Cover Four – Week 6
Ogni settimana tratteremo quattro spunti di riflessione più o meno seri donatici dalla National Football League
GIGANTI COI PIEDI D’ARGILLA
Di questi tempi, puntare soldi o anche solo speranze sui New York Giants è sempre più complesso. Per la Week 6 Vegas dava ai newyorkesi il secondo spread più alto di giornata a +11.5. Insomma, ai Denver Broncos padroni di casa andava tutti i favori del pronostico. La settimana che ha portato alla partita in Colorado è stata in assoluto una delle più turbolente della storia della franchigia. Per entrare nell’infermeria dei Big Blue serve il bigliettino come dal salumiere. L’assenza più dura da digerire è quella di Odell Beckham jr, uscito dal campo in lacrime settimana scorsa con una caviglia rotta. Contro i Broncos, oltre a OBJ, nessuno tra Marshall (caviglia), Harris (piede), Shepard (caviglia) e Perkins (costole) – le principali risorse offensive del team – sono scesi in campo. Una mazzata per quello che già era uno dei peggiori attacchi NFL. La difesa non era messa tanto meglio. Eli Apple continua a essere la vittima preferita di tutti i QB e ricevitori avversari, e in allenamento ha scatenato la sua frustrazione su uno degli assistenti-allenatore. Compagno di reparto assai scontento è Dominique Rodgers-Cromartie. Il cornerback, insoddisfatto del suo impiego in campo limitato, ha abbandonato senza motivo la partita contro i Chargers e per questo è stato messo fuori squadra. Il capitano e leader della squadra Eli Manning sta vivendo la peggior stagione della carriera, con già 5 intercetti lanciati e solo una prestazione da almeno 300 yard. Coach McAdoo è il parafulmine di questo grattacielo newyorkese scalcagnato. L’ex Offensive Coordinator sotto Tom Coughlin era diventato capo allenatore due anni fa, ma le sue scelte discutibili lo hanno costretto in settimana a lasciare il compito di playcalling all’attuale OC Mike Sullivan. Eppure, date queste premesse terrificanti… i Giants hanno stravinto 23-10!? Lungi dall’essere una vittoria scaccia-crisi. Anzi. I giocatori sospesi o infortunati hanno dimostrato di non essere essenziali, Manning ha lanciato appena per 128 yard e la vittoria ha dato prova che meno McAdoo fa e più la squadra vince.
CADE L’AFC WEST
Dopo Denver, la settimana nera per la AFC West è proseguita su due altri campi. Ad Oakland, Derek Carr tornava in azione dopo una sola settimana ai box per via di una frattura al processo trasverso. L’infortunio pareva dovesse lasciare fuori il QB per un mese circa ed è apparso subito come il suo rientro fosse fin troppo anticipato. L’ex Fresno State ha messo assieme appena 171 yard e al suo unico TD ha affiancato due INT. Il vero handicap dei Raiders in questo avvio di stagione è parso il gioco di corse. Scongelare l’idolo locale Marshawn Lynch ha avuto un forte impatto emozionale, ma non altrettanto sportivo. Contro i Los Angeles Chargers l’ex Seattle ha messo insieme solo 63 yard. Sebbene il totale non sia esaltante, è comunque stato il secondo più alto di questa stagione. Anche peggio hanno fatto i due compagni di reparto Richard e Washington, che in due hanno accumulato -9 yard. Il primo errore dal campo del kicker Giorgio Tavecchio si è rivelato decisivo, poiché la controparte Nick Novak ha infilato allo scadere il calcio della vittoria. I Chargers così finalmente festeggiano per un FG anziché disperarsi, mentre per i Raiders pesantissima quarta sconfitta di fila. Ad Arrowhead, i Kansas City Chiefs fanno una figura ancor più imbarazzante. Derivanti da una partenza 5-0, la loro striscia vincente non sembrava dover essere minacciata più di tanto da dei Pittsburgh Steelers in declino verticale. Il primo tempo dei Chiefs è stato sul livello dei peggiori Browns. Un unico primo down conquistato, una safety regalata, 6 yard totali in attacco, di cui -2 su corse. Gli Steelers invece sembravano rinati, con 232 yard equamente distribuite fra lanci e corse. I 12 punti segnati andavano parecchio stretti. Nel secondo tempo KC ha avuto una reazione d’orgoglio con Thomas, ma un rocambolesco TD di Antonio Brown ha spezzato le gambe ai padroni di casa. Tutte e tre le corazzate della AFC West hanno subito sconfitte pesante e umilianti, perché arrivate in casa, da favorite e con prestazioni al di sotto dei loro standard.
ARIZONA IN THE ZONE
L’unica certezza di questa stagione pare essere che non ci sono certezze. I Patriots sono stati messi alle corde anche dai Jets, i Lions hanno incassato la bellezza di 58(!) punti dai Saints e, come appena illustrato, l’AFC West, la miglior division della lega, è stata umiliata su tutti i fronti. Allora, invece di cercare la prossima regina della lega destinata a cadere, perché non fare l’operazione inversa, ovvero frugare nell’immondizia cercando un underdog? La scelta, non banale, ricade sugli Arizona Cardinals. Dopo una prima parte di stagione disastrosa, Adrian Peterson è stato scambiato con una scelta futura dai Saints ed è così approdato in Arizona. Il debutto di AD è stato la miglior versione vintage possibile. 134 yards e 2 TD nella vittoria 38–33 contro i Tampa Bay Buccaneers. L’aria del deserto sembra avere restituito all’NFL almeno per il momento uno dei migliori running back della sua storia. Ad attenderlo a braccia aperte il QB Carson Palmer, vero ironman della NFL giunto alla sua 15° stagione fra i pro. E, immancabile come ogni anno, Larry Fitzgerald, che invece di invecchiare sembra ringiovanire. Se fosse il 2009, con ogni probabilità questo trio offensivo sarebbe materiale da Super Bowl. Nel 2017 i toni non possono che essere un po’ meno trionfalistici. Per il momento, la difesa non aiuta la causa. Nonostante la presenza dominante di Chandler Jones e Patrick Peterson, i Cards hanno già incassato 158 punti in stagione, di gran lunga il numero di più alto in tutta l’NFC. Aggiustare la difesa deve essere una priorità per coach Arians, altro veterano della lega. Di positivo c’è che il calendario da qui in avanti si fa molto benevolo. Fra le prossime avversarie, Niners, Jaguars e Giants hanno un record combinato di 4-14, mentre Texans, Titans e Redskins sono giusto un gradino sopra. Fondamentale sarà vincere scontri divisionali contro Rams e ‘Hawks, con nessuna delle due squadra che sembra certa della testa della classifica. In una NFC apertissima, puntate un dollarone su Arizona, non si può mai sapere.
RODGERS WALKED INTO A. BARR
Splash! Anzi, crack! La Week 6 di Aaron Rodgers non è durata che metà primo quarto, giusto il tempo di farsi livellare al suolo da Anthony Barr. Sullo slancio, il LB ha caricato sulle ossa del #12 tutti i suoi 116kg: la clavicola destra non ha retto all’impatto e si è rotta. Con l’uscita di scena di Rodgers se n’è andata anche la possibilità di vincere la partita e, realisticamente, l’intera stagione dei Green Bay Packers. Per questo tipo di infortunio, nel 2013 A-Rod saltò 7 giornate, ma si trattava della clavicola sinistra e per un destrorso come lui questo particolare cambia di molto la prognosi. Il suo sostituto Brett Hundley non ha esattamente brillato domenica, lanciando 3 INT e non dando mai ai suoi una reale chance di vittoria. Certo, storicamente nessuno dei backup di Rodgers ha mai brillato per qualità: per informazioni, chiedere a Seneca Wallace, Matt Flynn e Scott Tolzien. Come ovvio, i primi nomi per i sostituti sulle bocche di tutti sono stati quello di Tony Romo e Colin Kaepernick. Il primo – che di clavicole rotte se ne intende – non pare intenzionato a lasciare il suo lavoro con la CBS, mentre proprio nel weekend Kap ha fatto causa alla NFL per collusione, circostanza che di certo non favorisce un già complessissimo eventuale rientro in campo. Come se non bastasse, domenica tre uomini di linea sono usciti per infortunio. Trattasi della LG Lane Taylor e di entrambi i tackle Bryan Bulaga e David Bakhtiari. Curiosamente, la circostanza ricorda molto quella dei loro avversari di domenica, quei Minnesota Vikings che lo scorso anno persero QB e uomini di linea già a inizio stagione. Quella squadra poteva però contare su una difesa così formidabile da spingere la dirigenza a portare avanti una costosa trade per portare a Minneapolis Sam Bradford. Per questi Packs, al contrario, non vale la pena investire risorse in una stagione ormai andata, ma pensare a finire una stagione in maniera dignitosa e leccarsi le ferite.
MVProf