per tutto questo tempo, Wade ha risposto “in un posto freddo.” Certo la sua esperienza di un anno e mezzo nel gelido Midwest è stata molto diversa rispetto ai precedenti 13 anni in Florida, e non solo dal punto di vista climatico. L’anno a Chicago è stato deludente sotto molti aspetti. A livello individuale, le statistiche di Wade non solo sono peggiorate rispetto all’ultimo anno a Miami, ma erano fra le più basse in carriera. Inoltre, ha contribuito negativamente all’interno dello spogliatoio, spaccandolo e accelerando l’implosione del roster. A Cleveland, la sua iniziale partenza in quintetto ha contrariato JR Smith e aiutato a instillare nuovi malumori in un ambiente dei Cavs allo sbando.
5) In che rapporti sono ora Riley e Wade?
Come premessa, va ricordato l’articolo di C3S dello scorso 22 agosto dall’evocativo titolo Alla fine aveva ragione Pat. E il giudizio è rimasto immutato. Pat Riley ha mantenuto gli Heat competitivi, mentre Wade ha dovuto fare i conti con una discrasia fra aspettative e realtà (pur venendo remunerato profumatamente). Conoscendo i personaggi, nessuno dei due farà mea culpa, anche perché di colpa non è giusto parlare. L’astio con cui i due si erano separati è parte del passato e, nelle parole di Riley “non c’è né rancore né rimpianti.”
6) Come diventano i Cavs?
Come accennato sopra, a conclusione della trade deadline Wade non avrebbe trovato spazio nelle rotazioni dei Cavs. Rodney Hood dagli Utah Jazz è il suo sostituto designato, più giovane di 11 anni e in grado di dare alla squadra maggiori prospettive future.
7) Come diventano gli Heat?
Nella “seconda prima volta” di Wade a Miami, il giocatore è partito dalla panchina, proseguendo la nuova fase della propria carriera che lo vede come sesto uomo di lusso. Per il prosieguo della stagione, Wade ha affermato che si sarebbe messo a disposizione della squadra in qualunque ruolo cucito per lui da coach Spo. Goran Dragic e Josh Richardson continueranno a far parte del backcourt titolare, il che significa che Wade dividerà i propri minuti con Tyler Johnson e Wayne Ellington. Col ritorno di Waiters Island nel 2019 andranno poi prese decisioni complicate.
8) Vedremo più Wade e LeBron con la stessa maglia?
L’unica, poco plausibile possibilità di una terza riunione del duo Wade-LeBron è che a sua volta King James si renda protagonista di un suo ritorno in maglia Heat. Allo stato attuale delle cose Cavs, Rockets e Lakers sembrano avere un deciso vantaggio sugli Heat per usufruire delle prestazioni di LBJ nel futuro prossimo.
9) A 36 anni quanto ha ancora Wade nel serbatoio e che contributo può dare?
Nelle 46 partite giocate in maglia vinaccia dei Cavs, Wade ha tenuto gli 11.2 punti a partita col 46% al tiro, 3.9 rimbalzi e 3.5 assist, il tutto uscendo dalla panchina per 23 minuti a sera. Sabato contro i Bucks, Wade ha vissuto sì una giornata negativa al tiro, ma ha messo a referto la stoppata decisiva nel 4° quarto. Questo può essere un buon esempio del nuovo ruolo di Wade a Miami, quello di chi ha l’esperienza di mettere uno o due giocate importanti a referto nei momenti decisivi di una partita. A maggior ragione perché in NBA nessuno come gli Heat si ritrova a giocare partite punto a punto nel finale, con 23 partite decise da 6 punti o meno.
10) Chi vince la trade?
Questa trade è quella che in America viene definita una feel-good story. I Cavs fanno un omaggio ad un futuro Hall of Famer, mentre gli Heat e Wade rimediano ad un pasticcio di due estati fa. Insomma, tutti felici. Soprattutto Gabrielle Union.
MVProf