5 motivi per cui gli Eagles vinceranno il Super Bowl LII
Siamo arrivati all’atto finale: allo US Bank Stadium gli Eagles tenteranno di portare nella città dell’amore fraterno il primo titolo della loro storia
(Ecco invece i 5 motivi per cui i Patriots vinceranno il Super Bowl LII)
STRENGTH IN NUMBERS
Passando dall’altro lato della trincea, troviamo i Philadelphia Eagles. Il primo punto a loro favore rispetto ai New England Patriots è – volendo semplificare forse anche oltre all’eccesso… tutto il resto! Se infatti coach, QB e TE sono aree nettamente appannaggio degli sfidanti, Philly ha il collettivo migliore di entrambe le squadre. Secondo Pro Football Focus, 14 dei migliori 20 giocatori che giocheranno questo Super Bowl indossano la divisa degli Eagles. Philly vanta una difesa migliore rispetto a New England e, non a caso, 10 di quei 14 giocatori appena citati giocano in difesa. L’attacco, pur non eccelso, si è acclimatato in fretta al nuovo timoniere Nick Foles, al punto da non far rimpiangere Carson Wentz più di tanto. Insomma, se pure Brady e Gronk avranno la meglio nei rispettivi match-up, nel suo complesso ogni Eagle dovrebbe essere in grado di vincere ciascun duello in campo.
CAN CHE ABBAIA…MORDE
Gli Eagles sono un seed #1 senza pari. Nessuna testa di serie ha mai giocato contro i favori del pronostico dettati da Vegas quanto loro. Era infatti dal 1990, primo anno dei playoff a 12 squadre, che una testa di serie #1 veniva data come sfavorita in casa alla prima partita. Ciò è accaduto a questi Eagles non solo al primo turno, ma anche alle finali di NFC. Non stupisce allora che il Super Bowl LII non faccia eccezione: difatti, Vegas vede i Patriots favoriti di 4.5 punti. Queste quote, percepite come irrispettose dai giocatori, sono state la benzina che ha alimentato il fuoco di questa squadra. Nelle scorse settimane, a fine partita alcuni giocatori hanno indossato maschere da cane che simboleggiavano il ruolo di Philly di underdog, ovvero sfavoriti. È con questa mentalità che scenderanno in campo anche domenica, con la voglia non solo di dare una gioia ai propri fan, ma anche una lezione a quanti ancora dubitano di loro.
AL MEGLIO CONTRO I MIGLIORI
Per capire come Philadelphia può fare male alla corazzata Patriots, bisogna tornare proprio alle partita giocate in questi playiff. Da due anni a questa parte, gli Atlanta Falcons vantano uno degli attacchi più esplosivi dell’intera NFL grazie a top player come Ryan, Jones e Freeman. Eppure, quella stessa squadra è stata tenuta a 10 punti complessivi nell’arco della partita – zero in tutto il secondo tempo. Questo a dimostrazione di come gli Eagles abbiano identificato la forza principale dei rivali e abbiano fatto leva sulla loro ottima difesa per rendere i rivali quasi del tutto inoffensiva – una filosofia molto à la Belichick. Discorso simile, ma opposto, relativamente ai Minnesota Vikings. Tutti si aspettavano un attacco di Philadelphia molto conservativo e invece Nick Foles e soci sono stati in grado di mettere a ferro e fuoco con 38 punti una difesa farcita di Pro Bowler. Vittorie del genere rafforzano la credibilità del primo punto, ovvero che questi Eagles sono attrezzati per far male ad ogni livello e in ogni fase di gioco.
FOLES ≠ FOOL
Giudicare i sei anni di carriera di Nick Foles non è facile. Il QB iniziò la sua carriera a Philadelphia in panchina e ora, dopo anni di alti e bassi, ha idealmente chiuso il cerchio tornando a Philly e diventando titolare della squadra diretta al Super Bowl. Fin qui, analizzare i suoi numeri totali ha sempre creato molti imbarazzi. Bisognava credere al Foles del 2013 da 27 TD e 2 INT? O a quello del 2015 da 10 TD e 14 INT? In queste due partite di playoff del 2018 Foles ha risposto con quasi il 78% di completi, 299 yard lanciate a partita con 3 TD e 0 INT per un rating di 122.1. Replicare domenica anche solo in parte le magie frutto di RPO (run-pass option) fatte contro l’ottima difesa dei Vikings vorrebbe dare gli Eagles ottime chance di uscire vincitori. La sua legacy allora sarebbe enorme. Foles potrà raccontare a generazioni di nipoti e cugini di aver battuto il GOAT e aver portato il primo Super Bowl a Philly. E a quel punto basteranno pochi colpi di scalpello alla statua di Rocky per modificare il volto di Stallone in quello di Foles.
LINEA MAGINOT
Il vantaggio maggiore che Philadelphia può vantare è quello relativo alle linee di difesa e attacco. La D-line guidata da Fletcher Cox e dall’ex Patriot Chris Long è d’élite assoluta. Ben sette linemen hanno almeno 400 snap in stagione (primi ed unici in NFL), il che testimonia la profondità del reparto e il livello dei giocatori. Questo collettivo è anche al primo posto nella lega come pressione procurata al QB avversario, come sempre una delle ricette migliori per togliere tempo a Brady e se possibile buttarlo a terra. La O-line è forse meno celebrata e talentuosa, ma ha concesso appena due sack in tutti i playoff e questo nonostante l’assenza di Jason Peters e nonostante il suo sostituto Halapoulivaati Vaitai sia fra i peggiori di tutta la NFL nel ruolo. Dal contributo di questa unità passerà molto del destino della partita. Infatti, quest’anno Philly è 12-1 quando il running game produce almeno 100 yard, mentre appena 3-2 con cifre in doppia cifra. E va sottolineato che New England ne concede una media di 114.8 a partita… Per incrementare le proprie chance di vittoria, gli Eagles dovranno dominare in trincea come hanno già ampiamente dimostrato di saper fare.
IL FATTORE X
I fan dei Vikings si aspettavano di trovare i beniamini di casa e fino ad un paio di settimane fa il sogno sembrava stesse per avverarsi. La gita a Philadelphia ha dato loro un responso molto amaro. Non solo. A diversi fan vichinghi in trasferta in Pennsylvania è capitato di essere stati presi a insulti e bottigliate dai tifosi locali. In questo senso, è facile pensare che l’ago del tifo neutrale potrebbe pendere verso i Patriots. Rendere gli huddle di Foles più rumorosi potrebbe sembrare cosa da poco, ma potrebbe influire. Non solo i fan del Minnesota potrebbero essere un fattore, ma anche il Minnesota stesso. Questo sarà il Super Bowl giocato più a nord degli Stati Uniti nei suoi 52 anni di storia. Di norma, la lega stabilisce che solo le città con temperatura media di 10°C/50 F in questo periodo dell’anno possano ospitare la partitissima. Il SBLII si giocherà sì al chiuso nel nuovissimo US Bank Stadium, ma i giocatori devono pur sempre vivere per qualche giorno a Minneapolis prima della partita. La città in questi giorni è una tundra, con neve e temperature di notte scendono a -20°C. A causa di questo clima, è stato riportato che diversi membri degli Eagles hanno accusato sintomi di influenza e Nelson Agholor è addirittura ricorso ad una flebo. Occhio ai nasi sgocciolanti in campo.
PREVISIONE: Patriots 28 – Eagles 24
MVProf