Gli Affari dell’Estate: Central Division (EAST)
Analisi division per division di tutte le squadre della NBA
Fra parentesi sono indicati il piazzamento nella conference e il record totale dello scorso anno, in base al quale le squadre sono state classificate nel presente articolo. Le novità in quintetto sono in maiuscolo e le formazioni indicate sono solo una scelta arbitraria dei migliori cinque giocatori in ogni ruolo presenti ad oggi nel roster.
CLE (1° E @ 57-25): Irving, Smith, James, Thompson, Love – Coach Lue
Innesti importanti: N/A
Cessioni importanti: N/A
Analisi: L’arrivo di Dunleavy e la partenza di Dellavedova, tenuti non a caso fuori dalla lista dei movimenti significativi, raccontano che i Cavs sono e saranno la squadra candidata a tornare per il terzo anno di fila in finale. Nessun’altra contender della Eastern Conference si è rinforzata abbastanza e i Cavs non si sono indeboliti: benché la Central si candidi come la division più competitiva a est del Mississippi, serve un maremoto sul lago per cambiare questi equilibri. Se non maremoto, piccola tromba d’aria potrebbe essere legata ad una possibile trade di Kevin Love. Finita la luna di miele insieme alla parata per le strade di Cleveland, è lecito pensare che il proprietario dei Cavs – LeBron James, ovviamente – riconosca che il vero proprietario della squadra, Dan Gilbert, è con l’acqua per questioni di cap. Muovere Love aiuterebbe le casse e potrebbe portare un pezzo più compatibile rispetto agli schemi di Lue. E occhio se JR Smith cambiasse idea all’ultimo. Steve Kyler di Basketball Insiders ha suggerito che JR voglia monetizzare l’ottima annata e l’impennata degli stipendi con un contrattone, sui $15M annui. A livello di chimica, nessun dubbio che tutti amino JR, come del resto è parso evidente quando agli ESPY Awards di quest’anno è stato scelto lui per ricevere il premio per il miglior team del 2016 a nome dell’intera squadra. A livello di salari, i Cavs hanno il monte salari più alto della lega e non è impossibile ipotizzare che, portato il primo titolo in 52 anni nel nord-est Ohio, Gilbert possa ridurre i costi di gestione. Nessuno ipotizza che LeBron non rifirmi con la sua Cleveland, ma sarà un nuovo contratto annuale, in attesa di monetizzare al massimo il prossimo anno a cifre record. Per questo motivo uno fra Love e JR Smith potrebbe essere sacrificato, con Jordan McRae alternativa casalinga alla guardia. Ma, in fondo, squadra che vince non si cambia.
IND (7° E @ 45-37): TEAGUE, Ellis, George, T. YOUNG, A. JEFFERSON – Coach MCMILLAN
Innesti importanti: Teague, T. Young, A. Jefferson
Cessioni importanti: Hill
Analisi: Squadra molto appoggiata dagli addetti ai lavori, pur con qualche punto di domanda. Riassumendo: siccome Bird voleva più velocità e punti, ha cacciato senza troppi complimenti Frank Vogel, pescando il suo sostituto in casa. Nate McMillan, però, in quanto a ritmo non sarà certo un novello Mike D’Antoni. Questa circostanza, unita ad un mercato che ha portato in dote due lunghi come Al Jefferson e Young, pare rallentare lo sviluppo di Paul George da 4. D’altro canto, Jeff Teague è innegabilmente un upgrade rispetto a Hill e lo sviluppo di Young e Miles Turner, allevati da nonno Big Al, rendono il reparto lunghi interessante. In un est sostanzialmente in fase assai fluida, possono continuare la loro scalata a posti più nobili, ma difficilmente lottare per il fattore campo.
DET (8° E @ 44-38): Jackson, Caldwell-Pope, Harris, Morris, Drummond – Coach S.V.Gundy
Innesti importanti: N/A
Cessioni importanti: N/A
Analisi: Le grandi prospettive dei giovani Pistons rendono il futuro molto promettente. Quanto promettente è difficile dirlo. Interessante l’arrivo di Ish Smith a sostituire Jennings; il grande Boban Marjanovic può sfondare, ma col reparto lunghi già assai pieno di talento è difficile prevedere quanto un diamante grezzo come lui avrà spazio per incidere. Jackson, KCP e Stanley Johnson formano un trio giovane e competitivo, col frontcourt Harris, Morris e Drummond a portare muscoli e centimetri. A proposito di Drummond, sarà da verificare come le nuove regole sul fallo intenzionale andranno a modificarne l’utilizzo nei finali di quarto. Il max deal firmato di fresco dal centro ($130M/5 anni) è sostanzialmente l’unico colpo del mercato, e ci si aspetta da lui un ulteriore salto di qualità. Il vero dubbio riguarda quanto tutto il collettivo possa ambire al next level. Un ritorno ai playoff dovrebbe essere alla loro portata, ma con un equilibrio mai organico come quest’anno, una striscia negativa o un infortunio anche minimo possono far scivolare la truppa Van Gundy fuori dai playoff.
CHI (9° E @ 42-40): RONDO, WADE, Butler, Gibson, R. LOPEZ – Coach Hoiberg
Innesti importanti: Rondo, Wade, R. Lopez
Cessioni importanti: Rose, Noah
Analisi: Qua serve la palla di vetro. Sulla carta Chicago si è sbarazzata di Derrick Rose, ombra di ciò che fu e che gli infortuni hanno tolto, e Joakim Noah, ormai acciaccato e panchinaro. In cambio, sono arrivati Rajon Rondo e Dwyane Wade, l’uno leader in assist lo scorso anno, l’altro proveniente da un’annata super; inoltre, è capitato fra le mani un solido centro come Robin Lopez. Supponendo l’assenza di gravi infortuni, i playoff sembrano alla portata. Da un’altra prospettiva, i Bulls si sono legati mani e piedi con due contrattoni da $75M a due giocatori trentenni inclini a malumori e infortuni per i prossimi due anni. In più, con un gioco ormai sempre più improntato al tiro da tre, Chicago ha un backcourt titolare che non tira da fuori nemmeno con la pistola puntata alla testa e non fa della difesa il piatto forte della casa. Raramente si è vista un squadra compiere una tale inversione a U nel giro di poche settimane. Da un progetto di rebuilding che prevedeva l’addio di Pau Gasol e la disponibilità a cedere Jimmy Butler , si è passato a scommettere tutto nel breve periodo. Sarà la squadra di Jimmy Butler o Wade e Rondo faranno valere la loro esperienza? E fra di loro come si troveranno, specie in fase di costruzione? Hoiberg riuscirà a farsi valere, dopo le critiche piovutegli da dentro allo spogliatoio lo scorso anno? Insomma, come per i New York Knicks, ci sono gli ingredienti per qualcosa di intrigante, ma il margine di errore è minimo e l’orizzonte temporale limitato. Li vedo come la prima candidata di spessore a poter far saltare il banco se tutto va bene, tanto quanto la prima a implodere se dovessero saltare i nervi. Il tempo dirà quale delle due anime prevarrà.
MIL (12° E @ 23-49): Carter-Williams, Antetokounmpo, Middleton, J. Parker, Monroe – Coach Kidd
Innesti importanti: N/A
Cessioni importanti: N/A
Analisi: L’NBA è una giungla: nel 2015 i Bucks erano una sorpresa, nel 2016 lo stesso collettivo era una cocente delusione. Il vero motivo per cui questa squadra merita di essere vista di quando in quando è il lento processo che ha ora portato Giannis Antetokounmpo, lungagnone di 2 metri e 11, a guidare la squadra come play, di fatto bocciando in tronco MCW, sul mercato e non da ieri. E in materia di mercato, lo stesso Greg Monroe e i relativi $35M sul groppone della società attendono solo l’acquirente giusto. Pensare di attirare free agent di livello in Wisconsin è utopia (Delly e Teletovic non sono i nomi con cui si vendono abbonamenti stagionali), ma la giusta trade trade e oculate pescate al draft possono rimettere la squadra sui giusti binari. Per ora, la previsione di un altro anno fuori dalle prime otto pare difficile da sovvertire.
MVProf