NBA Preview – Atlantic Division
Analisi division per division di tutte le squadre NBA
BOSTON CELTICS
Gli ambiziosi piani dei Boston Celtics versione 2017-18 si sono scontrati con due ostacoli. Uno immediato e imprevedibile, come il terribile infortunio di Gordon Hayward, e uno tardivo – ma inesorabile – come lo scontro con LeBron James versione playoff. Quest’anno, però, le cose saranno diverse. Hayward è tornato al 100%, mentre LBJ è emigrato ad ovest, lasciando un vuoto di potere che Boston sembra poter essere la prima a colmare. Dal mercato non sono arrivati grossi colpi come l’estate scorsa, ma è stato importante mettere nero su bianco il ritorno dei gladiatori del parquet Marcus Smart e Aron Baynes per la second unit. Il mix esplosivo di giovani (Tatum, Brown e Rozier) e veterani (Horford, Morris e Kyrie) rende i Celtics sulla carta la migliore squadra ad est. Gli unici dubbi riguardano la maniera ottimale di gestire tale abbondanza di talento, compito che spetta al genio di Brad Stevens, candidato principale al COY. Per tutte queste ragioni, Boston può coltivare ambizioni di alto livello, come vincere 60+ partite e raggiungere le Finals per la prima volta dal 2010.
BROOKLYN NETS
Se non pensate che i Brooklyn Nets abbiano avuto un’estate piena, non avete fatto attenzione. Via Mozgov, Lin, Whitehead, Okafor, Stauskas e Cunningham, dentro Harris, Davis, Napier, Faried e Dudley. Dal draft poi sono arrivati i rookie europei Musa e Kurucs, ma il pezzo pregiato del mercato è la prima scelta dei Nuggets per il 2019. L’artefice di tutto è stato il GM Sean Marks, prima nota lieta da un punto di vista manageriale dall’infausta trade per Pierce e KG del 2013. A tal proposito, si sono finalmente esaurite le scorie nucleari di quella trade. Inutile pensare a cosa sarebbe ora Brooklyn se Brown, Fultz e Sexton vestissero ora la maglia dei Nets. Una squadra pur migliorata non potrà quasi certamente ambire ai playoff quest’anno, proprio per via dei numerosi contratti brevi a libro paga per avere massima flessibilità salariale nel 2019. Non a caso, Jimmy Butler ha indicato i Nets fra le destinazioni gradite. Insomma, il futuro di Brooklyn è ricco di buone speranze, ma il presente molto meno.
NEW YORK KNICKS
Ottimismo? A New York? Ebbene sì, è possibile. Il discorso fatto per i New York Knicks non è troppo dissimile da quella fatto per i Nets. Il GM Steve Mills sembra l’uomo giusto per riparare agli errori dal predecessore Phil Jackson. La scelta di David Fizdale come nuovo head coach è già un passo nella giusta direzione. Starà a lui tirare fuori il meglio dai giovani Frank Ntilikina e il rookie Kevin Knox. L’ex Kentucky ha vissuto un’eccellente Summer League, con medie da 21 punti, 6.5 rimbalzi e 2.3 assist. Incerto invece lo stato di Kristaps Porzingis, alle prese con la riabilitazione dopo la rottura del crociato lo scorso febbraio. I tempi per un atleta si aggirano di solito attorno ai 9 mesi, ma il fisico da unicorno del lettone non trova precedenti per poter fare previsioni certe. Un approccio forse eccessivamente conservativo lo vedrebbe saltare l’intera stagione, ma si tratta pure sempre di un super talento in scadenza di contratto. Difficile pensare che la stagione 2018-19 dei Knicks possa nutrire grosse aspettative, ma finalmente i tifosi dei Knicks possono sorridere.
PHILADELPHIA 76ERS
Molto più in sordina invece l’estate dei Philadelphia 76ers. In parte, le colpe sono relative. Del tutto imprevedibile è stato lo scandalo che ha coinvolto Bryan Colangelo, così come l’ennesimo infortunio delle propria prima scelta, Zhaire Smith. Desta tuttavia perplessità la lentezza con cui la proprietà ha reagito a tali colpi. Il nuovo GM è stato trovato in Elton Brand, ma solo a fine settembre. In più, il quadro generale del mercato in entrata e uscita sembra essere in deficit. Hanno infatti salutato due pedine importanti come Belinelli e Ilyasova, rimpiazzati da Chandler e Muscala, ma almeno JJ Redick è stato rifirmato. I Sixers sono poi rimasti immobili nella caccia a LeBron e Leonard, due superstar che li avrebbero di certo portati in automatico fra i favoriti. Al contrario, la strategia pare quella di continuare a puntare sui propri giovani figli del Process, senza rilevanti addizioni esterne. In realtà, potrebbe bastare. Se Ben Simmons e Markelle Fultz troveranno fiducia ed efficacia nel proprio tiro, allora Philly potrà ambire anche a raggiungere le Finals.
TORONTO RAPTORS
Non c’è dubbio alcuno che i Toronto Raptors siano l’enigma più intrigante dell’intera lega. In seguito all’ormai tradizionale batosta subita da LeBron ai playoff, la sensazione era che in Canada soffiasse vento di rinnovamento. Dwane Casey è stato licenziato in tronco e rimpiazzato dal suo assistente Nick Nurse. La direzione sembrava quella del rebuilding, ma a sorpresa i Raps sono piombati su Kawhi Leonard, sostanzialmente scambiato alla pari per DeMar DeRozan. Da questo all-in Masai Ujiri si gioca tutto. Da un lato, si tratta di un chiaro upgrade rispetto all’ex USC e l’addio di LeBron ai Cavs dà ulteriori motivi per nutrire ambizioni da titolo. Dall’altro, l’ex Spurs dovrà dimostrare sul campo di essere la superstar che tutti ricordiamo, ma anche in quel caso Toronto non ha alcuna certezza di poterlo trattenere oltre l’estate. Un front court sospetto come quello di Ibaka e Valanciunas potrebbe non essere del tutto adeguato, quindi occhio a ulteriori operazioni di mercato in corso d’opera. Mai come in questo caso, è title or bust.
MVProf